“Il mio compito di madre è accettare che lei non mi appartiene e darle gli strumenti perché non appartenga mai a nessuno… e il modo migliore per crescere una figlia libera, è mostrarle come si è persone libere…” – Su ilLibraio.it la riflessione della scrittrice Giada Sundas (in libreria con “Le mamme ribelli non hanno paura”), a tre anni dalla nascita della sua bambina

Il giorno che ho dato alla luce mia figlia, tre anni fa, ho creduto di essermi fatta un dono. Pensavo, in un mare d’egoismo diluito in retorica, che quella bambina che avevo creato, cresciuto e partorito fosse mia.

Ho da poco compreso di aver fatto un grosso errore di valutazione: non mi sono fatta un dono, l’ho fatto al mondo. Il mio compito, in questo processo, è e sarà far sì che diventi una risorsa inestimabile per l’umanità.

Mia figlia non è mia, io l’ho creata e donato vita propria, personalità e carattere unici e imprescindibili da me. L’unica cosa che ci lega è il sangue, la genetica.

Il mio compito essenziale in questo nostro percorso, non è formare una persona nuova, bensì fornirle le imparziali basi fondamentali per crearsi da sola: una buona educazione, un’inamovibile sicurezza e la solida autonomia data da una base di fiducia nella sua competenza.

Il mio compito di madre è accettare che lei non mi appartiene e darle gli strumenti perché non appartenga mai a nessuno, insegnarle che io e lei siamo legate da sentimenti inestimabili ma individui singoli dotati di vite autonome slegate tra di loro. L’ho creata libera, da me e dal mondo intero.

Io stessa sono libera da lei. Come donna ho il dovere di crescermi nel mio personale, coltivarmi e mantenere una sana relazione sentimentale. Soprattutto, ho il dovere e il diritto di essere una persona felice al di fuori della maternità. Sono una madre felice di esserlo, ma la mia felicità non dipende solo da questo: se non lo fossi mai diventata, sarei stata lo stesso una persona felice. Costruirsi una vita in funzione di qualcuno o qualcos’altro è corrosivo per noi e per il prossimo, perché quando uno dei coefficienti verrà a mancare, di noi non resterà niente. Ho deciso di essere una donna felice al di fuori della maternità, perché creare un’esistenza come appendice di quella di qualcun altro, vuol dire svuotarsi come sacchi vuoti l’istante in cui questa avrà spiccato il volo, perché il giorno che la mia bambina prenderà la sua strada, potrò essere ancora qualcuno.

Soprattutto perché, il modo migliore per crescere una figlia libera, è mostrarle come si è persone libere. Un giorno soffrirò, perché le sue scelte non saranno in accordo con le mie, soffrirò perché deluderà le mie fantasiose aspettative, soffrirò perché, come madre, non posso evitare di costruire un ipotetico ideale. Soffrirò come donna felice, perché avrò finalmente reso tutto questo concreto.

L’AUTRICE E IL LIBRO – Giada Sundas è una giovane madre molto seguita in rete. Sui social racconta la sua esperienza di “madre imperfetta ma imperterrita” con freschezza e ironia. Il suo romanzo d’esordio, edito da Garzanti, si intitola Le mamme ribelli non hanno paura, e racconta la storia di Giada dal giorno in cui la piccola vita di Mya, sua figlia, ha cominciato a crescere dentro di lei.
Qui tutti gli articoli di Giada Sundas per ilLibraio.it.

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