Giornalista con i fiocchi, aveva quella leggerezza che non l’ha mai fatto arrabbiare quando veniva preso in giro per le sue innumerevoli gaffe. E ti entrava in casa con garbo e ironia. È stato lo zio degli italiani, quello con il quale parli delle notizie, anche le più crude, e poi scherzi sulla tragicommedia della vita… A Luca Giurato – giornalista e conduttore scomparso per un infarto, a 84 anni – non si poteva non voler bene
A Luca Giurato – scomparso improvvisamente, per un infarto, a 84 anni – non si poteva non voler bene. Primo: perché era un professionista con i fiocchi. Secondo: perché aveva quella leggerezza che non l’ha mai fatto arrabbiare quando molti lo prendevano in giro per le sue innumerevoli gaffe e gli strafalcioni, talmente perfetti da sembrare, per paradosso, quasi costruiti. Terzo: perché ti entrava in casa con garbo e ironia con quei maglioni sgargianti, le montature degli occhiali improbabili e l’aria apparentemente stralunata. È stato lo zio degli italiani, quello con il quale parli delle notizie, anche le più crude, e poi scherzi sulla tragicommedia della vita.
Dalla televisione si era ritirato da molti anni perché non aveva più voglia, come ha scritto Mara Venier nel suo ricordo sui social dicendo di averlo invitato di recente a Domenica In. Basta però scorrere Instagram, per avere conferma che nessuno l’aveva dimenticato con ben tre account ironici a lui dedicati: “Buongiolloatutti” (con i video irresistibili dei suoi strafalcioni commentati dalla Gialappa’s Band), “Le bimbe di Luca Giurato” e a “Luca Giurato FanPage”.
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Una lunga carriera nel giornalismo, quella di Giurato, cominciata a 20 anni dopo la Maturità classica a Paese Sera. Professionista dal 1965, prosegue la sua carriera alla Stampa, quindi nel 1986 passa alla direzione del GR1, poi arriva alla vicedirezione del Tg1.
La popolarità presso il grande pubblico arriva nel 1993, a Domenica in con Mara Venier e don Mazzi, uno dei programmi più longevi, popolari e amati dal pubblico italiano. Tornerà di nuovo nel 2010 ma nel frattempo diventa conduttore di Unomattina, il contenitore mattutino di Rai 1 in cui torna ciclicamente (nel 1994-1996, poi nel 1998-2003 e di nuovo nel 2005-2008) lavorando con Livia Azzariti, Paola Saluzzi, Antonella Clerici, Roberta Capua, Monica Maggioni, Eleonora Daniele. Infine è stato opinionista a L’isola dei famosi e I raccomandati.
Di Luca Giurato non si ricorda mai una polemica, mai una dichiarazione livorosa o sopra le righe, mai una cattiveria di cui pure è pieno il mondo del giornalismo e della Tv.
Quando andò via da Unomattina ammise candidamente in un’intervista al Corriere della Sera: “Me ne sono andato perché fisicamente non ce la facevo più. Sono anni che mi sveglio alle 5 e mezza di mattina. Ora ho un sogno: condurre una striscia quotidiana di otto minuti, prima o dopo il Tg della mezzanotte, per mettere a fuoco due notizie di attualità. Mi piacerebbe chiamarla La striscia di Luca, e vorrei al mio fianco una giovane di colore”. E dopo la popolarità del debutto a Domenica In declinò l’offerta per condurla di nuovo: “Ho avuto il coraggio di dire no a un secondo anno di Domenica In per non prendere una via nettamente diversa da quella del giornalismo professionale di altissimo livello“, spiegò, “la parte ludica è sempre stata molto forte nella mia vita privata. Sono un esuberante, mi piace scherzare. Ma nella professione non era mai venuta fuori, da quando ho cominciato cronista a Paese Sera e consumavo le scarpe dalle cinque di mattina per inseguire delitti“.
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Le sue papere sono ormai nella storia della televisione italiana: tutti ricordano quando prese in braccio Mara Venier e cadde o quando tentò di stringere la mano a un ospite cieco e senza il braccio destro. Su alcune ci scherzava su pure lui: “Per condurre Unomattina per dieci anni mi sono alzato alle 5. Se la sera prima facevo tardi il giorno dopo, in trasmissione, le papere erano una certezza. La migliore di tutte fu quando entrai in studio l’8 marzo e augurai un buon 1° maggio a tutte le donne“. Un’altra gaffe che ha raccontato era questa: “Conducevo con Roberta Capua. Arriva un ospite con un cane stupendo. Per tutto il tempo ho chiamato l’ospite con il nome del cane“.
Nel 2007 a Unomattina finisce un servizio, stacco sullo studio e c’è Luca Giurato disteso a terra, accanto a lui c’è la poltrona ribaltata. Giurato si è cappottato da solo tentando chissà quale capriola, il regista lo ha inchiodato al momento giusto, in collegamento il direttore di Raiuno Del Noce che guarda esterrefatto.
I suoi strafalcioni sono entrati nella leggenda, tanto da costituire un’intera rubrica di Striscia la notizia (“Ci avrei Giurato”) e da essere raccolti in una puntata speciale della trasmissione di Antonio Ricci (“Luca Giurato Show”). Ma lui non se l’è mai presa: “Lo dico con orgoglio, a un certo punto sono stato recordman assoluto di tapiri — aveva raccontato quando era già andato in pensione —. Faccio una confessione pubblica: di quando lavoravo, la cosa che mi manca di più sono le prese per i fondelli di Ricci e della sua banda”.
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