È morto a 78 anni Valentino Zeichen, poeta e scrittore “irregolare”, che viveva in condizioni di povertà: “Delle volte se non ho da mangiare digiuno. Mi convinco che fa parte della mia dieta”

È morto oggi il poeta e scrittore Valentino Zeichen. Un infarto ha tolto la vita all’autore che era già ricoverato in ospedale a Roma in seguito a un ictus che lo aveva colpito alcuni mesi fa.

Da anni Zeichen, uno dei maggiori poeti contemporanei, viveva nell’indigenza in una casa fatiscente.

Nato a Fiume nel 1938, Zeichen ha perso la madre da bambino e sempre in giovane età ha vissuto lo sfollamento e l’esodo dei fiumani in Italia. Una giovinezza non facile quella dell’autore che in un’intervista a Repubblica ha raccontato: “Spesso scappavo di casa. Alla fine papà e la matrigna decisero, in accordo con il commissario, di spedirmi in un riformatorio”.

Una figura quella della matrigna degna di una fiaba, ma a cui Zeichen aveva più volte riconosciuto un unico merito, come ha ricordato sempre nell’intervista a Repubblica: “Devo alla sua meticolosa crudeltà il fiorire delle mie parole”.

E poi una vita a scrivere poesie, senza curarsi del denaro. Esordisce nel 1974 con Area di rigore, che risente dell’influenza di Elio Pagliarani. E dell’ambiente della poesia “avanguardistica” di Roma, città in cui si vive per gran parte della sua vita. Una poesia da lui stessa definita “senza speranza. Non parlo di mondi onirici”. Fin dai primi anni fu molto apprezzato dai letterati romani, tra cui Moravia che definì le sue opere come “un’eco di Marziale nella Roma contemporanea”.

Sono numerose le raccolte di sue poesie, tra cui Ricreazione (Guanda) e Neomarziale (Mondadori), fino all’antologia delle sue Poesie dal 1963 al 2014 (Mondadori).

Zeichen aveva una figlia nata fuori dal matrimonio con la quale aveva “un rapporto di cordialità”. Per quanto riguarda l’indigenza e la povertà, sembrava non curarsene, almeno visto quanto aveva affermato in un’intervista: “Delle volte se non ho da mangiare digiuno. Mi convinco che fa parte della mia dieta”.

A seguito dell’ictus gli era stato conferito un sussidio statale secondo quanto stabilito dalla Legge Bacchielli, in quanto intellettuale di spicco.

Nel febbraio scorso Zeichen, che ha pubblicato il suo primo romanzo, La Sumera (Fazi), solo nel 2015, è stato candidato al Premio Strega: “Non avrei mai immaginato una cosa simile nella mia vita”, aveva ammesso l’autore,”me la vivo con aplomb, ho modi da snob. E poi, insomma, è molto divertente poter fare delle cose così, che capitano. Dove non c’è quella intenzionalità feroce nei confronti dell’obiettivo”, aveva spiegato in quell’occasione.

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