Non un libro accademico, non un libro di critica televisiva, non un libro scritto da esperti e rivolto a esperti, ma un romanzo sentimentale: Giorgio Biferali racconta su ilLibraio.it “Guida tascabile per maniaci delle Serie TV”

“Non importa cosa abbiamo fatto in passato o come verremo ricordati, quello che importa è il presente, questo momento, quest’unico momento spettacolare che stiamo condividendo”, dice Bojack Horseman a Sarah Lynn, mentre sono seduti, al buio, a vedere le stelle nel planetario. Lo so che vado un po’ controtendenza, che è un anno, questo, in cui ci siamo affidati a qualsiasi cosa, pur di non pensare al presente. Però qualcosa di buono rimane, rimarrà, ecco, il miracolo delle piccole cose, la nostalgia della vita di prima, non tutta, solo quella parte in cui i giorni non erano così pieni di gesti mancati.

Nonostante tutto, per fortuna, i libri continuano a uscire, e non c’era alcun motivo per rimandare di qualche mese la Guida tascabile per maniaci delle serie tv, curata da me e pubblicata da Edizioni Clichy. Il fatto che sia una guida, che almeno venga annunciato nel titolo, potrebbe essere fuorviante. Non è un libro accademico, non è un libro di critica televisiva, non è un libro scritto da esperti di cinema e tv rivolto a esperti di cinema e tv, è un grande romanzo sentimentale che raccoglie le immagini, i momenti, le storie che sono passate attraverso i nostri occhi, e che sono entrate a far parte della nostra vita. Dico nostra, perché senza The 88 Fools, non ce l’avrei mai fatta. Siamo come dei passeur, per dirla alla Pennac, degli attivatori della meraviglia. Ci piace raccontare le storie che ascoltiamo, vediamo, ricordiamo, senza la pretesa di dover insegnare nulla.

In un modo o nell’altro, a pensarci bene, per noi è stata anche l’occasione ideale per esorcizzare un anno in cui in tv, alla fine, abbiamo visto anche qualcosa di bello. Per celebrare un linguaggio, una forma narrativa che somiglia molto al nostro modo di esprimerci, che è adatta ai nostri tempi frenetici, in cui ci sentiamo sempre occupati, non abbiamo mai tempo, dove ogni cosa è in grado di poterci distrarre. Ricordo un episodio dei The Pills in cui c’è una coppia che litiga. “Che siamo io e te?”, gli chiede lei, “qualche puntata pilota? Qualche episodio occasionale, al massimo una miniserie?”, gli chiede lei. “Ma ci siamo visti Stranger Things l’anno scorso”, risponde lui. Lei sminuisce la cosa, vorrebbe che lui si impegnasse di più, che facesse il grande passo, che vedesse serie più lunghe con episodi che durano di più, come House of Cards o I Soprano. Uno sketch geniale, in cui vengono raccontate diverse verità. I pregiudizi su alcune serie tv, che poi portano ai pregiudizi sulle serie tv in generale che, come successe alla fotografia con la pittura, vengono considerate meno valide, meno importanti dei film. Un genere, questo, che ormai si sta facendo grande e che ha prodotto già alcune forme di snobismo, dai nostalgici degli anni Novanta a quelli che credono che la qualità di una serie dipenda anche dalla sua durata. E infine l’ossessione per le serie tv, che ci porta a cliccare compulsivamente “al prossimo episodio” su Netflix, che ci fa mentire a noi stessi, neanche fossimo la versione moderna di Zeno Cosini, quando ci raccontiamo che questo sarà l’ultimo episodio che vedremo oggi, che porta sociologi, antropologi di fama mondiale, a parlare di binge watching, che porta i creatori di Black Mirror a produrre un episodio in cui siamo noi a scrivere la storia, il destino dei personaggi, un po’ come se la nostra vita fosse un episodio di Black Mirror.

Abbiamo dovuto pensare a tutto questo, mentre stavamo immaginando la nostra guida. Si apre con l’elenco di tutte le serie tv, da Lucy e io (Usa 1951-1957) a The Last Dance (2020), quando le serie venivano chiamate sceneggiati, teledrammi, telefilm. Poi si passa a quelle “imperdibili”, per noi, alle biografie degli ideatori, alle battute migliori, come quella che ha aperto questo pezzo, ai luoghi in cui sono state girate le serie (anche quelli immaginari come Alto Giardino de Il Trono di Spade), alle epoche, alle più belle storie d’amore (tipo Dylan e Brenda, Rachel e Ross, Dawson e Joey), ai premi, alle playlist, alle curiosità, come che Adam Brody, di The O.C., aveva così paura delle barche che per girare le scene in mare hanno dovuto usare una controfigura, o che i resti dell’aereo sparsi per l’isola in Lost sono stati usati come percussioni per la colonna sonora della serie. Un libro che in copertina, una copertina eccentrica, dai colori accesi, quasi come le sneakers della Lidl, mette in mostra i due antieroi della prima stagione di True Detective, che si propone come un viaggio, ideale per chi ha una lista di serie su diverse piattaforme ma non ha avuto ancora la forza di guardarle tutte, per chi è perennemente indeciso, curioso, e vuole dare una forma diversa all’attesa, recuperare un rapporto con il tempo perduto e con quello libero, per chi ha, e avrà sempre, bisogno di storie.

Guida tascabile per maniaci delle Serie TV

L’AUTOREGuida tascabile per maniaci delle Serie TV (Edizioni Clichy) è il nuovo libro di Giorgio Biferali, nato a Roma nel 1988.

Biferali ha pubblicato A Roma con Nanni Moretti (2016), una sorta di diario di viaggio scritto insieme a Paolo Di Paolo e tradotto in Francia; il racconto illustrato Italo Calvino. Lo scoiattolo della penna (2017); il suo romanzo d’esordio, L’amore a vent’anni (2018), è stato presentato al Premio Strega. Per La Nave di Teseo è uscito Il romanzo dell’anno. Insegna Italiano e Storia in un liceo. Ed è poi tornato in libreria per Edizioni Clichy con Code dell’altro mondo, raccolta di brevi racconti illustrati da Elisa Puglielli.

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