Ian McEwan, scrittore britannico classe 1948, è uno dei più noti e apprezzati autori contemporanei, in grado come pochi altri di variare tra generi, tematiche e atmosfere senza perdere il suo stile distintivo. Autore di “Espiazione” e del più recente “Lezioni”, McEwan ha scritto sia opere macabre e cupe sia storie ironiche e fresche, e ha firmato romanzi realistici così come racconti insoliti e paradossali. I suoi libri (da cui sono stati tratti anche svariati film) indagano con minuzia di dettagli epoche storiche diverse, mostrando la complessità del pensiero umano – Un viaggio tra alcune delle sue opere più conosciute

Non è semplice trovare un filo conduttore che leghi le opere dello scrittore britannico Ian McEwan. Nato nel 1948, ad Aldershot, nell’Hampshire, McEwan è autore di raccolte di racconti, narrativa per bambini e di ben 17 romanzi: una produzione non solo ampia e variegata nel genere, ma anche nelle tematiche e nelle atmosfere in grado di richiamare.

Opere macabre e cupe si affiancano a racconti più ironici e freschi, romanzi ambientati in pochi giorni si alternano a libri che attraversano decenni interi, ed eventi realistici (ma non per questo meno sconvolgenti), si mescolano a storie che muovono da prospettive insolite, eccentriche o del tutto impossibili.

Quando parliamo di Ian McEwan ci riferiamo a uno degli autori contemporanei più apprezzati e conosciuti, anche grazie a svariati adattamenti cinematografici dei suoi romanzi (da lui talvolta anche sceneggiati), come Espiazione (2007), Chesil Beach – Il segreto di una notte (2017) e The Children Act – Il verdetto (2017). Ma allo stesso tempo non è una missione facile quella di orientarsi tra i suoi lavori, che indagano la psicologia e i ragionamenti più profondi e nascosti della mente umana, e che trattano la contemporaneità così come la storia del secolo scorso.

In questo viaggio ripercorriamo alcune delle opere più importanti dell’autore, a partire dal recente Lezioni (Einaudi, traduzione di Susanna Basso), cercando di risalire, attraverso il susseguirsi delle pagine, anche ai pensieri di colui che le ha realizzate.

Come la Storia entra a far parte della vita

Nei libri di Ian McEwan assistiamo spesso all’intreccio di storia personale e storia universale. Che avvenga tramite l’esperienza diretta del protagonista, o tramite la voce gracchiante di una radio e lo schermo di una tv, il mondo che circonda i personaggi diventa parte essenziale della narrazione. Quello che per loro è il presente si tramuta per noi in un potente spaccato sul passato, con le sue crisi, le sue guerre e i suoi eventi collettivi. E a questi si mescolano temi e vicende sempre diverse.

Lezioni Ian McEwan

È proprio in Lezioni (Einaudi, 2023, traduzione di Susanna Basso) che osserviamo maggiormente questa commistione tra individuale e universale. Il romanzo racconta la vita di Roland Baines, dall’infanzia all’anzianità.

Nato nel 1948 (proprio come McEwan), Roland è un ragazzino e poi un uomo come tanti, dedito alla procrastinazione e a un’esistenza senza molti slanci. Eppure, anche se sprofondato nella sua inerzia, Roland vive sulla sua pelle episodi personali ed eventi storici di grande impatto: dalla crisi del canale di Suez a quella dei missili di Cuba, dal disastro di Černobyl‘ all’11 settembre e alla pandemia di Covid-19, ecco che si dispiega, pagina dopo pagina, la vita di un personaggio complesso. Un protagonista che da una parte vuole rappresentare un’intera generazione, quella dei baby boomers, a cui appartiene anche l’autore. Ma che dall’altra porta con sé le proprie memorie intime, descritte con grande vividezza: l’educazione autoritaria del padre, l’abuso subito dalla sua insegnate di pianoforte, l’abbandono da parte di sua moglie e tutte quelle “lezioni” che la vita gli ha offerto, ma che forse non gli hanno mai davvero insegnato qualcosa.

Espiazione Ian McEwan

Un altro grande evento storico, quello della Seconda guerra mondiale, fa da sfondo a Espiazione (Einaudi, 2002, traduzione di Susanna Basso), uno dei romanzi più apprezzati dell’autore britannico, divenuto nel 2007 anche un film diretto da Joe Wright, con Keira Knightley e James McAvoy. La vita di due innamorati è distrutta a causa dell’errore commesso da una ragazzina ancora inconsapevole di come funzioni il mondo, incapace di comprendere quanto sia labile il confine tra verità e menzogna. Un errore che assume per lei la forma di una colpa da espiare. Gli orrori della guerra e le sue tragiche conseguenze sono quindi solo una parte degli sconvolgimenti che attraversano le vite dei protagonisti, separandoli gli uni dagli altri. Il perdono e il ricongiungimento sono davvero possibili? O forse il lieto fine può esistere solo al termine di un buon romanzo?

Un viaggio nell’interiorità umana

Nei suoi libri Ian McEwan è in grado di descrivere i pensieri più nascosti dei suoi personaggi, indagando in profondità le pulsioni e le emozioni umane, comprese quelle più scioccanti e non convenzionali. Quella che osserviamo è una realtà abitata da esseri umani fragili, irrisolti, descritti con un realismo spietato e conturbante.

Cortesie per gli ospiti Ian McEwan

Agli inizi della sua carriera letteraria, questa grande capacità descrittiva viene espressa con particolare violenza. McEwan esordisce nella narrativa nel 1975, con la raccolta di storie Primo amore, ultimi riti (pubblicato in Italia da Einaudi nel 1979, con la traduzione di Stefania Bertola). Questi racconti, così come i due successivi romanzi, Il giardino di cemento e Cortesie per gli ospiti (pubblicati rispettivamente nel 1980 e 1983 da Einaudi, con la traduzione di Stefania Bertola), sono accomunati da atmosfere cupe e morbose, e affrontano senza scrupoli temi quali l’omicidio, l’abuso, la perversione e la morte. È in questi anni che l’autore acquisisce il soprannome “Ian Macabre” (Ian Macabro).

La sua produzione prosegue poi con Bambini nel tempo (Einaudi, 1988, traduzione di Susanna Basso), un libro che affronta anche il tema dell’elaborazione del lutto.

Facendo un salto avanti, nei romanzi successivi McEwan approfondisce gli effetti di malattie e disturbi che difficilmente trovano spazio nella narrativa, dimostrando ancora una volta la complessità e i limiti dell’essere umano.

L'amore fatale Ian McEwan

Un esempio è dato da L’amore fatale (Einaudi, 1997, traduzione di Susanna Basso), un romanzo (da cui nel 2004 è stato tratto l’omonimo film) che ha tra i suoi protagonisti un uomo affetto dalla sindrome di de Clerambault, o erotomania: un disturbo che porta a credere ossessivamente di essere amato da un’altra persona, spesso anche in seguito a chiare smentite. Dopo aver assistito a un tragico incidente in mongolfiera, lo scrittore Joe Rose e il fanatico religioso Jed Perry fanno la loro conoscenza. Da questo semplice scambio comincia la malsana ossessione di Jed per lo scrittore, che sfocia in episodi estremi di aggressività che scuotono la vita di Joe e di sua moglie Clarissa.

Sabato Ian McEwan

Anche Sabato (Einaudi, 2005, traduzione di Susanna Basso) approfondisce il tema della malattia, e ha infatti richiesto un lungo processo di ricerca da parte dell’autore. La quotidianità del celebre neurochirurgo Henry Perowne è incentrata sull’operare e curare malati, e, parallelamente, sulla sua amorevole famiglia. La sua vita felice però cambia profondamente nel corso di un semplice sabato, che in realtà non ha nulla di semplice: è il 2003, e il mondo è scosso dalla minaccia del terrorismo e dall’imminente guerra in Iraq (ancora una volta, la Storia si insinua nella narrazione). Inoltre, l’inaspettato incontro che Henry ha avuto con un uomo affetto dalla malattia neurodegenerativa di Huntington continua a tornargli in mente…

L’analisi della società contemporanea

Abile ricostruttore di epoche più o meno lontane, attento descrittore dell’interiorità umana: Ian McEwan non si limita a questo. Nelle sue opere c’è spazio anche per una brillante analisi dell’attualità, in alcuni casi solamente suggerita, in altri esplicita e tagliente. Partendo da presupposti innovativi (e talvolta assurdi), McEwan dimostra le contraddizioni della società contemporanea, smascherandone l’egoismo, l’indifferenza e l’ipocrisia.

Amsterdam Ian McEwan

A cominciare da Amsterdam (Einaudi, traduzione di Susanna Basso), opera che nel 1998 ha fatto guadagnare allo scrittore il Booker Prize. Un libro che offre una grottesca descrizione di due uomini pronti a tutto pur di raggiungere i loro obbiettivi. Due individui che hanno in comune molto più di quello che pensano, a partire da un eguale disinteresse nel compiere ciò che è “giusto”. In un epilogo tragicomico, Clive e Vernon finiscono per scagliarsi l’uno contro l’altro, lasciandosi alle spalle i resti di un’amicizia inautentica.

Nel guscio Ian McEwan

Ma è soprattutto in alcuni dei suoi titoli più recenti che McEwan si concentra sui temi che stanno segnando il nostro presente. Nell’insolita riscrittura dell’Amleto shakespeariano che propone nel romanzo Nel guscio (Einaudi, 2016, traduzione di Susanna Basso) le turbolenze dell’attualità ci sono mostrate attraverso gli occhi (anzi, le orecchie) di un bambino non ancora nato, che ascolta la madre e lo zio tramare l’uccisione di suo padre. E così, registrando avidamente tutto ciò che gli sta attorno (programmi radiofonici, luci, voci…), il bambino inizia a costruirsi un’idea di quel freddo e spaventoso mondo esterno in cui tra poco sarà gettato.

macchine come me ian mcewan

Anche se ambientato in un 1982 alternativo, Macchine come me (Einaudi, 2019, traduzione di Susanna Basso) parla proprio del nostro presente, sempre più influenzato dalle intelligenze artificiali. In questi “anni 80 paralleli” i Beatles continuano a suonare, Alan Turing è ancora vivo, e sul mercato si trovano sofisticati robot umanoidi, in grado di mettere in discussione il confine tra uomo e macchina: provano sentimenti, si pongono domande, hanno una coscienza. E anche se tutto ciò è solo frutto di fantasia, la domanda sorge spontanea: che cosa rende l’essere umano davvero “umano”?

Lo scarafaggio Ian McEwan

Lo scarafaggio (Einaudi, 2020, traduzione di Susanna Basso) è, infine, una schietta e ironica critica al populismo e alla politica che, tra le altre cose, ha portato al fenomeno Brexit. È (anche) da questo evento che l’autore trae lo spunto per proporre la sua riscrittura de La metamorfosi di Franz Kafka. Ma questa volta è uno scarafaggio di nome Jim Sams a trasformarsi in un uomo, e non un uomo qualunque: il primo ministro inglese. Di nuovo, quindi, un presupposto insolito è alla base di un romanzo dello scrittore britannico, che con sagacia segue lo sviluppo della strategia politica degli scarafaggi, ora al potere. Un breve romanzo che dimostra in modo attuale il pericolo costituito dalla demagogia e da una classe politica sempre più dedita ai propri interessi.

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Fotografia header: Ian McEwan nella foto di Leonardo Cendamo -Getty Images 27-02-2023

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