“Se non ragionassi (o sragionassi) come (s)ragiono, probabilmente le strade mie e di Patatina non si sarebbero mai incontrate…”. In occasione dell’uscita di “La mia amica scavezzacollo”, Micol Beltramini racconta la storia vera della sua amicizia con una dolce vecchina che ha incontrato per le strade di Milano (e che da mesi narra anche sui social): “Se vuoi davvero aiutare qualcuno non basta lavorare di fantasia…”

Sui Navigli tutti conoscevano la star di questa storia, se non altro per averla vista passare per strada.

Curva, con il suo passo a uno all’ora, vestita a gennaio come a Ferragosto, cappello di lana in testa e una o più sporte dietro la schiena. La guardavamo passare, io e il mio fidanzato Angelo, e io gli dicevo sempre: dobbiamo invitarla a cena.

Una sera l’ho fermata e siamo diventate amiche.

Che personaggio! Ottantasette anni e non sentirli; cioè, non sentirli per modo di dire. Mi ha raccontato, tra le altre cose, che non era mai stata al mare, e io sono impazzita: come non sei mai stata al mare, ma non è possibile, ti ci porto io al mare.

È cominciata così questa storia, e chi se lo aspettava come sarebbe andata a finire.

No, davvero, vorrei che fosse chiaro fin dal principio: non era mia intenzione adottare il mio dissuasore di traffico, né prendere coscienza del suo reale disagio. Volevo senz’altro assecondare la sua tendenza istrionica, fare di lei la mia fidanzata, accompagnarla nelle sue scorribande e inventare innumerevoli panzane insieme; ma mai, e sottolineo mai, mi sarei sognata di prendermi alcun tipo di responsabilità nella sua vita.

Però ho imparato anche questo: se non ragionassi (o sragionassi) come (s)ragiono, probabilmente le strade mie e di Patatina non si sarebbero mai incontrate. Perché la sua naturale propensione all’immaginifico è identica alla mia, e entro certi termini non c’è proprio niente di male in questo.

Solo che se vuoi davvero aiutare qualcuno non basta lavorare di fantasia, perché aiutare davvero qualcuno è una questione complicata. Richiede un mucchio di senso pratico, tanto per cominciare, cosa che la mia religione mi impone di non tirar fuori finché non si rende strettamente necessario; poi bisogna essere parecchio testardi, e qui mi sento di dichiarare che, essendo nata in Sardegna, probabilmente parto avvantaggiata.

Infine (ma non in fine): bisogna saper voler bene. Avete presente quella scena di 8 e ½ in cui Mastroianni parla con Claudia Cardinale, e lei continua a rispondergli che se lui rifiuta l’amore è perché non sa voler bene? Ecco, anche saper voler bene è una questione complicata, o è probabilmente meglio dire impegnativa.

Bisogna aprire cuore e testa, mettersi in ascolto, realizzare tutto quello che non immaginavi che il tuo voler bene avrebbe comportato, e poi fare praticamente qualcosa per evitare che il tuo amore resti immaginario.

Perché, come mi ha detto una volta Angelo: l’amore si fa.

Però una volta che l’hai fatto puoi tornare a fare le avventure, anzi mi sentirei di dire devi.

Altrimenti cosa vivi a fare?

la mia amica scavezzacollo

IL LIBRO E L’AUTRICE Micol Arianna Beltramini, nata a Cagliari nel 1978, ha scritto tra gli altri 101 cose da fare a Milano almeno una volta nella vita (Newton Compton, 2008). Per Newton Compton ha scritto anche una favola, Cornflake (2009) e I 101 luoghi più romantici di Milano (2010); con Mondadori ha pubblicato il romanzo Vienimi nel cuore (2011), e Perché Milano è meglio di Roma (2013). Come sceneggiatrice ha inoltre firmato le graphic novel Last goodbye. Un tributo a Jeff Buckley (Edizioni bd, 2019) e Murder ballads (Mondadori, 2021).

E veniamo al suo nuovo libro, La mia amica scavezzacollo (Hacca), che racconta un incontro speciale. Una storia emozionante che chi segue l’autrice sui social conosce bene. Nel libro, infatti, ritroviamo Micol, che nella vita di tutti i giorni scrive. Scrive storie che poi diventano fumetti, scrive di sé sul blog Vienimi nel cuore, oltre che su Facebook. Fino, appunto, all’incontro con Patatina, una dolce vecchina che l’autrice incontra per le strade di Milano e che presto diviene la nonna di tutti i suoi follower, che le regalano bambole e fermagli per capelli in cambio di presine all’uncinetto.

La mia amica scavezzacollo

La mia amica scavezzacollo è la storia di questo incontro, e dell’amore, la cura e l’impegno che vengono dopo. Perché se in foto Patatina con il suo sorriso a tre denti viene benissimo, la realtà è un poco più buia, svelando il disagio di essere soli in una città che va sempre di corsa e non si accorge di chi cade ai margini. Ma questa è soprattutto la storia di una promessa: portare Patatina a conoscere il mare, per la prima volta…

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