Martedì 6 marzo, a Milano, riparte il progetto ideato e promosso da Casa della Cultura e da cheFare, realizzato con Fondazione Cariplo. Un ciclo di incontri in cui si “cercherà di analizzare dei concetti tradizionali del Novecento, interrogandosi sull’attuale significato che alcune parole hanno assunto attraverso le trasformazioni storiche, sociali e lessicali”. Alla scoperta di Rosetta 2018

Martedì 6 marzo, alle 19, a Milano, la Santeria Paladini (via privata Ettore Paladini 8) ospiterà la presentazione della seconda stagione del progetto Rosetta, dedicato alle “parole del presente”. Ma cos’è Rosetta? Parliamo di un ciclo di incontri, iniziato nel 2017, che attraversa Milano toccando luoghi sempre diversi della città, all’ora dell’aperitivo.

Il progetto è ideato e promosso da Casa della Cultura e da cheFare, ed è realizzato con Fondazione Cariplo, mentre il progetto visivo è di Maddalena Fragnito.

Nel primo anno del progetto, che è stato ospitato da 9 spazi differenti, hanno partecipato oltre 40 ospiti, non solo dall’Italia. Nel 2018 Rosetta ha in programma altri 9 appuntamenti, uno per ciascuna delle nove zone del capoluogo lomabardo.

Il progetto punta a “mettere in relazione i centri innovativi di produzione e distribuzione culturale della città di Milano, compresi quelli meno mappati e riconosciuti e le riflessioni sul contemporaneo”. Rosetta “cercherà di analizzare dei concetti tradizionali del Novecento, interrogandosi sull’attuale significato che alcune parole hanno assunto attraverso le trasformazioni storiche, sociali e lessicali. Lo sguardo multidisciplinare che contraddistingue il progetto è funzionale ad arricchire questo lavoro di ridefinizione delle categorie classiche dell’agire sociale, politico e culturale”.

“Il lavoro sui concetti – si spiega ancora nella presentazione – vorrebbe andare a costruire un vero e proprio lessico della contemporaneità, non tanto immaginando nuove parole da riempire di significato, ma cercando di intercettare gli slittamenti di senso dei lemmi tradizionali, lo svuotamento o il riempimento di significato degli stessi”.

Ma quali saranno alcuni degli “slittamenti semantici” che potrebbero andare a costituire lo scheletro degli incontri? Ad esempio, che passaggi e che modificazioni ci sono nel discorso pubblico tra il concetto di Comunità e quello sempre più utilizzato di Community. E ancora: come mai alcuni termini utilizzati oggi si discostano dalla tradizionale operazione di senso che è andata a costituirli? Cosa accade nello scivolamento da genere a gender? “I lemmi – spiegano i promotori – agiranno come chiavi di lettura e come modelli di senso per riflettere sul presente e sul futuro prossimo, cercando di riportare a galla il filo rosso che unisce il passato culturale e le egemonie del contemporaneo”.

Tornando all’appuntamento del 6 marzo, dopo gli interventi introduttivi di Ferruccio Capelli, direttore della Casa della Cultura di Milano, e di Bertram Niessen, direttore scientifico di CheFare, sarà la volta di Valeria Verdolini, responsabile del progetto Rosetta per cheFare; a seguire, i presenti assisteranno al dialogo tra Salvatore Veca, filosofo, e Claudio Paolucci, semiologo. Alle 20.30 spazio all’aperitivo con dj set a cura di Matteo Saltalamacchia.

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