Nel suo secondo romanzo Tommaso Giagni racconta la resa dei conti tra un padre e un figlio. ilLibraio.it ha chiesto allo scrittore di selezionare alcuni grandi libri che raccontano il rapporto tra padri e figli. Da Dostoevskij a Faulkner, passando per Fante e McCarthy (nella foto grande, una scena del film tratto da “La strada”), ecco tutte le sue scelte

La resa dei conti tra un padre e un figlio. A descriverla, nel suo secondo romanzo, Tommaso Giagni, romano classe ’85, che in Prima di perderti conferma la maturità letteraria già dimostrata ne L’estraneo, notevole esordio del 2012, pubblicato anche in quel caso da Einaudi Stile Libero.

Tommaso Giagni

In Prima di perderti Giagni parte dal suicidio di Giuseppe. C’era da aspettarselo da un frustrato, uno che, dopo le utopie giovanili, si era adagiato a vivere all’ombra del suo ambiente, pur di goderne i privilegi. Così almeno la pensa Fausto, il figlio. Un trentenne di successo, che disprezza lo stile di vita della propria famiglia. Fausto decide di disperdere le ceneri del padre alla periferia di Roma, ma quando versa il contenuto dell’urna se lo ritrova davanti, riapparso come il fantasma dell’Amleto. Giuseppe non vuole vendetta, è lí per una sfida a duello con il figlio. Questa è l’ultima occasione che i due hanno per parlarsi davvero, per dirsi tutto ciò che pensano l’uno dell’altro…

Visto che nel suo secondo libro Tommaso Giagni racconta la complessità del rapporto tra un padre e un figlio, abbiamo chiesto allo scrittore di selezionare alcuni romanzi di oggi e di ieri, che ha amato, in cui altri autori si confrontano con il racconto di padri e figli (anche in questo caso figli maschi, come in Prima di perderti). Ecco le sue scelte:

tommaso giagni

Fëdor Dostoevskij, I fratelli Karamazov

Lo spettro dei rapporti possibili tra padre e figlio nella sua ampiezza. Quattro figli che non potrebbero essere più diversi, un padre buffone che è quasi invita a essere rovesciato. Protezione e conflitto, amore e odio: l’ambivalenza dei sentimenti, le sfumature e i cambi di rotta, affrescati con tutta la finezza di Dostoevskij.

Mentre morivo di William Faulkner e Furore di John Steinbeck

Sono due romanzi vicini per molte ragioni, ma soprattutto perché in entrambi la paternità esercita una mera autorità, miope e dannosa, invece che condurre con esperienza e lucidità. Sono due viaggi epici e necessari, dove la guida si smarrisce come una bussola smagnetizzata, e i guai rompono gli argini. Se l’Anse Bundren di Faulkner è soprattutto un ottuso che trascina la famiglia in un percorso di disgregazione, il Tom Joad di Furore ha la complessità per personificare lo sgretolamento della funzione tradizionale del padre.

Anche Aspetta primavera, Bandini di John Fante e Incendi di Richard Ford sono romanzi che si parlano.

In entrambi, la provincia americana fa da sfondo al passaggio di figli adolescenti all’età adulta, attraverso la messa in discussione del padre. In entrambi, all’ammirazione incondizionata segue lo sfaldamento dell’icona. Fante fa percepire tutto l’ingombro di un padre gigantesco come Svevo Bandini e la fatica del figlio Arturo per scalarlo e farsi indipendente. Il cambiamento nel rapporto tra i protagonisti di Ford ha una natura più equilibrata e complice, il figlio Joe arriva addirittura a consolare il padre, ma resta il fatto che il fuoco brucia convinzioni fino a poco prima incrollabili.

Giuseppe Berto, Il male oscuro

Il miglior romanzo italiano che conosco su questo tema, assurdamente sottovalutato. Spaventoso, tanto per la consapevolezza e l’onestà del protagonista, quanto per la tensione e la vivacità di ogni pagina. Un dirompente flusso di coscienza che ci investe, raccontando di un figlio nevrotico che prova a liberarsi del peso di suo padre. Un romanzo sulla ricerca di sé, sul disperato bisogno di far pace con le radici, dove si piange ma si ride anche. Una seduta d’analisi in cui siamo tutti coinvolti.

Cormac McCarthy, La strada

L’isolamento del nucleo primo e universale del rapporto tra padre e figlio, quando il figlio è un bambino e il padre ha ancora sembianze sovrannaturali. L’attraversamento di un apocalisse che ha lasciato solo una certezza: il padre sarà la guida. Epico senza scivolare mai nella retorica, commovente senza usare trucchi, e una lingua asciutta che sembra la voce di Dio.

Valerio Magrelli, Geologia di un padre

Se la morte obbliga a fare bilanci, l’elaborazione del lutto può passare per un libro come questo, dove un figlio ha il coraggio e l’onestà di raccontare il suo dolore per la perdita paterna. Magrelli non ricatta il lettore, non approfitta delle armi emotive che pure avrebbe. E mostra come ogni rapporto si componga di dettagli, piccoli oggetti, brevi frasi, che faremmo bene a notare di più.

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