Dai romanzi di Jane Austen (“È una verità universalmente riconosciuta, che uno scapolo in possesso di un’ampia fortuna debba avere bisogno di una moglie”) alle commedie americane degli anni Cinquanta e Sessanta, passando per quelle degli anni Novanta: su ilLibraio.it la riflessione della scrittrice Anna Premoli, in libreria con “Non sono una signora”, su un presente in cui “il matrimonio non è più percepito come l’unica opzione disponibile sul tavolo…”

A ridicolizzare in parte l’istituzione matrimoniale era stata la stessa Jane Austen che, proprio nelle righe iniziali del suo romanzo più famoso, Orgoglio e Pregiudizio, svelava già il suo senso dell’umorismo e il suo pensiero relativamente femminista per l’epoca (l’autrice stessa non si sposò mai): “È una verità universalmente riconosciuta, che uno scapolo in possesso di un’ampia fortuna debba avere bisogno di una moglie”.

Certo, le sue protagoniste alla fine approdano quasi sempre al presunto felice porto matrimoniale, ma non è un caso che la commedia romantica moderna celebri oggi la Austen come l’antesignana di un genere molto amato. Il percorso è stato accidentato, ma la commedia non ha mai smesso di occuparsi attivamente della condizione femminile, sia tramite la produzione scritta sia tramite quella televisiva e cinematografica, con la conseguenza di aver spesso e volentieri avuto a che fare anche con l’idea stessa di matrimonio.

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Diciamolo pure a scanso d’equivoci: oggigiorno il matrimonio non pare più un obiettivo attivamente ricercato dalle donne. Se capita, bene; se non capita, va bene lo stesso. Per qualcuna, decisamente meglio. Appartiene a questa categoria anche Audrey Thomas, la vivace e spumeggiante protagonista di Non sono una signora, che, essendo una scrittrice di libri erotici, del sentirsi obbligata a promettere “per sempre” a qualcun altro non vuole proprio sentire parlare.

La filmografia americana degli anni Cinquanta e Sessanta è ricca di commedie che riflettono sul tema: ne Il letto racconta, una splendida Doris Day finisce per far capitolare Rock Hudson in quello che è un classico lieto fine condito dal tanto sospirato matrimonio, ma ci sono titoli ancora più espliciti, per esempio Come sposare un milionario (oggi il titolo andrebbe rivisto in Come sposare un miliardario, causa inflazione), in cui il fine ultimo delle tre protagoniste è piuttosto evidente sebbene di difficile realizzazione.

Le protagoniste, tra cui spiccano Lauren Bacall e Marilyn Monroe, finiscono per scegliere infatti tutte di seguire il proprio cuore invece che l’interesse del portafoglio (piccolo spoiler: una di loro scoprirà alla fine di essere riuscita nella sua missione, pur essendone all’oscuro nel momento del matrimonio). Verrebbe da dire che le donne abbiano iniziato a privilegiare i sentimenti nel momento in cui hanno potuto permetterselo e hanno iniziato a lavorare con tanto di paga riconosciuta.

La fiorente commedia anni Novanta è andata letteralmente a nozze con il tema, sebbene con l’introduzione di nuovi elementi narrativi: Julia Roberts è stata la splendida protagonista di svariati titoli quali Il matrimonio del mio migliore amico, Se scappi ti sposo, ma anche Qualcosa di cui… sparlare, in cui l’attenzione è concentrata non a caso su un matrimonio in crisi.

Di fronte alle sempre crescenti sfide e alla volontà di conquistare maggiori spazi nel mondo professionale, le nuove protagoniste sono infatti disposte fino a un certo punto a rimanere in silenzio e a porgere l’altra guancia. Anzi, nel mondo dei romanzi lo sono decisamente poco: le eroine attuali hanno cambiato faccia e sanno essere ciniche e opportuniste al pari degli uomini. Quando scelgono il cuore, lo fanno con la giusta cautela, proprio perché hanno imparato che l’amore è una delle opzioni possibili, ma di certo non l’unica per la propria realizzazione di donna.

Il “per sempre”, quindi, è sempre di attualità, ma il matrimonio non è più percepito come l’unica opzione disponibile sul tavolo. E qui conviene citare un altro grande classico della commedia cinematografica, questa volta inglese: uscito nel 1994, Quattro matrimoni e un funerale è stato un precursore dei tempi, sebbene a una prima occhiata la tematica matrimoniale sia quella nettamente predominante nella narrazione.

Dopo tante peripezie sentimentali, uno splendido Hugh Grant propone sotto una pioggia scrociante (che è romantica solo nei film e nei romanzi, fateci caso) ad Andie MacDowell di “non sposarlo per il resto della vita”. Lei non solo accetta commossa, ma tra i due scatta anche un grandioso bacio che ha poco da invidiare a quelli che suggellano intese più tradizionali.

Insomma, che ci si sposi o si scelga di stare insieme senza firmare nulla, alla fine quello che conta è il bacio. Provare per credere.

Copertina del libro Non sono una signora

L’AUTRICE E IL LIBRO – Nata nel 1980 in Croazia, Anna Premoli vive a Milano, dove si è laureata alla Bocconi. Ha lavorato per un lungo periodo per una banca privata, prima di accettare una nuova sfida nel campo degli inve­stimenti finanziari. La scrittura è arrivata come “metodo anti­stress” durante la gravidanza.

Ti prego lasciati odiare, il suo romanzo d’esordio, è stato un successo e ha vinto il Premio Bancarella. Con Newton Compton ha pubblicato negli anni numerosi romanzi, fra cui Tutti i difetti che amo di te (2014), Un giorno perfetto per innamorarsi (2015) e Tutto a posto tranne l’amore (2021).

Ora è tornata in libreria con Non sono una signora (Newton Compton), che racconta la storia di Audrey Thomas, una trentenne newyorkese molto spiritosa e senza peli sulla lingua. È autrice di romanzi erotici e nella vita privata non è troppo incline ad abbandonarsi al romanticismo. Al grande amore preferisce il “divertiamoci qui e ora e poi domani ognuno a casa propria”. Ma la sua esistenza sta per essere sconvolta da una serie di novità.

Sua madre, con cui ha sempre pensato di condividere un certo femminismo intransigente, le annuncia che ha finalmente deciso di compiere il grande passo: si sposa. Come se questo non bastasse, nella sua vita piomba Matt, l’uomo in assoluto più “sbagliato” che potesse incontrare, sia per il ruolo molto particolare che riveste, sia per i valori in cui crede… All’improvviso Audrey si trova a mettere in discussone posizioni che riteneva definitive e a essere tormentata da domande la cui risposta non è più così certa. Una fra tutte la perseguita: in che cosa consiste la vera trasgressione?

Abbiamo parlato di...