Una guida dedicata ai testi – classici e contemporanei – sui femminismi, al plurale, partendo da quello delle origini e arrivando fino alle sue più recenti evoluzioni, in ottica intersezionale e non solo. Una selezione che va dai saggi ai memoir, dai romanzi ai graphic novel, dalle biografie ai racconti brevi, passando per il teatro e per la poesia…

Di cosa parliamo (e per chi) quando parliamo di femminismo?

Il termine femminismo iniziò ad acquisire popolarità nel momento in cui i giornali francesi (e non solo) etichettarono con questa parola un congresso del maggio 1892 che Eugénie Potonié-Pierre organizzò a Parigi, tant’è vero che quattro anni dopo la stessa attivista pronunciò un discorso, al Congresso internazionale di Berlino, in cui affermò che il neologismo si doveva proprio a lei e alle sue colleghe dell’Esagono.

Nel 1913 Rebecca West, al secolo Cicely Isabel Fairfield, dichiarò però che neppure lei era stata “ancora in grado di capire esattamente cosa sia il femminismo: so soltanto che vengo definita ‘femminista’ tutte le volte che esprimo sentimenti che mi distinguono da uno zerbino o da una prostituta“, spiegando con una convincente litote di cosa parliamo realmente quando ci riferiamo al femminismo.

Nella sua accezione più ampia, infatti, possiamo considerare il femminismo una posizione il cui scopo è garantire una effettiva e comprovabile parità tra i sessi, che si rifletta in ogni ambito della sfera pubblica e privata: politico, sociale, economico, etnico, familiare, sessuale, educativo, linguistico, religioso e così via.

Ne consegue che informarsi sull’argomento, capirne le origini e sostenerne le rivendicazioni non è una missione concernente soltanto le donne: un cambio di mentalità e una riforma culturale, per realizzarsi, hanno bisogno di essere sostenute e interiorizzate anche dagli uomini, dal momento che questi ultimi fanno ugualmente parte delle società in cui ancora oggi non si riconoscono molti diritti, o non se ne consente l’applicazione pratica, a causa di una visione del mondo di retaggio patriarcale.

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Partendo dalla convinzione che per familiarizzare con i femminismi, ormai plurali, la lettura rimanga uno strumento indispensabile, abbiamo pensato a una guida suddivisa per generi letterari, che non pretende di essere esaustiva e nella quale trovano spazio donne a lungo dimenticate e donne passate invece alla storia, donne di fantasia e donne in carne e ossa, eroine perseguitate come Giovanna D’Arco e donne acclamate (ma non ancora abbastanza), come Marie Curie o Grazia Deledda.

A firmare i testi, neanche a dirlo, tanto donne quanto uomini di ogni periodo storico, a dimostrazione del fatto che il femminismo ci interpella e ci riguarda al di là del nostro sesso biologico e del genere nel quale ci identifichiamo.

Per orientarsi nella guida

Abbiamo ragionato a lungo sui testi che, a nostro avviso, avrebbero permesso di far risaltare lo spirito femminista e l’impegno letterario, oltre che sociopolitico, di ogni figura citata. Ecco perché vi avvertiamo fin da ora: non tutte le donne e non tutte le opere che abbiamo preso in considerazione potrebbero essere nella categoria in cui vi aspettate di trovarli.

Su Mary Shelley, per esempio, abbiamo preso in considerazione una graphic novel che spieghi alle nuove generazioni la portata rivoluzionaria della sua scrittura, mentre di Hannah Arendt abbiamo selezionato la biografia che ha scritto di Rahel Varnhagen. Troverete Marguerite Yourcenar menzionata per le sue poesie, Clarice Lispector per un romanzo e Oriana Fallaci per un compendio edito poco dopo la sua morte.

In questo modo, magari, scoprirete voci già celebri da una prospettiva diversa, oppure spulciando una categoria noterete un testo interessante su persone o su argomenti che non avevate granché approfondito – questa, almeno è la speranza con cui abbiamo raccolto il materiale qui presente.

Una seconda indicazione fondamentale da tenere a mente consiste nel fatto che abbiamo selezionato solo opere attualmente acquistabili in Italia. Non troverete, quindi, testi che non siano mai stati tradotti nella nostra lingua o che, per qualsiasi ragione, non siano al momento disponibili in catalogo. Alla base di questa scelta sta la nostra volontà di indicarvi testi effettivamente accessibili nel nostro Paese e nella nostra lingua al momento in cui scriviamo questa guida.

Infine, una precisazione pratica: per ogni categoria, le opere sono elencate seguendo l’ordine di pubblicazione della loro prima edizione originale. Nel caso di compendi o raccolte create ad hoc da una casa editrice (italiana o straniera), fa fede invece l’anno di pubblicazione dello specifico volume in questione.

Buona lettura!

Saggi, pamphlet e manifesti sul femminismo

Che cosa hanno in comune Olympe de Gouges e Christine de Pizan con Vera Gheno e Oriana Fallaci? Come passare dalla lotta contro la ghigliottina alle ondate femministe del XIX e XX secolo, con i loro risvolti politici, familiari, sessuali, legislativi e sociali? E cosa c’entra Michel Foucault con il #MetToo o con chi costringeva le donne a morire bruciate per un fantomatico reato di stregoneria?

Ebbene: al di là del taglio e dell’epoca in cui è stato scritto, ognuno di questi saggi esamina la condizione femminile e affronta la questione di genere ricordandoci che di genere non ne esiste uno solo di riferimento. Così, dall’opera più filosofica a quella più pop, il femminismo rimane al centro del dibattito, con l’obiettivo di denunciare le disuguaglianze, rivendicando intanto posizioni non sempre accolte all’unisono dalla società.

Non fatevi ingannare, quindi, da titoli provocatori come Perché non sono femminista di Jessa Crispin o come Odio gli uomini di Pauline Harmange: tutti i testi presenti condividono la stessa esigenza paritaria e, specialmente da alcuni decenni, abbracciano una visione del femminismo sempre più intersezionale, sovrapponendo cioè tra loro diverse identità sociali, con le relative possibili discriminazioni, oppressioni o dominazioni specifiche.

(Auto)biografie e memoir

Non solo riscoprire voci dimenticate (come quelle di cui ha parlato Ritanna Armeni in Di questo amore non si deve sapere) o interrogarci su meccanismi a volte trascurati (vd. Troppo belle per il Nobel di Nicolas Witkowski), ma anche ascoltare la testimonianza di chi ha potuto divulgare idee e avvenimenti scrivendo (pensiamo all’operazione di Malala Yousafzai con Io sono Malala, o di Waris Dirie con Fiore del deserto. Storia di una donna): ecco la triplice finalità di questo elenco.

Che sia grazie a un resoconto in prima persona, o a una ricostruzione minuziosa a posteriori, le opere in questione permettono infatti di osservare la storia socioculturale, politica e letteraria del mondo da cui veniamo anche tramite le storie, al plurale, di violenza, ribellione ed emancipazione che hanno segnato le tappe del femminismo attraverso i secoli.

Il femminismo della poesia

“Le donne hanno due possibilità: essere femministe o essere masochiste“, scriveva Gloria Steinem. Se proviamo ad applicare questa massima alla lirica, ci rendiamo conto che parlare del corpo femminile o del suo piacere, per esempio, è già di per sé rivoluzionario.

Affermare il proprio io, e farlo in versi, è non a caso un atto di femminismo che dall’antichità non ha mai smesso di accompagnare l’emancipazione della donna, da Saffo a Susana Chávez, fino ad arrivare a Sylvia Plath, ad Alda Merini e a Rupi Kaur.

Ciascuna a modo suo, e ancora una volta con uno stile più gravis o più humilis, poetesse di tutto il mondo hanno pertanto combattuto la loro battaglia per liberarsi da costrizioni e restrizioni tradizionali non soltanto sulle strade, ma anche sulla carta, ora diventando famose agli occhi del grande pubblico e ora rimanendo in attesa di essere finalmente approfondite come meriterebbero.

Opere teatrali su o di grandi donne

Sì, qui partiamo davvero da lontano… Come non citare, d’altronde, opere teatrali in cui le donne sono riuscite a difendere la loro posizione già in tempi remoti, e che fra l’altro ci sono familiari per archetipi e princìpi tramandati nei secoli?

Non solo Ofelia e Medea, o altre figure dai comportamenti estremi e non sempre edificanti: la produzione drammaturgica, nonostante per secoli alle donne sia stato vietato di recitare, ha celebrato e portato sulla scena protagoniste tridimensionali, anticonformiste e spesso in opposizione aperta alle norme sociali, che dalla tragedia alla commedia dell’arte, fino ad arrivare al teatro dell’assurdo e al postmodernismo, sono rimaste impresse nell’immaginario collettivo per la loro impronta femminista e per i loro valori paradigmatici.

Sono state loro quelle che abbiamo scelto di consigliarvi, anche se il rovescio della medaglia è che, come avrete notato, ne abbiamo trovate un numero esiguo, per non parlare poi delle pochissime autrici donne passate alla storia. Il nostro augurio, comunque, è che la lista possa presto ampliarsi e aggiornarsi, in particolare se il nostro punto di partenza diventerà uno spunto di riflessione e di dialogo con chi, come voi, ci leggerà.

Il femminismo declinato nella narrativa

L’universo della fiction, con i suoi romanzi e racconti di ogni sorta, ha visto spesso emergere donne dal talento fuori dall’ordinario, come nel caso della già menzionata Grazia Deledda, unica donna italiana ad avere vinto il Nobel per la letteratura nel 1926, e prima ancora la celeberrima Colette, che a lungo si è firmata con il nome del marito, fino ad arrivare ad autrici di bestseller come Margaret Atwood con Il racconto dell’ancella, o a vincitrici di concorsi prestigiosi, com’è successo a La ragazza con la Leica di Helena Janeczek, che nel 2018 si è aggiudicato il Premio Strega.

Lo sguardo di queste scrittrici, o in altri casi delle protagoniste della narrazione stessa, è stato sempre un tutt’uno con il concetto di femminismo, dal momento che ha permesso di immaginare scenari più egualitari, oppure ha messo a nudo situazioni in cui la parità tra i sessi era di fatto inesistente, con effetti spesso irreparabili per la vita (reale o fittizia) di innumerevoli donne.

Appassionarsi alle loro vicende, pagina dopo pagina, è dunque uno dei modi possibili per celebrarne l’impegno e gli sforzi, per ricordarci che il cambiamento è troppo spesso il risultato di un sacrificio e che, ieri come oggi, ogni società degna di questo nome dovrebbe basarsi sul contributo, sulla cooperazione e sul rispetto tanto dei suoi cittadini quanto delle sue cittadine.

Libri per l’infanzia e graphic novel per scoprire il femminismo

Come avrete già intuito, in quest’ultima categoria convivono testi sul femminismo pensati soprattutto per le nuove generazioni, come Baby femminista di Loryn Brantz o il bestseller Storie della buonanotte per bambine ribelli di Elena Favilli e Francesca Cavallo, e altri che potreste scegliere di regalare a ragazzi e a ragazze più in là con gli anni, fra i quali P. La mia adolescenza trans di Fumettibrutti o Manuale per ragazze rivoluzionarie di Giulia Blasi.

In ogni caso, si tratta di narrazioni delicate e al passo con i tempi, che insegnano a stare alla larga dagli stereotipi di genereIl loro obiettivo è sempre prendere ispirazione da grandi figure realmente esistite, o create dalla fantasia di intellettuali di spicco, per educare al femminismo attraverso il rispetto e la convivenza con il diverso, nella speranza di ispirare una società del domani sempre più consapevole e inclusiva.

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