La musica salva, da sempre. “Ora che ho incontrato te” di Rosario Pellecchia è un viaggio di destini languido, romantico e colorato sulle tracce del blues…

Quando ti trovi a pensare “non assomiglia a nessun altro”, ci sei già dentro, sei già fottuto. Perché nel profondo, in quell’incontro unico, è scattato l’imponderabile che mette due persone in connessione, costruisce complicità spontanea, dà senso ai silenzi, senza disagio, fa apparire le cose più fluide, le fa vedere più belle. Sembra quasi di aver trovato un ritmo nuovo, un’emozione tonda, leggera e malinconica. È un giro di blues. Lo chiamiamo Amore.

Quando Lorenzo e Zoe si incontrano, è un rumoroso venerdì pomeriggio a New York. Lei, musicista, una sfera perfetta di capelli ricci, sta suonando la chitarra. Lui, un broker dalla vita un po’ scalcagnata, è scalzo, fatto e preda dei suoi demoni.

Sono gli accordi di First time I met the blues a fermare il traffico, il rumore, il casino nella testa di Lorenzo. Tutto si blocca, e in quell’attimo, loro si trovano. Negli occhi inquieti di lui, Zoe vede fragilità e onestà, nelle note calde di lei, Lorenzo fa tacere le voci delle sue ossessioni.

Lei non ha bisogno di un altro caso umano, lui si è imbrogliato la vita, ma la sa ascoltare come nessuno ha mai fatto. Camminano, parlano, si sfiorano, inaspettatamente si svelano, si scoprono diversi ma capaci di andare a tempo.

“Ha paura di ammetterlo, ma da quando l’ha incontrata sente che qualcosa è cambiato dentro di lui, che la sua mente gli ha concesso una tregua, come se parlare con Zoe avesse disarmato i pensieri che lo tormentano. Ora c’è lei a occupare tutto lo spazio.”

Ora che ho incontrato te di Rosario Pellecchia (Feltrinelli) è una ballata di amore e musica. Non c’è altro nella vita così grande e potente come questi due motori di emozione: Pellecchia li prende e li mescola, in un romanzo che è pieno di note e di storie. Zoe è cresciuta in mezzo alla musica, che ha segnato la sua infanzia, ed è stata un’ancora a cui aggrapparsi, per consolare le delusioni di un padre distratto. Non sa solo suonare, sa parlare, raccontare con trasporto e fascino ipnotico il blues nelle sue radici e nei suoi tanti personaggi. Lorenzo con lei scopre un mondo che non immaginava, la cui dolcezza sofferta lo guida, anche lui, in un passato familiare con cui non ha ancora fatto pace.

E così, tra le canzoni e gli aneddoti, da Robert Johnson a Nina Simone, da Billie Holiday a Etta Baker, Lorenzo e Zoe iniziano a camminare insieme, con la lentezza di chi assapora un nuovo inizio. La musica salva, da sempre. Ha salvato tanti uomini e donne che hanno creato un canto nuovo per sfogare il proprio dolore e dare un significato al loro pianto: le loro vite sono altrettanti crocevia di ribellioni e libertà, le loro note sono voci di un’umanità che canta se stessa, in dodici misure. La musica salva ogni giorno, bastano alcune strofe in mezzo alla strada per portare a riva un ragazzo che si sente sbagliato, ma era semplicemente solo, e per dare un’idea di futuro a una ragazza che si sente irrisolta, e ha bisogno solo di un’opportunità.

“È una musica che nasce per esprimere un disagio, una sofferenza. E al tempo stesso per tentare di trovare la forza di superare questo dolore, o almeno di elaborarlo. Il blues, agli inizi, era un po’ la psicanalisi dei poveri.”

Lorenzo e Zoe inventano anche loro una musica nuova, trovando il ritmo di stare insieme, dando forma a un progetto che sembra una folle idea di due sbandati, ma ha tutte le carte in regola per essere uno straordinario piano b per entrambi. Da New York a Clarksdale, Mississippi, dove un uomo ha stretto un patto con il diavolo diventando il più grande musicista blues. Lì è custodita la sua chitarra, la Gibson Kalamazoo KG-14, che fa gola a tanti collezionisti: per loro due, un Graal, una rinascita possibile, o un modo per saldare i conti del passato. Decidono di rubarla.

A bordo di un furgone Chevy Van del 1992, cotto dal sole, Lorenzo, Zoe, e la sua chitarra partono: lasciano New York e viaggiano attraverso le terre del blues, un pellegrinaggio di discorsi appassionati, segreti svelati, racconti di musica. Da Baltimora a Nashville, a New Orleans, passando anche per la mecca un po’ pacchiana di Memphis e di Graceland, rendendo omaggio a luoghi simbolo e rimettendo al loro posto ricordi scomodi.

Rosario Pellecchia scrive un viaggio di destini languido, romantico e colorato sulle tracce del blues: ci sono tramonti pazzeschi, diner per sfamarsi, karaoke dove scoprirsi complici, Zoe a coprire le stonature di Lorenzo, e poi chilometri su chilometri dove imparare a conoscersi, a capirsi, a litigare, accordi e disaccordi, portiere sbattute in mezzo al nulla, incomprensioni e poi i corpi che chiamano a far pace, come fossero un’unica cosa.

 Ora che ho incontrato te Rosario Pellecchia

“Adesso non c’è brutto ricordo che possa rattristarli, non ci sono padri deludenti o aggressivi, non c’è più niente di cui preoccuparsi. C’è soltanto la loro pelle, ci sono i loro odori che si mescolano, i loro sguardi che si incrociano. Loro due, insieme, senza nessuno che possa fargli del male. Non qui, non adesso”.

Pellecchia con Ora che ho incontrato te ha firmato un nuovo capitolo del suo ciclo di incontri, iniziato con Solo per vederti felice e proseguito con Le balene mangiano da sole. Qui il suo lavoro di narratore di storie, in radio e nei libri, si unisce con la sua passione per la cultura musicale afroamericana: si sente in ogni pagina che Pellecchia è a suo agio in questa dimensione felice di note e parole. Si impara tantissimo leggendo questo nuovo libro, delle radici della musica blues, e si impara soprattutto ad ascoltare. Quella di Lorenzo e Zoe è una jam session di parole, silenzi, note graffianti ed è anche un viaggio di formazione musicale per il lettore. Indossate le cuffie, cercate i tanti brani che sono protagonisti della storia, ascoltateli mentre leggete: è una playlist che si fonde con le pagine, da godere insieme ai luoghi.

E poi, l’amore: Ora che ho incontrato te lo racconta senza sentimentalismi, con sensualità e grinta, grazie a una scrittura che ha la fluidità e il ritmo di chi ha la musica dentro, e la freschezza di una storia spregiudicata e leggera: on the road da New York al Mississippi, lo stereo acceso, e la libertà di fare quello che si vuole, nel cuore del blues, insieme, “Come musica e parole della stessa canzone”.

Scopri le nostre Newsletter

Iscrizione alla Newsletter
Il mondo della lettura a portata di mail

Notizie, approfondimenti e curiosità su libri, autori ed editori, selezionate dalla redazione de ilLibraio.it

scegli la tua newsletter Scegli la tua newsletter gratuita

Libri consigliati