Si può essere persone femministe e cattoliche nello stesso tempo? Nel pamphlet “God Save the Queer – Catechismo femminista” Michela Murgia mostra come la pratica della soglia, che rigetta l’appartenenza a un unico recinto, cioè la “queerness”, sia una pratica cristologica…

Vorrei capire, da femminista, se la fede cristiana sia davvero in contraddizione con il nostro desiderio di un mondo inclusivo e non patriarcale, o se invece non si possa mostrare addirittura un’alleata. Da cristiana confido nel fatto che anche la fede abbia bisogno della prospettiva femminista e queer, perché la rivelazione non sarà compiuta fino a quando a ogni singola persona non sarà offerta la possibilità di sentirsi addosso lo sguardo generativo di Dio mentre dichiara che quello che vede ‘è cosa buona'”.

Si può essere persone femministe e cattoliche nello stesso tempo? Michela Murgia, cattolica, pensa di sì. E per dimostrarlo porta in libreria per Einaudi God Save the Queer – Catechismo femminista, pamphlet che punta a sfidare il senso comune anche con l’arma dell’ironia, e “a fornire degli strumenti per affrontare alcune contraddizioni”.

catechismo femminista michela murgia

Ma come fai a tenere insieme la tua fede cattolica e il tuo femminismo? È la domanda che si pongono le persone credenti LGBTIAQ+ e che si pone chiunque debba fare compromessi tra la propria coscienza e i precetti dottrinari, per esempio in merito ad aborto, eutanasia, fecondazione assistita.

Per rispondere è necessario capire quali aspetti della vita e della fede siano davvero in contraddizione e, soprattutto, se certi insegnamenti non siano semplicemente un’eredità storica da ridiscutere ogni giorno alla luce del Vangelo e della propria intelligenza. D’altronde, come scrive Murgia lo stesso Dio dei cristiani è contraddittorio: è divino ma anche umano, è uno ma anche trino, è onnipotente ma è morto in croce.

Partendo dalla rilettura del Credo e attingendo alla propria esperienza personale – la sé bambina piena di dubbi, ma anche la nonna, la madre, la zia, le donne con le quali ha incontrato la fede – Murgia nel suo nuovo libro fornisce gli strumenti per affrontare alcune di queste antinomie, e mostra come la pratica della soglia, che rigetta l’appartenenza a un unico recinto, cioè la queerness, sia una pratica cristologica.

E così si susseguono i numerosi capitoli del volume (tra cui “Senza maschi”, “Il fallimento di Dio”, “Contro il Dio Cenerentola”, “Un’altra Trinità è possibile” e “Il Messia queer”), fino alla postfazione di Marinella Perroni (docente stabile di NT al Pontificio Ateneo e Collegio Sant’Anselmo di Roma, e già presidente del Coordinamento Teologhe Italiane), che definisce “serio, potente, provocatorio. Per un uso della lingua ponderato e raffinato insieme, e ancor di più perché prende di petto tematiche tutt’altro che usuali” il “saggio teologico” dell’autrice sarda.

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Fotografia header: Michela Murgia foto di Maria Moratti/ Getty Images

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