La raccolta “La prima parte” ripercorre il cammino poetico di Carlo Carabba – Su ilLibraio.it tre poesie

Carlo Carabba lavora da anni nell’editoria (attualmente è italian fiction executive editor di HarperCollins Italia). Nato nel 1980 a Roma, Carabba è anche un poeta: ha debuttato a 27 anni, nel 2008, con la raccolta di poesia Gli anni della pioggia (peQuod 2008, premio Mondello per l’Opera prima), a cui ha fatto seguito Canti dell’abbandono (Mondadori 2011, premio Palmi e premio Carducci). Dopo il memoir Come un giovane uomo (Marsilio, 2018), torna in libreria con La prima parte, una raccolta che ripercorre il suo cammino poetico, partendo da alcune delle poesie incluse nelle precedenti raccolte e aggiungendone molte nuove, come le sei che compongono il diario in versi di un coast to coast in America.

E sono sempre dove
sono e mai altrove,
e porto ogni mio bene
e porto ogni mio male

La prima parte carlo carabba

Sin dal debutto, della poesia di Carabba ha colpito il suo immaginario, capace di mischiare, senza soluzione di continuità, echi della tradizione poetica occidentale, da Orazio a Gozzano, con i riferimenti culturali tipici di un giovane uomo nato negli anni Ottanta. E allo stesso modo la sua lingua era semplice, simile al tono medio del parlato, ma anche cesellata nei versi codificati, per lo più settenari ed endecasillabi. Carabba, come si spiega nella presentazione del volume, per la critica rompe con le due principali tradizioni della recente poesia italiana, lo sperimentalismo un po’ ermetico e difficilmente comprensibile da un lato, e la poesia minimalista del dettaglio e del correlativo oggettivo dall’altro, a favore di una poesia “che si capisce”, che racconta esperienze quotidiane e riflette su temi universali: gli affetti, il lutto, la morte, l’amore e le sue difficoltà, il senso di insoddisfazione di sé, la paura e la speranza del futuro.

Su ilLibraio.it, per gentile concessione della casa editrice, proponiamo tre poesie:

SEMANTICA DELL’AMORE

Molti miei amici parlano d’amore
e mi chiedo che altro
si può dire trattandosi
di argomento più usato
del caldo a Milano d’agosto
o della neve che col freddo
ancora non arriva, di argomento
ben più antico del surriscaldamento
della crosta terrestre
o del buco che cresce
nello strato di ozono. A sentir loro,
però, se ne può dire – e molto. E io?
Se me lo chiedono rispondo
che gli inglesi hanno “love”
il cui significato
è più vasto, ricopre
figli nipoti madri nonni amici
amanti vecchi e nuovi, e i padri, il proprio
gatto e cane, forse anche
le iguana nei terrari
e i pesci tropicali
negli acquari.
Un campo così vasto
che sempre c’è da mietere un raccolto.
È il fondale del mare che trasforma
sentimenti vissuti e naufragati
in sentimenti nuovi ricchi e strani.
Purtroppo l’italiano
ha un amore soltanto e doloroso.

OMBRE NELLA MEMORIA

Come nel cielo della notte estiva
quella stella cadente che ho perduto
e che il mio amico ha visto, proprio quella
che sola dalla sorte aveva il dono
di trasformare in atto il desiderio,
così a ogni svolta a ogni traiettoria
che traccio preferendola alle altre
ho sempre l’impressione di sbagliare
di perdere qualcosa alle mie spalle.
Se pure in qualche luogo
un occhio alto e immortale
comprende la mia vita in un istante
distingue chiaramente e ne conosce
l’inizio svolgimento e poi la fine
quell’occhio non è il mio
e – ignaro del destino
già scritto in un disegno intelligente
o ancora forse aperto
nel corso casuale degli eventi
che certo io non posso controllare
e non seguono leggi se non quella
che vuole a ogni momento
che il caso cresca irreversibilmente –
io resto libero
certo che ogni mia scelta
avrà una conseguenza decisiva
sospeso tra speranza
e colpa, nell’attesa.
Mi guida la ricerca
di quella sensazione
che sempre sfugge insieme alla conquista,
e ogni uomo di norma
dice felicità.
So che spesso è compagna dell’amore
e provo a cacciare il sospetto
che dietro alla mia urgenza ci sia un trucco
un meccanismo dell’evoluzione
per la sopravvivenza della specie,
a non considerare la statistica
secondo cui di quanti sono al mondo
(e quanti sono stati
e quanti sono ancora da venire)
nell’arco di una vita solamente
ne avremo conosciuti
una percentuale troppo piccola
perché abbia valore,
per cui si fa difficile
che proprio in mezzo a loro
e ai quattro o cinque incontri ricambiati
si trovi il vero amore.
Eppure abbiamo amato
nel nostro viaggio abbiamo pianto e riso
mentre attraversavamo
diciotto dei cinquanta stati uniti
e dormivamo in dieci
mangiavamo qualcosa in chissà quanti
incontrando persone.
Dall’uno all’altro mare abbiamo visto
tante persone che se rivedremo
sorrideremo. Oppure resteranno
nascoste nella mente
da scoprire per sbaglio e con piacere,
sagome in chiaroscuro
ombre nella memoria.

Da PENSIERI NOTTURNI

Capita che la notte
il battito del cuore cresca e il sonno
che di giorno aspettavo
passi – e resto sveglio.
Una nebbia confonde
le ragioni i ricordi
le mandrie sono nuvole
e gli alberi meduse.
Più in là in fondo alle briciole
mi aspettano una casa e il suo camino
ma il fumo forse è fuoco
e qui non c’è un sentiero.
Apro di nuovo gli occhi
e mentre osservo il buio
desidererei solo
il cuore farsi lento il soffio forte
e niente più pensieri
niente storie.

(continua in libreria…)

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