Capolavoro di Oscar Wilde, “Il ritratto di Dorian Gray” racconta bene un’epoca, una precisa concezione dell’arte, il conflitto interiore di chi desidera tenere inalterata la propria bellezza e la giovinezza, anche a costo di vendersi l’anima. “Un’idea vecchia nella storia della letteratura, ma a cui ho dato nuova forma”, commentò l’autore…

Un ritratto dal potere straordinario di rappresentare la corruzione e l’invecchiamento del suo modello; un pittore idealista, pieno di buoni sentimenti; un lord senza scrupoli, dedito al vizio; un ragazzo che si fa modellare tra le mani di un mefistofele moderno. Considerato emblematico di quel periodo che traghetta dall’Ottocento al Novecento, pieno di contraddizioni, pulsioni all’innovazione e forme di censura, Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde contiene una meravigliosa riflessione sull’“arte per l’arte”, tema caro all’autore, ma anche molto altro.

Ecco sette ragioni per cui leggere (o rileggere) questo celebre romanzo breve, considerato un classico della letteratura.

Il ritratto di Dorian Gray oscar wilde

1) UN PITTORE STRAORDINARIO E UN MODELLO PURO

Nelle prime pagine, un pittore di fama, Basil Hallward, sta portando a termine il ritratto del diciassettenne Dorian Gray: da quando lo ha come modello, la sua arte è notevolmente migliorata. Ecco perché, dopo averlo già impiegato in più quadri, ha pensato di dedicargli un ritratto a figura intera, che si rivela sempre più straordinario, al punto da portare Hallward a non volerlo esporre. Il motivo? “Vi ho messo troppo di me”, confessa Basil Hallward, schermendosi davanti alle insistenze dell’amico Lord Henry Wotton.

Dorian ci viene presentato dunque così, all’inizio della storia: attraverso la sua immagine sulla tela; solo poco dopo i due uomini avranno modo di incontrare il ragazzo. Al suo ingresso in scena, accanto alla bellezza, emerge una certa capricciosità nel cercare di sottrarsi all’ennesima noiosa seduta di posa. E se Basil lo ricrea sulla tela, Henry sarà colui che più lo influenzerà nella vita (“Il ragazzo era in gran parte una sua creazione: e quanto precoce”, penserà il Lord più in là).

2) L’AMICO CORRUTTORE CONQUISTA A SUON DI AFORISMI

Fin da subito, Dorian è incuriosito da quel singolare ospite; ecco perché invita Lord Henry Wotton a fermarsi e a discorrere con lui, aiutandolo a distrarsi mentre Basil dipinge silenziosamente, rapito dalla sua arte. Da molti considerato alter ego di Oscar Wilde, Lord Henry è il tentatore per eccellenza, un dandy che ha sperimentato tanti, forse troppi stimoli e piaceri della vita, e ora non trova più pieno appagamento né felicità. Sicuro di sé e pieno di aforismi taglienti nel tratteggiare una concezione piuttosto disillusa dell’esistenza, Lord Henry si interessa subito a Dorian, perché lo attraggono la sua bellezza sconfinata e l’ingenuità della sua giovinezza.

Non ci vuole molto perché Henry affermi: “Sì, Dorian, ti piacerò sempre, perché rappresento tutti i peccati che non hai mai avuto il coraggio di commettere”. Con i suoi consigli contro corrente, più volte contrari al matrimonio o alla monogamia, con le letture disinibite, con il suo modo di agire in società, Lord Henry appare un modello per Dorian. Benché qualche volta il giovane provi a resistere al suo cinismo e alla sua ricerca smodata dei piaceri, più spesso soccombe davanti a quell’egoista irriverente, così magnetico, “sempre pronto per un’emozione nuova”, incerto sulla possibilità di trovarne.

3) UN QUADRO STRAORDINARIO RAPPRESENTA IL FASCINO E IL DISGUSTO DELLA DEPRAVAZIONE

Messo davanti all’inevitabile corrompersi della bellezza legato all’invecchiamento, Dorian Gray esprime davanti a Lord Henry un desiderio che gli sarà fatale: darebbe qualsiasi cosa, purché fosse il quadro a invecchiare al suo posto! Ed è qui che Oscar Wilde inserisce l’elemento fantastico e vagamente orrorifico nel suo romanzo: più le azioni di Dorian si fanno riprovevoli o addirittura spregevoli, più il ritratto cambia espressione. Certo, all’inizio è difficile accettare queste mutazioni inspiegabili, ma poi Dorian “si innamorava sempre più della sua bellezza, e sempre più era affascinato dal corrompersi della sua anima”, testimoniato sulla tela. Gli scandali restano però perlopiù appena sussurrati, perché qualcosa nel suo aspetto così angelico e delicato sembra continuamente smentire qualsiasi accusa. Quel “suo strano e pericoloso fascino” di uomo che resta sempre un eterno ragazzo dai riccioli biondi diventa oggetto di pettegolezzi, sì, ma continua a esercitare attrazione.

4) ACCUMULARE TESORI PER COLMARE UN VUOTO

E dove non arriva il fascino, subentra la ricchezza. Dorian Gray si dimostra nel corso degli anni un collezionista seriale di tesori, considerati “strumenti di oblio, modi con cui sfuggire – per qualche tempo – a un terrore che a volte sembrava troppo grande da sopportare”. E Oscar Wilde elenca per pagine di descrizioni tessuti ricchissimi, paramenti ecclesiastici e altri oggetti sacri di grande valore, profumi, gioielli di varie epoche, strumenti musicali provenienti da tutto il mondo… Tutto ciò può davvero portare Dorian a dimenticare che in un vecchio e polveroso studio, all’ultimo piano, sotto una stoffa drappeggiata si nasconde il dipinto di Hallward? Solo per alcune settimane, perché poi Dorian si ritrova nuovamente davanti al quadro, “a volte pieno di disgusto per il ritratto e per se stesso, altre volte, invece, carico di quell’orgoglio di sé che rappresenta almeno metà del fascino del peccato”.

5) “VORREI POTER AMARE”

Durante i primi tempi della frequentazione di Lord Henry, Dorian si innamora di un’attrice ancora più giovane di lui, Sibyl Vane. La ragazza, scoperta per caso in un teatro scalcagnato, risalta col suo talento accanto agli altri attori, così ordinari o addirittura scarsi. Qualsiasi ruolo impersoni, Sibyl è in grado di conquistare Dorian con la sua capacità di immedesimarsi totalmente in quanto recita. Anche la ragazza nutre dei sentimenti nei confronti del protagonista, che spera di poter conquistare.

Figura archetipica dell’eroina sfortunata, attrice bella e talentosa ma squattrinata, Sibyl si sente “libera nel carcere della passione. Inoltre vede in Dorian l’occasione per un suo possibile riscatto sociale e per porre fine ai debiti contratti dalla madre, che la costringono a recitare. Ma quel che non sa nessuno è che Sibyl sarà solo la prima delle tante vittime del “nuovo” Dorian, quello che ha a cuore anzitutto il soddisfacimento dei propri desideri.

6) UN ROMANZO BREVE CHE HA LASCIATO ESAUSTO IL SUO AUTORE

Quando nel settembre 1889 l’editore americano J.M. Stoddart chiese ad Arthur Conan Doyle e a Oscar Wilde due romanzi brevi da pubblicare sulla Lippincott’s Monthly Magazine, non si aspettava probabilmente che avrebbe stretto tra le mani due opere che sarebbero diventate a dir poco celebri: rispettivamente Il segno dei quattro, secondo racconto di Sherlock Holmes, e Il ritratto di Dorian Gray. Per quanto riguarda Wilde, la consegna gli sarà possibile solo nel giugno del 1890 e l’autore si dichiara “esausto” al termine di questa sua prima impresa di scrittura più lunga e strutturata; il suo romanzo breve sarà pubblicato sul numero di luglio della rivista.

7) LO SCANDALO DI UN ROMANZO SCOMODO

La ricezione dell’opera ha raccolto subito pareri discordanti, ma sono state le voci più detrattive e conservatrici a gridare allo scandalo. Non solo: Oscar Wilde ha dovuto scrivere più volte ai recensori, cercando di giustificare le proprie scelte e ricordando che l’opera d’arte va svincolata da qualsiasi impegno etico. Addirittura, nel 1895 alcuni brani del Ritratto di Dorian Gray sono stati usati contro di lui durante un processo all’autore per accusarlo di “condotta immorale”.

Tuttavia, le traversie affrontate dall’opera non hanno assolutamente fermato un successo che perdura nei secoli: basta una rapida ricerca online per accorgersi che Il ritratto di Dorian Gray ha ispirato numerose riduzioni teatrali, cinematografiche, spettacoli musicali e di balletto. Per non parlare della letteratura, che ha trovato e continua a trovare in Dorian ed Henry modelli indimenticabili a cui rifarsi.

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