Eudora Welty (1909 – 2001) è diventata celebre grazie alle sue raccolte di racconti, come “Una coltre di verde” e ha vinto il Premio Pulitzer con il romanzo “La figlia dell’ottimista”. Ancora poco conosciuta in Italia, è una maestra della letteratura americana. Sia all’inizio della carriera, sia quando, ormai celebre, aveva una schiera di lettori che bussava alla sua porta, ha sempre mantenuto un riserbo gentile – L’approfondimento

Eudora Welty ha abbracciato un tempo molto vasto – tutto il Novecento – in uno spazio molto piccolo – il Sud degli Stati Uniti. Nata nel 1909 a Jackson nel Mississippi, non si è allontanata dalla sua città natale che per brevi periodi, e ha abitato nella stessa casa per settant’anni, fino alla sua morte, avvenuta nel 2001.

Con una solida e amorevole famiglia alle spalle, degli studi alla Columbia, e un lavoro da agente pubblicitario, tutto si può dire della vita di Eudora Welty tranne che sia stata ricca di avvenimenti e colpi di scena.

Il suo carattere placido e franco, di cui il lettore può avere vivida percezione già dai suoi libri, l’ha portata ad avere un’esistenza lunga e tranquilla: senza amori burrascosi e priva di una famiglia propria, Eudora Welty amava osservare la sua gente e ritrarla attraverso la scrittura o attraverso la macchina fotografica. In una delle sue ultime interviste, al Paris Review, Welty ha dichiarato che non le sarebbe piaciuto leggere una propria biografia e di certo questa ritrosia, da parte di una persona votata al silenzio e all’anonimato, non stupisce.

La figlia dell'ottimista di Eudora Welty

Eudora Welty: un talento spontaneo

La sincerità è forse da questo punto di vista il tratto più caratteristico della sua opera. I romanzi e racconti, così come le fotografie, raccontano piccole istantanee esistenziali, momenti toccati dalla grazia e quadri umani in cui è completamente assente qualsiasi giudizio morale del narratore. Autrice principalmente di racconti, Eudora Welty ha avuto una carriera per molti versi eccezionale, a partire dalla semplicità con cui scriveva.

Welty, infatti, non ha iniziato la sua carriera nel segno dell’ambizione. Molto più semplicemente, le “capitava” di scrivere, da sempre, fin da quando era bambina. E con la stessa semplicità con cui ha prodotto i suoi primi racconti, si è informata sui nomi delle riviste a cui poteva inviarli per dargli una destinazione. Ugualmente immediate sono state le risposte e le attestazioni di stima e, così, la giovane scrittrice ha continuato ad affiancare al suo lavoro l’attività, collaterale eppure necessaria e istintiva, della scrittura.

Una scrittrice di racconti

Un altro elemento particolare della carriera letteraria di Eudora Welty è il fatto che, a dispetto dei dettami dell’industria editoriale, i suoi racconti siano stati pubblicati ben prima che venisse conosciuta dal pubblico dei lettori di romanzi, più vasto e in grado di assicurare maggior fama e volume di vendite. Il suo racconto di esordio, Morte di un commesso viaggiatore, infatti, è del 1936, e a questo ne seguiranno svariati altri prima che Welty decida di pubblicare il primo romanzo, Lo sposo brigante, nel 1942. D’altronde Eudora Welty non scriveva per dovere ma per piacere, e difficilmente avrebbe potuto cimentarsi prima del tempo in qualcosa che non le era congeniale.

Una coltre di verde, racconti di Welty

Sin dai primi testi, in ogni caso, si intravede quella che sarà la linea a cui Eudora Welty aderirà più o meno consapevolmente per tutti i suoi libri. Le sue, infatti, sono e resteranno vicende intime, spesso dolorose, ma raccontate con una prosa lieve e raffinata, sottile, lontana da ridondanze e ricerche di pathos. Welty sa essere ironica, spesso, e quello che i suoi racconti comunicano al lettore – in conclusione – è un senso di pace, oltre alla necessità della gentilezza come motore risolutivo dei conflitti.

Scandagliare l’animo umano

In generale, assistiamo a una profonda analisi dei personaggi, rivendicata da Welty stessa, che riteneva fondamentale conoscerne prima il carattere e i sentimenti, per poter poi delineare le loro vicende. Ogni nostra azione, d’altronde, risponde alla nostra indole e ai nostri sentimenti, e in questo la vita letteraria dei personaggi di finzione non fa eccezione.

Un altro elemento di fondamentale importanza, per Welty, è l’ambientazione, il paesaggio – geografico e umano – che fa da sfondo alle vicende. Eudora Welty ha sempre raccontato il suo Sud, fatto di legami umani profondi, chiacchiere all’aria aperta e piccoli consorzi umani in cui tutti si conoscono. Questo, d’altronde, è quello che Eudora Welty conosceva, l’ambiente della sua Jackson così diverso, per certi versi, dal Nord degli Stati Uniti e dalla grande New York che domina tanta parte della letteratura nordamericana.

Welty letteratura americana

E in Italia? Un interesse rinnovato

In Italia, nonostante alcune pubblicazioni, tra cui quelle di Longanesi e Bompiani prima e di Fazi poi, i libri di Eudora Welty sono stati per lungo tempo difficilmente reperibili. A oggi è in corso la ripubblicazione dell’opera di Welty da parte di due editori, entrambi romani. Racconti edizioni ha già in catalogo due raccolte, quella d’esordio Una coltre di verde (del 1941) e Un attimo immobile (entrambi nella traduzione di Isabella Zani e Vincenzo Mantovani); mentre per Minimum Fax, che già aveva pubblicato delle sue brevi raccolte di saggi, è uscito nel 2018 il romanzo che è valso a Eudora Welty il Premio Pulitzer (del 1973): La figlia dell’ottimista (traduzione di Simona Fefè), e la casa editrice ha in programma di continuarne la pubblicazione.

La figlia dell’ottimista

La figlia dell’ottimista è un romanzo breve (non arriva alle duecento pagine) ma perfettamente rappresentativo dello stile di Welty: oggetto della storia è un dramma famigliare, che tuttavia arriva al lettore mediato sia dallo stile, che spicca limpido sulla trama, sia dalla costruzione dei personaggi e delle loro interazioni. Il dato grottesco e ironico, comunque presente, non ha la meglio sulla forza empatica della vicenda e il lettore non si trova mai abbandonato al caos.

Il caos, d’altronde, è un concetto che doveva essere molto lontano dall’esperienza di Eudora Welty, una scrittrice che sia all’inizio della carriera, sia quando, ormai celebre, aveva una schiera di lettori che bussava alla sua porta, ha sempre mantenuto un riserbo gentile. Un garbo che i lettori ritrovano, intatto e luminoso, nelle pagine dei suoi racconti e dei suoi romanzi.

Nozze sul Delta

Nozze sul Delta

E veniamo all’ultima novità, legata alla riscoperta di questa autrice. Nell’estate 2020, sempre minimum fax, (ri)porta in libreria Nozze sul Delta (traduzione di Simona Fefè): la trama ci porta nel 1923, quando una bambina, Laura, sale a bordo del treno la porterà nella grande piantagione sul delta del Mississippi dove sua cugina, la diciassettenne Dabney, sta per sposarsi con Troy, che ha il doppio della sua età e gestisce quella piantagione. La piccola non lo sa, ma l’invito alle nozze è anche un modo per metterla alla prova e per decidere se ammetterla o meno nel cuore della grande famiglia…

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