“Mi sembra che ci sia una sorta di tendenza ad affermare una mancanza di gentilezza nella nostra società; credo infatti che ci siamo ormai abituati a lamentarci e a crogiolarci nella convinzione che oggi quasi nessuno sia capace di un gesto gentile nei nostri confronti, tanto che finiamo per sentirci autorizzati, quasi, a non esserlo neppure noi…”. Su ilLibraio.it la riflessione di Adele Chiabodo, autrice del romanzo “La rivoluzione dei piccoli gesti”

Mi sembra, sempre più spesso, che ci sia una sorta di tendenza ad affermare una mancanza di gentilezza nella nostra società; credo infatti che ci siamo ormai abituati a lamentarci e a crogiolarci nella convinzione che oggi quasi nessuno sia capace di un gesto gentile nei nostri confronti che finiamo per sentirci autorizzati, quasi, a non esserlo neppure noi.

Non sempre, s’intende, e magari questo accade quando la giornata è stata più dura del previsto, o se la stanchezza prende il sopravvento. E lì, proprio in quel momento, ci arroghiamo il diritto di essere meno gentili di quando vorremmo. E perché? Perché tanto, gentile, oggi non lo è quasi nessuno. Allora credo che questo possa anche essere vero se non ci decidiamo ad indossare i giusti occhi per capire che, in fondo, vero non lo è del tutto.

Chiabodo- La rivoluzione dei piccoli gesti

Certo, tutto dipende da cosa intendiamo noi esattamente con il concetto di gentilezza: potremmo intendere quella risonanza che si trova nei gesti eclatanti, nei grandi passi, negli importanti momenti della vita; quella forza di un sentimento che si manifesta nella grandezza, nella magnificenza. E facendo assumere alla gentilezza un valore enorme, quasi immenso, si potrebbe dar ragione a chi sostiene che nel mondo questa sia difficile da trovare. Ma se invece ci fermassimo a pensare, e a sviscerarla, la gentilezza, e arrivassimo a interpretarla come una patina capace di permeare ogni mossa, soltanto come dei minuscoli dettagli che possiamo collezionare, minuzie nelle nostre giornate, pagliuzze nella vita, allora come potrebbe il vivere non assumere tutto un altro significato?

Così facendo, e convincendoci quindi che la grandezza della gentilezza risieda nella sua capacità di insinuarsi nelle piccolezze, sarà magnifico osservare come anche queste, di rimando, possano acquistare tutt’altro valore, generando un’energia gentile che dai nostri istanti può irradiarsi nelle giornate intere, e alla vita, tutta.

E allora sì, chi ha quell’idea magnifica di gentilezza, ha ragione nel dire che il mondo ne è quasi privo; ma chi invece crede che anche un sorriso strappato per strada o una piccola parola dedicata con significato possano insegnarci che no, non è la gentilezza che manca oggi, ma la capacità di astrarla da piccoli, a volte insignificanti, semplici momenti quotidiani, sarà gentile, sempre, e sarà in grado di generale gentilezza, in ogni istante, per condividerla con chiunque abbia la fortuna, anche solo per una mattina, di condividere con lui un frammento della propria esistenza.

L’AUTRICE E IL LIBRO – Nata a Torino nel 1993, Adele Chiabodo è una libera professionista che aiuta le aziende ad esprimersi al meglio attraverso parole e immagini. Ha studiato Lettere Moderne e ha lavorato con Caffè Vergnano nell’ambito della comunicazione, curando contemporaneamente il suo profilo Instagram, @adellinaa, dove piccoli e magici dettagli di vita ispirano racconti quotidiani.

La rivoluzione dei piccoli gesti (Garzanti) è il suo romanzo d’esordio, una lettura che riecheggerà nei lettori che stanno cercando una storia che regala speranza e li ispiri a riscoprire ogni giorno qualcosa di nuovo.

Al centro della narrazione, un regalo inaspettato: un taccuino dimenticato per settimane dentro il cassetto della caffetteria in un piccolo borgo, che si anima solo d’estate. È stata una straniera, Ella, a regalarlo al burbero proprietario del locale, Durante.

Tra quelle pagine ci sono consigli per ritrovare la felicità attraverso piccoli gesti, novità che per alcuni sono insignificanti, ma di cui Ella conosce il potere salvifico, perché c’è una bellezza irresistibile nel riscoprire la quotidianità. E Durante, che l’ha accolta con diffidenza, sembra proprio aver bisogno di dare vita a nuove abitudini per rivedere sotto una nuova luce quelle vecchie, ormai date per scontate.

Per questo Ella lo accompagna, con gentilezza, nelle sue avventure di ogni giorno: fare una marmellata con le albicocche fresche, organizzare brunch, guardare insieme le stelle cadenti a San Lorenzo… Sono piccole cose, ma è lì che possiamo riscoprirci felici, come Ella ha imparato per prima. E chissà, forse anche Durante riuscirà ad aiutarla a superare il doloroso passato, se solo avrà il coraggio di prendere in mano quel taccuino e aprire il suo cuore.

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