In occasione del centenario dalla nascita di uno dei maestri della fantascienza, e dell’uscita della serie tv “Foundation” basata sul “Ciclo delle fondazioni”, un approfondimento sulla vita e sui libri di Isaac Asimov (2 gennaio 1920 – 6 aprile 1992), autore che visse in equilibrio tra capacità narrative e doti da scienziato. Grazie alla sua lungimiranza e alla sua ricerca, riuscì a intravedere problemi sociologici, economici e scientifici che sono ancora oggi sulla strada del nostro sviluppo comunitario…

Dei cento anni successivi alla sua nascita, Isaac Asimov (2 gennaio 1920 – 6 aprile 1992) aveva previsto più o meno tutto. Il padre del termine “robotica”, attraverso la sua produzione di più di cinquecento opere, raccontò una fantascienza profondamente calata nelle scienze e nell’analisi della natura umana. Ancora oggi le sue leggi della robotica costituiscono i punti saldi del rapporto tra l’umanità e la macchina del XXI secolo.

“La violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci”

A cento anni dalla nascita di Isaac Asimov, dalle sue opere e dalla sua vita raccogliamo un’eredità che ci testimonia quanto la lungimiranza, e la ricerca di una comprensione seppure minima del mondo che abitiamo, ci renda persone migliori. Per questo motivo, i suoi libri rappresentano un punto cardine della letteratura fantascientifica, trasformando un genere confinato al puro intrattenimento, in uno strumento di analisi creativo per studiare il nostro universo interiore.

Isaac Asimov Getty editorial 03/02/20

L’autore Isaac Asimov

Il padre della robotica

Isaac Asimov nacque in un giorno sconosciuto tra il 4 ottobre e il 2 gennaio del 1920 (avrebbe poi deciso di fissare la data del suo compleanno il 2 gennaio) a Petroviči, nella Russia del 1920, in piena guerra civile. Dopo soli tre anni la famiglia si trasferì a Brooklyn, New York. Lì, tra i quotidiani e le riviste in vendita nel negozio gestito dalla famiglia, venne in contatto con la fantascienza.

Suo padre gli regalò una macchina da scrivere all’età di sedici anni e la sua prima pubblicazione arrivò nel 1934, sulla rivista Boys High School’s literary journal, con un trafiletto ironico sulla nascita di suo fratello. Nel 1939 si laureò in chimica dopo aver abbandonato il percorso di studi in zoologia per aver rifiutato di sezionare un gatto.

Nello stesso anno vide la luce il primo racconto, Naufragio al largo di Vesta, dopo la mancata pubblicazione di due suoi racconti precedenti rifiutati da John W. Campbell, che avrebbe poi avuto sempre un ruolo formativo per l’autore.

In seguito, lo scrittore iniziò un rapporto di collaborazione con Astonishing stories – curato da Campbell – e Super Science Fiction, due popolari riviste di fantascienza che daranno fama alle maggior parte dei suoi racconti.

Isaac Asimov Astonishing stories

Una delle pubblicazioni di Isaac Asimov su Astonishing stories

Dopo aver conseguito il dottorato divenne professore di biochimica all’Università di Medicina di Boston, ruolo che manterrà per tutta la vita, ma che non rappresenterà la sua attività più remunerativa; pochi anni dopo, infatti, guadagnerà molto di più dall’attività di scrittore che non da quella di insegnante.

Il primo romanzo pubblicato fu Paria dei cieli nel 1950, e più tardi, la raccolta Io, robot primo elemento del ciclo dei robot, da cui è stata tratta la rappresentazione cinematografica del 2004 con protagonista Will Smith.

L’inizio degli anni Sessanta segnò l’ascesa della sua carriera da divulgatore scientifico: il suo interesse si concentrò nella pubblicazione di testi di chimica, fisica e astronomia, tra cui Il libro di fisica che ancora oggi è ritenuto uno dei saggi più conosciuti per l’approccio divulgativo che lo contraddistingue.

Nel 1972 Isaac Asimov pubblicò Neanche gli dei, suo preferito tra tutta la produzione, che gli valse il primo di sei premi Hugo, un Nebula e un Locus.

È del 1976 l’antologia del bicentenario, dal cui racconto principale, L’uomo bicentenario, è stato tratto il film del 1999 con protagonista Robin Williams.

Isaac Asimov L'uomo bicentenario

Locandina del film “L’uomo bicentenario”, ispirato a un romanzo di Isaac Asimov

Per tutta la sua esistenza Asimov visse in equilibrio tra le sue capacità narrative e le sue doti da scienziato, riuscendo a modellare la sua carriera in un percorso ricco di pubblicazioni e di riconoscimenti.

La sua attività d’autore conta più di cinquecento pubblicazioni, passando da tentativi di fantasy in stile tolkeniano a tomi di divulgazione scientifica per il grande pubblico, che rendono la sua intera produzione unica nel suo genere.

Per tutta la sua vita si definì ateo, umanista e razionalista. In politica si dichiarò legato al Partito Democratico, un oppositore della guerra in Vietnam e un sostenitore dell’energia nucleare. Si considerava un femminista ed era fermamente convinto del fatto che l’omosessualità dovesse essere considerata come un diritto morale dell’essere umano.

Nel 1988, durante un’intervista, Asimov propose un sistema di insegnamento supportato dai computer, dove le persone avrebbero potuto trovare facilmente informazioni di loro interesse, preannunciando qualcosa che avrebbe travolto il pianeta di lì a poche decadi. La sua lungimiranza lo portò alla pubblicazione nel 1991 di Our Angry Earth, dove affrontò temi inerenti alla crisi ambientale, trattando del sovrappopolamento, della dipendenza dalle risorse fossili e del riscaldamento globale.

Morì il 6 aprile del 1992, dopo essere stato infettato dall’HIV durante un’operazione di bypass cardiaco. Per paura di uno scandalo, la sua seconda moglie Janet rivelò solo dieci anni dopo l’avvenuto contagio del marito e le reali cause della morte, nella biografia scritta di suo pugno It’s been a Good Life.

In suo onore è stato denominato l’asteroide 5020 Asimov e un cratere sulla superficie di Marte.

Il ciclo dei robot

I racconti positronici, molti dei quali unificati successivamente in Io, robot (Mondadori, traduzione Laura Serra), furono pubblicati nel 1950, costruendo le fondamenta dell’intero arco narrativo sulla robotica. L’autore descrisse in questi racconti e nei successivi romanzi che compongono l’intero ciclo dei robot (Abissi d’acciaio 1954, Il sole nudo 1957, I robot dell’alba 1983, I robot dell’impero 1985), il rapporto tra la società umana e i robot positronici, così chiamati perché totalmente fedeli all’umanità. I libri hanno come protagonista Elijah “Lije” Baley e il suo partner robotico R. Daneel Olivaw, e raccontano di conflitti tra gli Spaziali – umani da altri pianeti – e gli abitanti di una Terra sovrappopolata. Le storie sono incentrate sul rapporto dei due protagonisti, e approfondiscono di pagina in pagina la convivenza tra umani e automi.

Isaac Asimov Io robot

Uno dei romanzi di Isaac Asimov, “Io, robot”, all’interno del ciclo dei robot

I robot spaventano, è questo anche il primo pensiero di Lije, nonostante siano figli delle mani di uomini; sono indipendenti e potenzialmente pericolosi, perché liberi dal nostro controllo.

È nella trattazione di queste tematiche che si annida il potere nascosto di Asimov, nella distruzione di preconcetti e pregiudizi legati ai robot. In questo ciclo, infatti, l’autore istituì le leggi della Robotica, un mantra che sempre più spesso rientrerà nella vita quotidiana di ogni individuo del XXI secolo:

Legge zero: “Un robot non può recar danno all’umanità e non può permettere che, a causa di un suo mancato intervento, l’umanità riceva danno”.

Prima Legge: “Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che a causa del proprio mancato intervento un essere umano riceva danno”.

Seconda legge: “Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani purché tali ordini non contravvengano alla prima legge”.

Terza legge: “Un robot deve proteggere la propria esistenza purché questo non contrasti con la prima e la seconda legge”

In queste parole c’è un insegnamento per l’uomo del futuro che si confronterà con la tecnologia. Non c’è paura, non c’è pericolo reale, perché la minaccia viene solo dal caos dell’ignoranza. Negli anni ’50 di un secolo fa, con un semplice colpo di penna, Asimov ha dato la risposta a un dilemma che avrebbe attanagliato l’umanità di cento anni dopo.

Isaac Asimov ciclo delle fondazioni

La “Trilogia delle fondazioni” di Isaac Asimov

Il ciclo delle fondazioni

La Trilogia della Fondazione (Fondazione, Fondazione e Impero, Seconda Fondazione, Mondadori, traduzione di Cesare Scaglia), pubblicata negli anni ’50, dà il via all’intero ciclo (Preludio alla Fondazione 1988, Fondazione anno zero 1993, Trilogia della Fondazione dal 1951 al 1953, L’orlo della Fondazione 1982, Fondazione e Terra 1986) che costituirà una delle opere più importanti della prolifica produzione dell’autore.

Hari Seldon, l’elemento chiave di tutta la narrazione, è un professore di matematica del pianeta Helicon, le cui abilità gli hanno permesso di sviluppare la psicostoriografia, una scienza capace di prevedere i futuri più probabili tramite equazioni matematiche dipendenti dal comportamento delle masse nel passato.

“La psicostoriografia era la quintessenza della sociologia; era la scienza del comportamento umano ridotto ad equazioni matematiche”.

Tramite l’uso di questo strumento, Seldon è in grado di prevedere il collasso dell’Impero Galattico e il successivo caos generato dal tracollo. Sarà lui, tramite specifiche apparizioni in determinate finestre temporali, a guidare il futuro lontano – lontano – della galassia, grazie a un piano che guiderà le decisioni dei protagonisti.

Isaac Asimov preludio alla fondazione

Il primo romanzo del ciclo delle fondazioni

Le teorie della psicostoriografia sono state successivamente analizzate da storici, statistici ed economisti rispetto alla loro applicabilità a livello reale, creando un seguito non solo letterario, ma anche tecnico in specifici ambiti. Nel 2019 il termine Algoritmo Seldoniano è stato scelto in onore del personaggio di Hari Seldon, per definire un comportamento indesiderato nei sistemi di decision-making delle intelligenze artificiali, a testimonianza di quanto questo meta-inventore abbia stuzzicato gli interessi di donne e uomini che sono incappati nella sua conoscenza.

L’Impero di Asimov e le sue Fondazioni sono emblema delle caratteristiche cardine dell’autore, una mente brillante, progressista e fortemente positivista, capace di riapparire come un silente consigliere di un futuro distante, ma non per questo inconoscibile. Così come Hari Seldon appariva per annunciare le crisi più pericolose di un impero decadente, le opere di Asimov rappresentano spesso una previsione illuminata del futuro dell’umanità, non per le ambientazioni futuristiche e per la colonizzazione di un mondo altro, ma per la capacità di aver intravisto problemi sociologici, economici e scientifici che sono ancora oggi sulla strada del nostro sviluppo comunitario.

Data la fama che questo ciclo di romanzi ha guadagnato nel tempo, dopo una lunga serie di proposte e ipotesi mancate principalmente per la difficoltà di rappresentazione dei luoghi descritti dall’autore, nel 2019 è stato annunciato un adattamento seriale commissionato da Apple Tv+ a David Goyer (Blade, L’uomo d’acciaio) e Josh Friedman (La guerra dei mondi, Avatar 2, Terminator, Snowpiercer). Tra le produttrici esecutive della serie compare anche la figlia di Asimov, Robyn. Per il cast, invece, sono stati annunciati i nomi di Jared Harris (Chernobyl, Mad Man, The Crown, Carnival Row) che interpreterà il ruolo di Hari Seldon, e Lee Pace (Guardiani della galassia, Lo Hobbit), nel ruolo di Brother Day, l’imperatore della galassia.

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