Lettrici e lettori in lutto per la morte, a soli 55 anni, di Zafón, autore spagnolo del bestseller “L’ombra del vento”. Un approfondimento sulla sua opera, a partire della saga del Cimitero dei Libri Dimenticati

“Uno scrittore non dimentica mai la prima volta che accetta qualche moneta o un elogio in cambio di una storia. Non dimentica mai la prima volta che avverte nel sangue il dolce veleno della vanità e crede che, se riuscirà a nascondere a tutti la sua mancanza di talento, il sogno della letteratura potrà dargli un tetto sulla testa, un piatto caldo alla fine della giornata e soprattutto quanto più desidera: il suo nome stampato su un miserabile pezzo di carta che vivrà sicuramente più a lungo di lui. Uno scrittore è condannato a ricordare quell’istante, perché a quel punto è già perduto e la sua anima ha ormai un prezzo”.

Questo è l’incipit de Il gioco dell’angelo (Mondadori, traduzione di Bruno Arpaia), di Carlos Ruiz Zafón, uno dei più noti scrittori spagnoli contemporanei, scomparso a Los Angeles ad appena 55 anni.

Conosciuto principalmente per L’ombra del vento, romanzo diventato immediatamente un caso letterario internazionale e che ha raggiunto il milione e mezzo di copie vendute solo in Italia, Zafón si è fatto conoscere dai lettori di tutto il mondo e di tutte le età.

La sua carriera letteraria, infatti, comincia con i più giovani: è ai ragazzi che è dedicata la Trilogia della Nebbia, formata dai volumi Il Principe della nebbia, Il palazzo di mezzanotte e Le luci di settembre, editi Mondadori, nella traduzione di Bruno Arpaia.

Il principe della nebbia

Il principe della nebbia, in particolare, detterà poi il leitmotiv dell’intera opera dell’autore. Zafón racconta storie di ragazzini che vivono un passaggio cruciale dell’età, quello che li porterà dalla giovinezza all’adolescenza,  e che si trovano a scoprire troppo presto l’esistenza del male, che sa plasmarsi in forme diverse, tangibili e non, proprio come la paura, di cui esso si alimenta.

E così Max Carver, il protagonista del principe della nebbia, si trova a combattere non solo contro un nemico invisibile, ma anche contro l’incapacità ottusa degli adulti, che non vedono – o non hanno la possibilità di vedere – il mondo con la stessa perspicacia e attenzione dei ragazzini.

Siamo sempre a Barcellona, ma stavolta negli anni ’20: David Martín è uno scrittore solitario che ha pubblicato una serie di libri sotto lo pseudonimo di Ignatius B. Samson; non ha molti amici, a parte Sempere, proprietario di un negozio di libri usati. Scoprirà da lì a poco di avere un tumore al cervello e di avere circa un anno da vivere. Il matrimonio di Cristina, di cui è segretamente innamorato, non farà altro che aumentare la sua depressione, finché nella sua vita non sopraggiunge Andreas Corelli, un misterioso editore francese che gli promette la guarigione dal cancro e una cospicua cifra in cambio della commissione di un libro: Martín dovrà scrivere un testo sacro per una nuova religione. Martín accetta, ma il prezzo che pagherà per la sua salute sarà altissimo.

Marina

marina zafon

Restiamo nell’amata Barcellona, ma ci spostiamo temporalmente fino agli anni Settanta. Stavolta il protagonista è Oscar Drai, un ragazzo che frequenta un collegio barceloneta, dove passa la maggior parte del suo tempo. Quando non studia, ama passeggiare per le vie della città e perdersi nei quartieri che non conosce. Attratto dalla musica di un grammofono, finirà in una villa abbandonata che sembra non aver conosciuto lo scorrere del tempo, nella quale conoscerà Marina e suo padre, Germàn Blau, un ex pittore ritiratosi dalle scene mondane. L’amicizia tra i due ragazzi farà da sfondo a un mistero pericoloso che riguarderà Michail Kolvenik, un fabbricante di protesi morto vent’anni prima.

La morte, l’amicizia, i fili sottili che legano le persone nello spazio e nel tempo, la paura, l’amore, il dolore. Tutto questo e tanto altro è il lascito di un autore straordinario, che ha accompagnato generazioni di adulti e ragazzi e che lascerà, senza dubbio, un enorme vuoto.

Ma, come ha detto lo stesso Zafón, “ogni libro, ogni volume possiede un’anima, l’anima di chi lo ha scritto e l’anima di coloro che lo hanno letto, di chi ha vissuto e di chi ha sognato grazie a esso. Ogni volta che un libro cambia proprietario, ogni volta che un nuovo sguardo ne sfiora le pagine, il suo spirito acquista forza“.

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