“Le storie oscure, perturbanti, sono quelle che amo di più leggere e raccontare. Alcune persone tendono a definirle storie di fantasia, ma per ciò che mi riguarda trovo che siano le più fedeli alla realtà, almeno per come la percepisco. Ecco alcuni libri (romanzi, racconti e saggi) che prendendomi per mano mi hanno portata nelle tenebre, facendomi sentire a casa”. Su ilLibraio.it i consigli di lettura di Lorenza Ghinelli, che torna in libreria con “Tracce dal silenzio”

Nella mia quotidianità, dietro qualunque mansione io svolga, c’è un’unica certezza: quella di non sapere se siamo a testa in giù o in su nel cosmo. In fondo, non sappiamo neppure se esista un sopra e un sotto. Gravitiamo nello spazio sconosciuto, molto più profondo di qualunque pensiero. L’Universo noto è una percentuale risibile, tutto il resto è materia ed energia oscura, concetti che non sappiamo neppure definire. L’oscurità ci avvolge, ci pervade, ci infesta. Come potrebbe non interessarmi? Per quanto il nostro sguardo si volga spesso altrove, alla ricerca di pozzanghere di luce, nell’oscurità si acquatta il senso profondo della nostra condizione umana.

Le storie oscure, perturbanti, sono quelle che amo di più leggere e raccontare. Alcune persone tendono a definirle storie di fantasia, ma per ciò che mi riguarda trovo che siano le più fedeli alla realtà, almeno per come la percepisco. Ecco alcuni libri che prendendomi per mano mi hanno portata nelle tenebre, facendomi sentire a casa.

Storia del buio

Storia-del-buio

Storia del buio, di Nina Edwards (Il Saggiatore). Ho amato questo saggio per la capacità di indagare la complessità del rapporto che lega gli esseri umani all’oscurità. Siamo da sempre, in tutte le epoche e le culture, pervasi dalle tenebre. Ogni aspetto della nostra vita ne è toccato: l’arte, le religioni, la moda, le nostre abitudini e persino quello che chiamiamo progresso. L’oscurità è il motore invisibile che muove le nostre azioni, i nostri desideri, e tenerla distante ci rende solo meno interessanti.

The Number

The Number, di Thomas Ott (Logos)

The Number, di Thomas Ott (Logos). È un fumetto muto che racconta la storia di un uomo molto, molto superstizioso. La cui condizione è aggravata dalla sua presunzione di sapere interpretare i segni del destino. Ott si diverte, con una discreta dose di sadismo, a irridere i nostri tentativi di controllare l’ignoto. Adoro tutta la sua produzione. Il fatto che operi grattando linee bianche su una superficie nera fa già di per sé riflettere sul rapporto inscindibile tra luce e oscurità. Elementi del cinema muto espressionista e influenze gotiche danno vita a storie capaci di comunicare emozioni in modo immediato, inequivocabile, anche se l’artista, per farlo, si avvale di un codice comunicativo stratificato, complesso, e di una regia sapiente. Affacciarsi sulle sue tavole è come sporgersi su un abisso vischioso e perturbante. Che ci si cada dentro o meno è secondario, quello che vedrete affacciandovi vi resterà comunque addosso.

Lasciami entrare

Lasciami entrare, di John Ajvide Lindqvist (Marsilio)

Lasciami entrare, di John Ajvide Lindqvist (Marsilio). Non è una semplice storia di vampiri. In queste pagine c’è il riscatto di un’infanzia violata, rotta, spezzata. Un riscatto che non può avvenire in altro modo che nel sangue. È la storia di un’amicizia tra due ragazzini ai margini, molto più complessi delle etichette in cui vogliono rinchiuderli. È un romanzo che parla di voglia di vivere, di legami profondi e delle ferite che ci accompagneranno per sempre. L’ho amato immensamente.

Cucinare un orso

Cucinare un orso, di Mikael Niemi

Cucinare un orso, di Mikael Niemi (Iperborea). Anno 1852. Il narratore ci precipita in un’epoca e in una terra ai margini del mondo. Il protagonista è Jussi, un ragazzino lappone adottato da un predicatore e da tutti malvisto a causa delle sue origini. Lo chiamano lo sciamano. Quando una ragazza verrà trovata uccisa nella foresta, Jussi diverrà il capro espiatorio perfetto. Come tutte le opere che amo è visionaria, cruda, poetica e quindi fortemente sovversiva. Le conoscenze botaniche del pastore rendono avvincenti le indagini e i paesaggi. Vi verrà voglia di studiare botanica, almeno per qualche ora.

L’esorcista

L’esorcista, di William Peter Blatty

L’esorcista, di William Peter Blatty. È un grande classico da cui molti si tengono distanti, anche a causa della rappresentazione filmica che ne restituisce solo l’orrore. Immagino che la trama crediate di conoscerla tutti, ma il libro è molto più complesso della storia di una ragazzina che bestemmia e si contorce sul letto della propria stanza. È una storia di amore genitoriale, di conflitti famigliari, di crescita e di fiducia. La perdita della fede, e il ritrovarla attraverso strade non convenzionali, è uno dei temi portanti del libro. La disobbedienza, intesa nella sua accezione kierkegaardiana, rende il libro sovversivo e potente. Leggetelo di sera, magari con l’ausilio di una luce fioca. Gli occhi si affaticheranno un po’, ma l’immaginario e lo spirito ne godranno parecchio. Il vostro sonno no, ma il sonno spesso è sopravvalutato.

Tra le ceneri di questo pianeta

Tra le ceneri di questo pianeta, di Eugene Thacker

Tra le ceneri di questo pianeta, di Eugene Thacker (Nero Edizioni). Un altro saggio dalla visione potentemente lovecraftiana in cui il filo nero che lega le biotecnologie fuori controllo, il capitalismo e le mostruosità dell’antropocene può senz’altro chiamarsi orrore. Consigliatissimo a chi ha la tendenza a intellettualizzare ciò che non può essere intellettualizzato. È una lettura che ha il potere di rasserenarmi. Ma io mi rassereno anche leggendo Cioran, pertanto consideratevi avvertiti.

Il vuoto attorno

Il vuoto attorno, di Angela Carter

Il vuoto attorno, di Angela Carter (Corbaccio). È la sua raccolta di racconti completa. Tratta argomenti che alle donne sono stati da sempre preclusi, e lo fa con una potenza rara. Parla di erotismo, sessualità, inconscio. Parla di corpi. Le atmosfere sono oniriche e visionarie, di certo oscure, perché alla luce troppo vivida l’immaginazione si annoia. La sua riscrittura delle favole più note è un dono per cui non la ringrazierò mai abbastanza. La camera di sangue, a tal proposito, è un capolavoro. Fatevi rapire.

Il macellaio

il macellaio

Il macellaio, di Sándor Márai (Adelphi) fu la sua prima prova narrativa e l’ho adorata, come ho adorato, in genere, tutta la sua produzione. È un romanzo crudo, violento, che vede come protagonista un ragazzo la cui unica vocazione è uccidere: prima gli animali, poi gli uomini, facendone un mestiere. Tra le righe c’è tutto il dramma del ‘900, lo scivolare nell’orrore camuffato da normalità apparente. Il macellaio lo si divora in pochissimo tempo ed è uno di quei romanzi che muta lo sguardo, rendendolo più affilato.

lorenza ghinelli

L’AUTRICE – Lorenza Ghinelli, autrice del bestseller Il divoratore e di altri libri, torna in libreria con Tracce dal silenzio (Marsilio), una favola nera intessuta d’inquietudine e meraviglia in cui l’orrore, negli occhi di una bambina, è al tempo stesso magico e quotidiano.

Si tratta della seconda uscita della nuova collana Lucciole: gialli che mescolano avventura e suspense, commedia e sentimenti. A inaugurarla Walter Veltroni con Assassinio a Villa Borghese.

Lorenza Ghinelli - foto di Fabiana Rossi

Lorenza Ghinelli – foto di Fabiana Rossi

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