Una nuova raccolta di racconti – pubblicata per la prima volta in Italia, ma in circolazione dal 1974 in inglese – su madri e figlie, rapporto col passato, aneddoti e ricordi per l’autrice canadese Alice Munro (premio Nobel per la letteratura 2013), che da cinquant’anni racconta la quotidianità

Narra la quotidianità nei suoi celebri racconti, l’autrice canadese Alice Munro, che nel 2013 ha ottenuto il premio Nobel per la Letteratura.

Nata nel 1931 in Ontario, Alice Munro ha tratto dalla sua esperienza di vita moltissime delle vicende alla base dei suoi lavori, spesso ambientati nella regione natia.

A soli vent’anni abbandona gli studi universitari per sposarsi con Albert Munro, di cui manterrà il cognome, e intanto svolge diversi lavori per mantenersi, dalla raccoglitrice di tabacco alla bibliotecaria.

Nonostante si dedichi già alla scrittura, pubblica la prima raccolta di racconti solo nel 1968, quando col marito vive a Vancouver. Danza delle ombre felici, questo è il titolo della sua prima opera, esce in Italia negli anni Novanta per La Tartaruga e nel 2013 per Einaudi nella traduzione di Susanna Basso.

Nel 1972 la coppia si separa e la scrittrice ritorna nella regione natia, dove nel 1976 si lega in seconde nozze con il geografo Gerald Fremlin. Nello stesso periodo scrive Una cosa che volevo dirti da un po’, appena pubblicato in Italia da Einaudi. L’opera si compone di tredici racconti sul rapporto tra madri e figlie, tra presente e passato, rimorsi e ricordi.

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“Il problema, l’unico problema, resta mia madre. Ed è ovviamente lei quella che cerco di afferrare; è per raggiungere lei che è stato intrapreso l’intero viaggio. A quale scopo? Per delimitarla, descriverla, illuminarla, celebrarla, per liberarmene; e non ha funzionato, perché incombe da troppo vicino, come ha sempre fatto. Io potrei sforzarmi in eterno, con tutto il talento che ho, e con tutti i trucchi che conosco, e sarebbe sempre lo stesso”. Con questa frase si conclude la raccolta di racconti.

Negli anni Ottanta e Novanta Munro ha pubblicato una raccolta di racconti ogni quattro anni e ha vissuto come scrittrice in residenza all’Università del Queensland e in quella della Columbia Britannica. Le lune di Giove, Il percorso dell’amore, Stringimi forte, non lasciarmi andare, Segreti svelati, Il sogno di mia madre e Nemico, amico, amante sono le opere nate dal periodo più prolifico di Alice Munro. Alla base dei racconti pettegolezzi, ricordi, momenti vissuti in gioventù, durante il primo matrimonio. E delle “anziane zitelle” che ripercorrono aneddoti del passato, commentano le scelte di parenti più giovani, criticano i vicini.

Negli anni Duemila la scrittrice ha continuato a pubblicare raccolte di racconti, come In fuga, Lasciarsi andare, Troppa felicità, Uscirne vivi e Vista da Castle Rock, basato sia sulla storia della famiglia dell’autrice emigrata dalla Scozia per trasferirsi negli USA e poi in Canada, sia sul ritorno della Munro stessa in Ontario dopo il divorzio.

Alice Munro è considerata una delle scrittrici di racconti più importanti e influenti ma, come ha raccontato in un’intervista alla Paris Review of Books, le sue storie si ispirano a “ricordi e aneddoti” e alla cittadina in cui vive, perché: “Quando abiti in un paesino senti un sacco di voci, sulle persone più disparate. In una città, invece, ascolti quello che accade a chi ti assomiglia”.

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