È morta la scrittrice, giornalista e traduttrice Clara Sereni. Oltre alla letteratura, ha dedicato la sua vita anche all’impegno politico e sociale

È morta la scrittrice, giornalista e traduttrice, Clara Sereni, che il 28 agosto prossimo avrebbe compiuto 72 anni.

Figlia del dirigente del Pci Emilio Sereni e di Xenia Silbergerg (la Marina Sereni de I giorni della nostra vita), Clara nasce a Roma nel 1946, dove vive fino al 1991, quando si trasferisce definitivamente a Perugia. Oltre alla letteratura, la scrittrice dedica la sua vita anche all’impegno politico (tanto che ricopre il ruolo vicesindaco del capoluogo umbro dal 1995 al 1997) e sociale (fonda La città del sole onlus, un’associazione che si occupa di integrare in società soggetti con disabilità psichiche e mentali).

Il suo libro d’esordio è Sigma Epsilon, del 1974, un racconto in chiave autobiografica sull’attivismo politico che aveva caratterizzato la sua generazione, a cui segue, tredici anni dopo, Casalinghitudine, un ricettario emotivo che lega a ogni piatto un ricordo del passato. Con Manicomio primavera e con il romanzo Il gioco dei regni, Clara Sereni raggiunge la fama a livello nazionale.

Giornalista per i quotidiani L’Unità e Il Manifesto, la scrittrice ha tradotto e curato le opere di Balzac, Stendhal, Madame de La Fayette. Con il romanzo Via Ripetta 155 (Giunti) si classifica tra i dodici finalisti al premio Strega 2015, e nel maggio del 2017 pubblica il suo ultimo libro, Il gioco dei regni (Giunti).

Intervistata da ilLibraio.it nel maggio 2017, ha parlato, tra le altre cose, anche di com’è cambiato nel tempo il ruolo delle scrittrici, spiegando: “Per le donne, essere protagoniste, nella vita e nella scrittura, resta comunque faticoso, con prezzi tuttora troppo alti da pagare”.

 

Fotografia header: Clara Sereni foto di Marzia Souza

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