La protagonista di “L’era del figliarcato” della coreana Ysra è una 30enne responsabile della casa editrice di famiglia e, soprattutto, dei suoi genitori, che a poco a poco invecchiano. La “figliarca” riesce a sostenere il fardello della performance, in un mondo che non ammette più errori. Il risultato? Un romanzo che indaga il divario generazionale e che mostra le difficoltà dei giovani coreani, fra mondo del lavoro ostile, relazioni impossibili e famiglie tradizionali sotto stress (almeno in questo caso, però, i due genitori cedono il passo alla generazione successiva…)
Arriva dalla Corea L’era del figliarcato, particolare esordio che ha deciso di pubblicare e/o (nella traduzione di Rosanna De Iudicibus). La copertina si fa notare, nel punto di rosa Barbie che ha monopolizzato la comunicazione un paio di anni fa, quando Greta Gerwig è riuscita nella mirabolante impresa di far passare un’enorme produzione firmata dalla multinazionale di giocattoli come un film di lotta al patriarcato.

Nel caso invece dell’oggetto libro di Ysra, l’aspetto frizzante e nuovo trova perfetta corrispondenza nel progetto editoriale dell’autrice. Ovvero, non smentisce nel contenuto le intenzioni di modernità e innovazione che promette al lettore. Nella nota finale al libro, infatti, Ysra chiarisce: “Un singolo, piccolo libro non potrà opporsi al patriarcato, ma spero che questo romanzo possa diventare un esempio di ribellione al fianco di innumerevoli altri. Voglio continuare a scrivere di personaggi che vanno controcorrente rispetto al flusso di una lunga storia dalle radici profonde, e così come ho scritto in modo innovativo di relazioni familiari, vorrei scrivere storie libere dal recinto familiare“.
Scopri le nostre Newsletter
Notizie, approfondimenti e curiosità su libri, autori ed editori, selezionate dalla redazione de ilLibraio.it
Sulla, protagonista del libro, è una giovane trentenne proprietaria, fondatrice, scrittrice e unica autrice presente in catalogo della casa editrice Pennichella, che dirige con il piglio e la serietà di una manager editoriale di lungo corso.
La casa editrice Pennichella ha due dipendenti, Woong e Bokhee, rispettivamente padre e madre di Sulla.
Seguiamo questo piccolo ecosistema nella quotidianità: il lavoro, la casa, le piccole idiosincrasie dei protagonisti, le loro abitudini. Sulla ha una devozione quasi religiosa per lo svolgersi delle proprie giornate, pratica yoga, beve tè, scrive, cerca di rispettare le scadenze, di domare l’ansia, si dispera, si scoraggia, si entusiasma, filma interviste, riceve ospiti, tiene la contabilità, paga gli stipendi dei suoi dipendenti.
Può interessarti anche
A Woong è affidato il decoro della casa/casa editrice. Pulisce, prepara bevande e generi di conforto, accompagna Sulla a tutti i suoi appuntamenti.
Bokhee cucina e sostanzialmente si lamenta delle pretese della figlia, che la vuole attenta anche al suo corpo e la sottopone a esercizi ginnici che solo apparentemente vediamo rientrare nel temuto perimetro del team building.
In questo libro è nuovo un po’ tutto, o meglio, è nuova un’idea a cui abbiamo abdicato da tempo. Da trent’anni a questa parte, nelle società capitalisticamente avanzate, chi si affaccia al mercato del lavoro mediamente non ha la possibilità di pareggiare, se non dopo lungo tempo, a volte mai, lo stipendio della generazione che lo ha preceduto, e allevato. Si genera così un cortocircuito per cui si rimane dentro lo status di figlio a vita.
Scopri la nostra pagina Linkedin
Notizie, approfondimenti, retroscena e anteprime sul mondo dell’editoria e della lettura: ogni giorno con ilLibraio.it
Sulla invece ci riesce, miracolosamente, e questa responsabilità la proietta in modo forzoso e si potrebbe dire fortunato, nel mondo degli adulti. È lei che adesso provvede ai suoi genitori.
Ma c’è un altro aspetto interessante. Sua madre, Bokhee, è nata ancora in una società in cui è stato richiesto alle donne di sobbarcarsi il lavoro di cura senza vedersi mai corrispondere un giusto trattamento economico, per questo Sulla decide di sovvertire questa prassi. Non è semplice: il suo istinto e la sua esperienza le dicono che sul lavoro non deve esserci spazio per i sentimenti, motivo per cui e finché sono legati alle loro mansioni, i membri della casa editrice Pennichella sono obbligati a darsi del lei, ma questa distanza scema nelle ore in cui Sulla, Woong e Bookhee possono essere di nuovo e solo famiglia.
Tutta la durezza e la distanza sfumano nell’affetto e nel continuo ribaltamento dei ruoli, da capo a figlia, da impresa di pulizie a padre, da ristoratrice a madre, e viceversa.
Ognuno porta il peso che può sopportare. Da ciascuno secondo le proprie possibilità, a ciascuno secondo i propri bisogni.
Scopri il nostro canale Telegram
Ogni giorno dalla redazione de ilLibraio.it notizie, interviste, storie, approfondimenti e interventi d’autore per rimanere sempre aggiornati
Sulla riesce a sostenere il fardello della performance – in un mondo che non ammette più errori, dichiarazioni avventate, uno spazio per lasciarsi andare – perché si ricorda da dove viene, si ricorda che in casa ha due persone che non hanno ambizione per il successo e vivono nella libertà di non lasciare traccia, di non lasciare “nulla per iscritto”.
Cosa resta, dunque di questa era del figliarcato? Resta la cosa più importante. Restano due genitori che cedono il passo alla generazione successiva. Restano i giovani che, finalmente adulti, possono liberarsi dal peso delle tradizioni e riconoscere che i propri genitori hanno fatto fino a dove hanno potuto. Ora tocca a loro, perché, come scrive Ysra, “il prossimo libro, e poi quello dopo ancora, si accendono come lanterne per coloro che sanno riconoscerli”.