In occasione del centenario della nascita di José Saramago, autore portoghese dallo stile inconfondibile e dall’ironia pungente, ricordiamo alcune delle sue opere più significative: dagli esordi de “La vedova” passando per il celebre “Cecità” e arrivando alle scene surreali di opere come “Le intermittenze della morte”. Saramago è stata una voce in grado di parlare di diverse epoche storiche, ma anche del presente: celebri e discussi sono i suoi scritti, raccolti ne “Il Quaderno”, in cui muove una tagliente critica alla politica contemporanea. Premio Nobel per la Letteratura nel 1998, lo scrittore portoghese ha sempre descritto la realtà in maniera veritiera, celandola spesso dietro allegorie e metafore… – Un viaggio nella sua vita e nei suoi libri

Cento anni fa nasceva José Saramago (1922-2010), uno scrittore che è stato in grado di parlare del passato e del presente, una voce che ha raccontato diverse epoche storiche riuscendo sempre, anche con ironia, a darcene uno spaccato potente e veritiero, seppur spesso nascosto dietro a insolite allegorie.

Saramago, nato in Portogallo il 16 novembre 1922, ha vissuto sulla sua pelle le censure del regime salazarista, per cui ha potuto dare libero sfogo alla sua creatività letteraria solo a partire dagli anni ‘70. Nonostante ciò, ha dimostrato sempre di possedere la schiettezza, la capacità evocativa e soprattutto l’abilità per tessere trame brillanti, per reinterpretare la realtà e mostrare ciò che spesso sfugge ai nostri occhi.

Premio Nobel per la letteratura nel 1998, perché con parabole, sostenute dall’immaginazione, dalla compassione e dall’ironia ci permette continuamente di conoscere realtà difficili da interpretare, Saramago è stata una figura eclettica e uno scrittore molto prolifico, che è passato dalla poesia alla commedia, dalla narrativa (anche per l’infanzia) alla saggistica. Ma prima di tutto è stato un uomo sempre affacciato sul mondo esterno, da cui traeva continui spunti e a cui restituiva i suoi pensieri e le sue riflessioni, senza censure.

Per i cento anni dalla sua nascita, Feltrinelli propone una riedizione di alcuni dei suoi romanzi più significativi: Cecità, Il Vangelo secondo Gesù Cristo e Le intermittenze della morte.

In occasione dell’anniversario, ripercorriamo non solo queste, ma anche altre opere di José Saramago, che raccontano la sua vita, il suo pensiero e la nostra realtà.

I libri di José Saramago

Le piccole memorie, uno spaccato delle origini

Le piccole memorie Saramago

José de Sousa Saramago è nato in un piccolo paese fluviale, Azinhaga, i cui suoni, odori e atmosfere sono raccontati nel suo scritto autobiografico, Le piccole memorie (Feltrinelli, traduzione di Rita Desti). Tra gli alberi di olivo e il lento scorrere del fiume vediamo la crescita del bambino poi divenuto adolescente, che celebra, ora adulto, le sue radici e i luoghi ormai scomparsi in cui ha vissuto. In questo romanzo scopriamo anche la storia del suo cognome, quello con cui è conosciuto da tutti, ma che in realtà gli è stato distrattamente affibbiato da un impiegato dell’anagrafe sulla base del soprannome del padre: saramago, il nome di una pianta erbacea le cui foglie erano talvolta usate come nutrimento per i poveri. L’infanzia dell’autore è quindi modesta e frugale, ma essenziale per la formazione della sua identità.

Scoprire Saramago tra immagini e testi

I suoi nomi Saramago

La produzione letteraria di Saramago passa attraverso luoghi, opere, relazioni e influenze esterne. Nell’album biografico I suoi nomi, ora pubblicato da Feltrinelli, possiamo ripercorrere i territori (sia mentali che fisici) che lo scrittore ha abitato, le letture che lo hanno formato, i personaggi e le tematiche più presenti nei suoi scritti e i legami più significativi che ha intessuto. Tramite immagini, fotografie, testi e stralci della sua opera emerge la complessa biografia di un uomo con una cultura profonda e grandi passioni.

L’esordio con La vedova

La vedova Saramago

Per capire davvero un autore, può essere utile dalla sua prima opera. L’esordio di José Saramago nel mondo della letteratura risale al 1947, quando ha 24 anni e viene pubblicata La vedova (Feltrinelli, traduzione di Rita Desti). Questo sarebbe dovuto essere il titolo, modificato però dall’editore in Terra del peccato. In seguito alla morte del marito, Maria Leonor, la vedova che dà il nome al romanzo, è sopraffatta dalla gestione della fattoria di famiglia ed è divisa tra una profonda depressione e un desiderio difficile da estinguere. Recentemente pubblicata per la prima volta in italiano da Feltrinelli (che ne conserva il titolo originale), quest’opera del 1947 ci parla già del Saramago che conosciamo oggi, di cui osserviamo l’abilità nel descrivere le figure femminili e il realismo con cui tratteggia i pensieri dei suoi personaggi.

La nascita di uno stile

Memoriale del convento Saramago

Una terra chiamata Alentejo, Memoriale del convento, L’anno della morte di Ricardo Reis (Feltrinelli). Tre romanzi pubblicati a distanza di due anni l’uno dall’altro e che consolidano lo stile inconfondibile di Saramago, che accompagnerà la sua vasta produzione letteraria. Una prosa con periodi lunghi e complessi, dove le varie voci dei personaggi, spesso senza nome, portano a dialoghi separati solo da virgole e scanditi dall’uso delle maiuscole. In questi romanzi la narrazione brillante di Saramago reinterpreta, con una continua mescolanza di storia e romanzo, diverse epoche. Passiamo dal ‘900 salazarista di Una terra chiamata Alentejo, al Portogallo del ‘700 con il Tribunale dell’Inquisizione in Memoriale del convento, fino all’Europa del 1936 ne L’anno della morte di Ricardo Reis, opera che dà vita alla poetica di Fernando Pessoa.

Religione e ateismo

Il vangelo secondo Gesù Cristo José Saramago

La posizione notoriamente atea di Saramago non gli impedisce di trarre spesso spunto da episodi religiosi per farne delle insolite riletture, che non sono però prive di una certa spiritualità. Emblematico in questo senso è Il Vangelo secondo Gesù Cristo (Feltrinelli, traduzione di Rita Desti) romanzo del 1991 tra i più controversi dell’autore, il quale descrive Gesù come una figura umana, che ha passioni, insicurezze e soprattutto paure, ma che non perde la fede anche di fronte alla crudeltà del futuro che lo aspetta. La figura di Dio, fredda e vendicativa, appare sfuggente per gran parte del romanzo, per poi diventare brutalmente concreta nel suo incontro con Gesù, il quale si rivela un mero strumento per realizzare il volere divino. Più presente nel romanzo, e motivo di gran parte delle critiche, è la figura del diavolo, il quale è sia il riflesso che l’opposto di Dio: “Figlio mio, non dimenticare quello che sto per dirti, tutto quello che interessa Dio, interessa anche il Diavolo”.

Vedere ciò che è nascosto: l’analisi spietata di Cecità

Cecità Saramago

Una strana e improvvisa malattia che causa cecità si diffonde in un paese, portando alla progressiva perdita di pietà ed empatia. Pubblicato nel 1995, Cecità è uno dei romanzi più potenti di José Saramago (che è tornato al centro dell’attenzione nei mesi segnati dalla pandemia), che tramite episodi di violenza e degrado mostra le conseguenze psicologiche dell’epidemia sulla popolazione, con un realismo che dopo gli avvenimenti degli ultimi anni ci risulta ancora più vivido. Lo stato in cui è ambientato il romanzo non ha nome, spazio o tempo: è emblema di tutta la società odierna, una società cinica e violenta, che ha perso il senso di solidarietà e che è cieca ancora prima di diventarlo realmente. “Secondo me non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo, ciechi che, pur vedendo, non vedono”. Queste sono le parole di una delle figure principali del romanzo: ancora una volta una donna, ancora una volta senza nome, conosciuta soltanto come “la moglie del medico”. L’unico personaggio che conserva la vista, è lo sguardo attraverso cui osserviamo gli avvenimenti del libro, un piccolo barlume di razionalità in un mondo sprofondato nel caos più completo.

Surrealismo e realtà si fondono assieme

Le intermittenze della morte Saramago

Come già Cecità aveva dimostrato, alcuni dei libri di Saramago partono da presupposti surreali: da avvenimenti insoliti, per non dire impossibili, prende il via la narrazione, che si muove in territori inesplorati e sfiora vette sempre più alte di ironia.

Ne L’uomo duplicato, un noioso professore di storia scopre di avere un sosia uguale a lui anche nei minimi dettagli, e non può trattenersi dal cercare di incontrarlo, perdendo sempre di più il contatto con la realtà. In Saggio sulla lucidità (che può essere considerato il seguito di Cecità), l’autore prova a immaginare cosa succederebbe se i cittadini di un paese senza nome decidessero in massa di votare scheda bianca alle elezioni. Ne Le intermittenze della morte, infine, sempre in un paese sconosciuto, il cupo mietitore decide di smettere di uccidere all’improvviso, generando il caos tra la popolazione.

Con sguardo disincantato, questi romanzi indagano in modo sempre diverso il comportamento umano, assieme alle contraddizioni e ai cortocircuiti della società, e, inaspettatamente, siamo portati a riderne, anche se con un po’ di amarezza.

Uno sguardo sul presente: il Quaderno

Il Quaderno (Feltrinelli, traduzione di Giulia Lanciani) è una raccolta di testi scritti da Saramago per il suo blog, da settembre 2008 a marzo 2009: brevi stralci e riflessioni che hanno portato a non poche polemiche al momento della pubblicazione in Italia, avvenuta per la prima volta grazie a Bollati Boringhieri. Con la sua critica schietta verso volti della politica a lui contemporanea, come Silvio Berlusconi e George W. Bush, l’autore non ricorre a mezzi termini, e la sua spietata onestà non è che l’altra faccia della medaglia rispetto alla sua anima più allegorica e metaforica. Entrambe queste dimensioni sono mostrate ne Il Quaderno: accanto alle tematiche politiche, per cui questo libro è ricordato maggiormente, c’è quindi spazio anche per riflessioni filosofiche ed elogi ad autori e opere letterarie, oltre che per un Saramago che nella sua vecchiaia si fa sempre più umano e reale.

La strada dei miei libri. Dialoghi con José Saramago

La strada dei miei libri Dialoghi con Saramago

Un’altra occasione per scoprire il pensiero di Saramago attorno a diversi argomenti: dalle responsabilità dello scrittore come cittadino, alla riflessione sull’istituzione letteraria, sul linguaggio e sui generi, senza tralasciare i sistemi ideologici che inevitabilmente finiscono per caratterizzarne l’opera. Carlos Reis, professore ordinario presso la Facoltà di Lettere di Coimbra, dialoga con Saramago in questo libro-intervista edito da People (che riporta il loro intenso scambio, avvenuto nel 1997) facendo emergere le idee militanti, le opinioni schiette e il modo di vedere la realtà dello scrittore portoghese.

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