Se c’è uno scrittore capace di raccontare le contraddizioni del mondo contemporaneo con uno sguardo tagliente e umano, quello è George Saunders. Maestro del racconto breve e voce tra le più originali della letteratura postmoderna, intreccia satira, malinconia e sperimentazione linguistica per esplorare le fragilità della società americana. Dai suoi racconti fulminei e surreali al rivoluzionario “Lincoln nel Bardo”, fino alla nuova uscita “Giorno della liberazione”: ripercorriamo il percorso di un autore capace di trasformare l’inquietudine del presente in (tagliente) letteratura…
Tra le voci più originali e sovversive della letteratura contemporanea, nei suoi libri George Saunders è capace di smontare e ricostruire la realtà con uno sguardo al tempo stesso ironico e profondamente umano.
Nato il 2 dicembre 1958 ad Amarillo, in Texas, e cresciuto a Chicago, l’autore americano ha saputo imporsi come un maestro del racconto breve, facendo della sua scrittura un laboratorio di sperimentazione narrativa e linguistica.
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La laurea in ingegneria geofisica e la consacrazione con Pastoralia e Dieci dicembre
Laureato in ingegneria geofisica, con un passato da tecnico in un campo petrolifero in Indonesia, Saunders ha portato nella sua letteratura un occhio analitico sulla società americana, mescolando satira, surrealismo e malinconia. Le sue storie, intrise di humor nero e di una vena di tenerezza disarmante, esplorano le contraddizioni dell’epoca contemporanea: il consumismo sfrenato, la disumanizzazione del lavoro, la violenza del capitalismo, la fragilità delle relazioni umane.
“Una storia può avere un fascino immediato oppure avere un che di ‘oh-sei-uno-stronzo’ – questo è un termine tecnico – per poi conquistarti. Questa è una relazione più potente, proprio come in una vera relazione”, racconta l’autore in un’intervista al The Guardian, a riconferma della sua relazione effervescente con la parola e con la narrazione, focus primario dell’intervista dello scrittore per ilLibraio.it.
La consacrazione presso il grande pubblico è arrivata con raccolte di racconti come Pastoralia e Dieci dicembre, in cui Saunders tratteggia con uno stile fulmineo e tagliente universi al tempo stesso familiari e alienanti, abitati da personaggi che lottano contro sistemi opprimenti e situazioni grottesche. Ma è con Lincoln nel Bardo, romanzo sperimentale e vincitore del Man Booker Prize, che ha compiuto un salto ulteriore, mescolando voci, frammenti e documenti in un’opera che sfida i confini del romanzo storico e della narrazione corale.
Tra sperimentazione linguistica e un’indagine profonda sulla condizione umana, Saunders continua a essere un punto di riferimento per la letteratura postmoderna, capace di raccontare con lucidità e compassione il caos del mondo contemporaneo. Esploriamo ora tutti i suoi libri – dai racconti brevi a quelli lunghi, passando per romanzi e saggi – fino alla sua ultima uscita Giorno della liberazione, ennesima riconferma del talento cristallino del paroliere statunitense.
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Bengodi e altri racconti
Bengodi e altri racconti (1996, minimum fax, traduzione di Cristiana Mennella) è la prima raccolta di racconti di George Saunders, pubblicata originariamente nel 1996 e subito finalista al Pen/Hemingway Award. Questa selezione è capace di mescolare satira sociale, ironia tagliente ed empatia: nei sei racconti e nel romanzo breve che compongono il volume – a cui si aggiungono un inedito e una lunga nota dell’autore – Saunders tratteggia un futuro prossimo inquietante, in cui i difetti e le contraddizioni della società contemporanea vengono esasperati fino a conseguenze grottesche e inquietanti. Un’opera spietata e visionaria, in cui la critica sociale si intreccia a un umorismo feroce, trasformando la lettura in un’esperienza tanto provocatoria quanto profondamente umana.
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Pastoralia
Tra i migliori libri di Saunders spicca Pastoralia (2000, minimum fax, traduzione di Cristiana Mennella), seconda raccolta di racconti di uno degli autori più originali e corrosivi della letteratura americana contemporanea. In un futuro distorto, dominato da un capitalismo impietoso e da un’ossessione per la produttività, i protagonisti si muovono in scenari surreali: un cavernicolo impiegato in un parco a tema deve destreggiarsi tra capre da scuoiare e report aziendali, uno spogliarellista è giudicato da clienti armate di rigide classifiche estetiche, mentre altri inseguono l’illusione del successo in corsi motivazionali o nelle aule di recupero per guidatori indisciplinati.
Con una prosa affilata e visionaria, Saunders costruisce un mondo grottesco e assurdo, in cui il riso e l’angoscia si mescolano continuamente. Ma è proprio tra le pieghe di questa realtà spietata che l’autore individua scintille di umanità e compassione, trasformando ogni racconto in un’esperienza tanto ironica quanto sorprendentemente toccante.
Nel paese della persuasione
La raccolta di racconti che ha consacrato George Saunders è indubbiamente Nel paese della persuasione (2006, Feltrinelli, traduzione di Cristiana Mennella). In questi racconti, l’autore di short stories costruisce un mondo che somiglia al nostro, ma filtrato attraverso una lente deformante: il consumismo, la cultura dello spettacolo e il potere della pubblicità vengono portati all’eccesso, trasformando le esperienze quotidiane in incubi burocratici e grotteschi.
Portare un nipote a teatro, cucinare una bistecca, persino innamorarsi e crescere un figlio diventano imprese surreali, mentre soap opera, snack industriali e scimpanzé da laboratorio sembrano acquisire una vita propria. In bilico tra satira e assurdo, Saunders mette in scena un universo caotico ma profondamente umano, in cui riaffermare il valore del libero pensiero e dei legami autentici diventa un atto di resistenza.
Volpe 8
Volpe 8 (2013, Feltrinelli, traduzione di Cristiana Mennella, illustrazioni di Chelsea Cardinal) è una novella delicata e potente, un apologo moderno che riflette sul rapporto tra esseri umani e natura: protagonista e voce narrante è una volpe curiosa e sognatrice che, dopo aver ascoltato gli umani, ha imparato a comprendere il loro linguaggio.
Ma il suo sguardo ingenuo e pieno di meraviglia si scontra presto con la realtà di un mondo dominato dall’avidità e dall’indifferenza verso gli altri esseri viventi. Tra momenti di comicità involontaria e passaggi di toccante malinconia, Saunders costruisce una favola moderna che arriva dritta al cuore. Illustrato con grazia da Chelsea Cardinal, Volpe 8 è un piccolo esperimento letterario che diverte, commuove e invita a riflettere sul nostro modo di abitare il mondo e sulle conseguenze delle nostre azioni.
Dieci dicembre
Tra i migliori libri di George Saunders anche Dieci dicembre (2013, minimum fax, traduzione di Cristiana Mennella), raccolta di dieci racconti dove l’autore sfuma i confini tra realismo e immaginazione, alternando scenari surreali – laboratori in cui si sperimentano psicofarmaci dai risvolti inquietanti, periferie dove donne straniere sembrano sospese tra gli alberi – e ritratti di quotidianità solo apparentemente ordinaria.
Ci sono famiglie alle prese con il ritorno di un figlio dalla guerra, sconosciuti che irrompono nelle vite altrui, personaggi messi di fronte a scelte difficili tra egoismo e sacrificio, paura e compassione. Con uno stile inconfondibile, capace di fondere ironia, malinconia e una profonda empatia per i suoi protagonisti, Saunders costruisce dieci storie che sorprendono e commuovono, trasformandosi in parabole moderne sulla complessità dell’animo umano.
Lincoln nel Bardo
Lincoln nel Bardo (2017, Feltrinelli, traduzione di Cristiana Mennella) è il romanzo con cui George Saunders, maestro della forma breve, si è avventurato per la prima volta nella narrativa lunga, conquistando il Man Booker Prize. Ci troviamo qui nel febbraio 1862: la Guerra Civile americana è in corso e Abraham Lincoln affronta non solo la crisi del Paese, ma anche la perdita del figlio undicenne, Willie.
Il dolore del presidente si intreccia con un’ambientazione straordinaria: un aldilà sospeso, ispirato al Libro tibetano dei morti, in cui le anime si aggirano in bilico tra la vita e l’oblio. Tra queste, Willie, incapace di separarsi dal padre, e Lincoln stesso… Saunders costruisce qui un romanzo corale, in cui le voci degli spiriti, ora ironiche ora struggenti, si mescolano a documenti storici e invenzione narrativa.
Ghoul accovacciato numero otto
Tra i racconti lunghi di Saunders anche Ghoul accovacciato numero otto (2021, Zona 42, traduzione di Cristiana Mennella), dove l’autore americano mescola commedia nera e distopia, costruendo un mondo tanto assurdo quanto inquietantemente familiare.
In un labirintico complesso sotterraneo che ricorda un incubo aziendale a metà tra Disneyworld e l’inferno, una comunità vive seguendo regole ferree, necessarie per evitare punizioni brutali e garantire un equilibrio precario. Brian, impiegato modello, si attiene alle norme senza porsi troppe domande, fino a quando un amore proibito e un crescente senso di inquietudine lo spingono a mettere in discussione il sistema. Ma in un mondo in cui ogni trasgressione può avere conseguenze estreme, dubitare è un lusso pericoloso…
Giorno della liberazione
L’ultimo libro di George Saunders è Giorno della liberazione (2025, Feltrinelli, traduzione di Cristiana Mennella), nuova raccolta di racconti che intraprende un viaggio attraverso nove mondi surreali e disturbanti, dove la realtà si sgretola e lascia emergere le prigioni – fisiche, psicologiche e sociali – in cui sono intrappolati i personaggi.
Accanto a queste visioni futuribili si trovano storie di inquietante quotidianità, come La mia casa, in cui l’ossessione per ciò che si desidera si rivela vana, o L’audace mamma d’azione, che indaga il confine tra sacrificio e identità: con il suo stile inconfondibilmente sagace Saunders porta un libro che smaschera le illusioni della modernità e sfida a riflettere sul potere, sulla libertà e su ciò che significa davvero essere vivi.
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L’egoismo è inutile: elogio della gentilezza
Accanto a racconti brevi e lunghi troviamo anche qualche intervento pubblico, come ad esempio L’egoismo è inutile. Elogio della gentilezza (2014, minimum fax, traduzione di Cristiana Mennella). Questo è un piccolo testo che raccoglie il celebre discorso che George Saunders ha tenuto ai neolaureati della Syracuse University, diventato virale in poche ore e condiviso da migliaia di persone. In un mondo che premia l’ambizione e la competizione sfrenata, lo scrittore offre un punto di vista radicalmente diverso: la gentilezza non è debolezza, ma la qualità più preziosa per dare senso alla propria vita.
L’ era del cervello piatto
L’era del cervello piatto (2020, Feltrinelli, traduzione di Cristiana Mennella) segna invece la prima incursione di George Saunders nella saggistica, rivelando la sua capacità di intrecciare riflessione politica, viaggio e letteratura con l’ironia e la lucidità che lo contraddistinguono.
Dall’incontro con il leggendario Buddha Boy, un giovane monaco nepalese avvolto dal mistero, alla sontuosa artificialità di Dubai, fino al cuore delle milizie armate americane che pattugliano il confine con il Messico, Saunders esplora il mondo con sguardo curioso e disincantato, sempre alla ricerca di cosa si cela dietro le narrazioni dominanti. Rifacendosi alla tradizione di Mark Twain e Kurt Vonnegut, lo scrittore traccia un ritratto tagliente dell’America contemporanea, un’epoca dominata da slogan e informazione semplificata, dove il dibattito si riduce spesso a puro rumore.
Un bagno nello stagno sotto la pioggia
In ultimo Un bagno nello stagno sotto la pioggia (2022, Feltrinelli, traduzione di Cristiana Mennella), un libro che non è semplicemente un manuale di scrittura, ma una riflessione profonda sulla letteratura, il mestiere di scrivere e la vita stessa.
In questo straordinario viaggio, George Saunders tratta in sette racconti Turgenev, Tolstoj, Čechov e Gogol‘, vere e proprie “scatole nere” da esplorare, ricche di informazioni inaspettate e lezioni sulla scrittura. Non si tratta solo di analizzare le trame, ma di entrare nella mente degli autori, scoprendo un approccio nuovo alla lettura e alla creazione narrativa, così come un invito a riflettere sul nostro mondo, oltre noi stessi. Un’opera che fonde umiltà e grandezza, un invito a guardare la letteratura e il mondo da una prospettiva più ampia.
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