“Avevo avuto tanto dalla letteratura e dalla narrativa, ma non avevo avuto tutto. C’era un universo nel quale quelle come me non erano ammesse. Un universo di cui avevano la chiave solo i ragazzi, e che ospitava tutti quei personaggi le cui gesta mi avevano tenuta col fiato sospeso e per la cui salvezza avevo sospirato”. Su ilLibraio.it la riflessione di Carolina Capria, scrittrice, in libreria con “La vendetta delle orfanelle maleducate” e protagonista sui social con “L’ha scritto una femmina”: “Ma per fortuna, per quanto lentamente, il mondo stava cambiando. E anche se per me era forse troppo tardi, nelle librerie iniziavano ad arrivare delle ‘personagge’ che non erano disposte a starsene in un angolo mentre i maschi vivevano avventure rocambolesche e riuscivano a cavarsela nonostante mille ostacoli”

Una volta una mia amica mi ha confessato che quando da bambina sognava di vivere delle avventure emozionanti, inevitabilmente nella sua fantasia smetteva di essere quella che era per diventare un maschio.

La sua immaginazione, insomma, non le permetteva di interpretare il ruolo della pirata, della giramondo o della avventuriera mantenendo il suo sesso: per figurarsi mentre andava incontro all’ignoto o conquistava i sette mari doveva rinunciare alla propria identità e assumerne un’altra, maschile.

Se questo succedeva era perché noi, generazione di bambine degli anni ottanta, così come le nostre mamme e le nostre nonne, non avevamo avuto a disposizione ciò che ci sarebbe servito per costruirci un immaginario che ci comprendesse e ci accogliesse.

E così anche per me era più semplice immaginare di essere un maschio piuttosto che contemplare la possibilità che l’eroina di una storia d’avventura fosse una donna.

Certo, c’erano state Pollyanna, Meg, Jo, Beth e Amy, Anna Shirley, Jerusha Abbot, tutte ragazzine che mi avevano mostrato cos’erano il coraggio, la resilienza e la forza interiore, ma le cui vicende non avevano mai come ambientazione il mondo, e solitamente si svolgevano in casa e nei dintorni, avevano dei confini ben definiti – talvolta stretti. Spesso le battaglie di fronte alle quali si trovavano erano enormi e faticose, ma avevano come scenario quasi esclusivamente il loro animo, e non prevedevano duelli e nemici da affrontare a muso duro.

Anche quando mi ero imbattuta in Pippilotta Viktualia Rullgardina Succiamenta Efraisilla Calzelunghe, per gli amici Pippi, la protagonista più volitiva e anticonformista che avessi mai incontrato in un romanzo, era mancato qualcosa, ovvero la mia capacità di comprendere che quella ragazzina era libera. Non capricciosa, non impertinente, libera.

Avevo avuto tanto dalla letteratura e dalla narrativa, ma non avevo avuto tutto.

C’era un universo nel quale quelle come me non erano ammesse.

Un universo di cui avevano la chiave solo i ragazzi, e che ospitava Oliver Twist, Boka, Tenente e i fratelli Pásztor, David Copperfield, Huckleberry Finn, Tom Sawyer, Weedon Scott, D’Artagnan… e tutti quei personaggi le cui gesta mi avevano tenuta col fiato sospeso e per la cui salvezza avevo sospirato.

Ma per fortuna, per quanto lentamente, il mondo stava cambiando. E anche se per me era forse troppo tardi (non per leggere romanzi per ragazzi, ma per crescere insieme ai protagonisti), nelle librerie iniziavano ad arrivare delle personagge che non erano disposte a starsene in un angolo mentre i maschi vivevano avventure rocambolesche e riuscivano a cavarsela nonostante mille ostacoli.

Prisca Puntoni, le tre amiche di Speciale Violante e tutte le ragazze raccontate da Bianca Pitzorno, per esempio, che pur non viaggiando da sole per il mondo possedevano tutte le caratteristiche che avrebbero permesso loro di farlo –insieme a quelle necessarie a conquistarlo, il mondo.

All’epoca ero solo una lettrice, e non sapevo che un giorno il mio mestiere sarebbe stato creare storie per ragazzi e ragazze, eppure credo di aver deciso proprio allora che i miei libri avrebbero avuto come protagoniste delle ragazzine.

È il caso di La vendetta delle orfanelle maleducate, un romanzo uscito da pochissimi giorni per Marietti Junior, nel quale io e Mariella Martucci abbiamo raccontato la storia di Rox, Arietta, Tonja e Lupe, quattro ragazzine che, rimaste senza genitori, riescono a prendere in mano la propria vita contando solo sulle loro forze e sull’appoggio reciproco che riescono a darsi.

Oggi come ieri le lettrici hanno bisogno di vedersi e riconoscersi. Hanno bisogno che qualcuno confermi loro fin da quando sono bambine che possiedono la chiave per accedere a quell’universo fatto di corse a perdifiato e peripezie.

È nella loro tasca, così come è sempre stata in quella dei loro amici.

La vendetta delle orfanelle maleducate

L’AUTRICE E IL LIBRO – Nata a Cosenza nel 1980, Carolina Capria legge ininterrottamente da quando ha imparato a farlo. Le piacciono le storie in cui ragazzine indomite e coraggiose salvano tutti, principi compresi. Vive a Milano, dove scrive e fa lunghe passeggiate con il suo cane. Nel 2018 ha aperto una pagina Facebook chiamata L’ha scritto una femmina in cui parla di libri scritti da donne. Tra i suoi ultimi libri pubblicati, La circonferenza di una nuvola (HarperCollins, 2019). Per Marietti Junior è appena uscito La vendetta delle orfanelle maleducate.

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