Becky Bloomwood è ciò che siamo quando acquistiamo abiti troppo stretti spacciandoli per incentivo a buttar giù qualche chilo, ma è anche ciò che vorremmo essere se solo avessimo il coraggio di esserlo. E ora è tornata. In “I love shopping a Natale”, il suo nuovo romanzo, Sophie Kinsella riesce a cogliere le abitudini e le piccole manie di ognuno di noi, e ci ride su con tanta genuinità che è davvero difficile non ridere insieme a lei…

Se per voi gli alberi di Natale potrebbero essere sempre un po’ più addobbati, le vetrine un po’ più illuminate e il catalogo Netflix dei film natalizi un po’ più ricco, preparatevi a dare a Becky Brandon (nata Bloomwood) il più caldo dei benvenuti. Anzi, bentornati.

I love shopping a Natale (titolo originale, Christmas Shopaholic, edito Mondatori, con traduzione di Stefania Bertola) è il decimo libro della saga I love shopping di Sophie Kinsella, a giusto diritto parte dell’olimpo della chick lit insieme a titoli come Il diario di Bridget Jones di Helen Fielding e la serie Sex and the City di Candace Bushnell.

Sophie Kinsella I love shopping a Natale

Era dal 2016 che Becky non dava sue notizie. Conclusa la breve e non troppo brillante avventura americana, sceglie il momento migliore per tornare; d’altra parte, si scrive Natale, si legge shopping. La ritroviamo proprio come l’abbiamo lasciata, e anche come ci aspetteremmo di trovarla: nel pieno di una sessione di acquisti sfrenati. Ma nel 2019 lo shopping si fa online, e porta con sé nuovi nemici da combattere; primo tra tutti, le spese di spedizione.

“Nel corso degli anni il mio modo di vivere lo shopping è cambiato. O forse sono cambiata io”.

In realtà, Becky non è cambiata poi così tanto. Certo, sono ben lontani i tempi in cui era single e viveva in città con la sua coinquilina Suze. Ora ha un marito, una figlia e una splendida casa in campagna, ma ciò non le impedisce di dedicarsi a maratone di shopping online spacciandole per intense sessioni di meditazione.

“E comunque, secondo me lo shopping è una forma di mindfulness. Dimentico ogni altra preoccupazione. Sono nel momento presente. Qui e ora.”

E così, accompagnata dall’ansiogeno reminder “il tuo carrello sta per scadere” e dalla consapevolezza di dover lottare per accaparrarsi l’affare migliore, Becky acquista abiti, sciarpe, statue orrende, forniture di cosmetici che non le basterà una vita a consumare.

Per avere ciò che desidera, Becky farebbe di tutto; e, cosa ben più importante, farebbe di tutto per far avere agli altri ciò che desiderano. Inventare una nuova parola norvegese (“don’t worry, be sprygge!”), aderire a un club bicentenario per giocatori di biliardo, acquistare trenta campioncini di dopobarba e spruzzarli sul collo del marito durante la notte per essere sicura di scegliere quello giusto.

Becky è ciò che siamo quando acquistiamo abiti troppo stretti spacciandoli per incentivo a buttar giù qualche chilo, o quando fingiamo di essere persone di mondo per impressionare il nostro ex ragazzo (“era Tbilisi o… Tenerife? E comunque, li senti ancora gli altri della band?”). La Kinsella riesce a cogliere le abitudini e le piccole manie di ognuno di noi, e ci ride su con tanta genuinità che è davvero difficile non ridere insieme a lei.

Perfino l’ossessione di Jess, sorella di Becky, per tutto ciò che è etico, riciclabile e vegano (“Non possiamo pensare che riciclare basti per portarci fuori dalla catastrofe da inquinamento di plastica che sta devastando il nostro pianeta in questa dissennata frenesia consumistica”), diventa esilarante quando ha come conseguenza la creazione del tacchino ‘Peppa Pig’, a base di donut.

Al contempo, Becky è ciò che vorremmo essere se solo avessimo il coraggio di esserlo. È colorata, frizzante, spesso inappropriata e per questo irresistibile. Alla notizia che quest’anno il Natale si festeggerà a casa sua, rischia un esaurimento nervoso: i parenti possono essere davvero complicati da gestire e, soprattutto, da soddisfare.

Ed eccola combattere con ferocia per accaparrarsi l’ultima decorazione natalizia a forma di lama, ordinare per errore tredici chili di salmone affumicato che non ha altra scelta che lasciare in giardino, tenere un commovente discorso contro la disparità di genere solo per partecipare a una lotteria.

Per quanto surreali e paradossali siano le situazioni disegnate dalla penna della Kinsella, il lettore può godersele senza preoccuparsi di come andrà a finire. Perché, per quante disgrazie e sventure potranno abbattersi sulla protagonista, il genere chick lit ci rassicura: “andrà tutto bene, goditi il viaggio”. E quello di Becky Brandon (nata Bloomwood) alle prese con il Natale è un viaggio che vale la pena godersi senza farsi troppe domande, lasciandosi trascinare da una leggerezza spontanea come la protagonista.

“Tutto quello che il Grinch può rubare, non è Natale” è un motto che ricorre più volte nel romanzo. Il Grinch potrebbe rubare delle sciarpe in seta di Denny & George in offerta a trenta sterline, ma un lieto fine no, non potrebbe mai rubarlo.

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