“Così allegre senza nessun motivo” di Rossana Campo è un intreccio di voci che va a fondo in un’esplorazione sincera delle energie infinite delle donne, dei loro ruoli, dei loro corpi, dei loro cuori – L’approfondimento

Un momento signore, aspettate, perché qui dobbiamo tornare ai classici, senza i classici del pensiero femminista non si capisce bene dove siamo, e dove stiamo andando, dice Manu.

Uno o più libri, sia romanzi sia saggi, purché prodotti da menti femminili, un bicchiere di Bourgueil e storie da raccontare: ma non è solo un club di lettura, quello di questo gruppo di amiche. Così allegre senza nessun motivo (Bompiani) di Rossana Campo è un intreccio di voci che va a fondo in un’esplorazione sincera delle energie infinite delle donne, dei loro ruoli, dei loro corpi, dei loro cuori.

Rossana Campo COSI ALLEGRE SENZA NESSUN MOTIVO

Patti, Manu, Sandra, Lily, Yumiko, Alice vivono a Parigi: donne adulte, molto diverse tra loro, ma tutte hanno vissuto, hanno amato, sono state lasciate o hanno lasciato, hanno sofferto, per poi ricominciare.

Hanno un nome, queste amiche lettrici, Chiennes Savantes, in omaggio alla scrittrice Virginie.

Despentes. Donne capaci di ridere, nonostante tutto, selvagge, allegre e unite, pronte ad accettare i cambiamenti, anche quando il tempo e le circostanze li impongono loro traumaticamente.

Sono donne che non si sono vergognate di essere impazzite per un po’, in piedi su un letto, a urlare e piangere fuori tutto il dolore, ma fiere di essere riuscite nel faticoso lavoro di rimanere connesse, e ricominciare.

Che brutta parola “ricostruirsi”, ha un senso nascosto di sconfitta, soprattutto quando si arriva ai cinquant’anni, quando i giochi sembrano conclusi, perché si è abituati a pensare così. Invece la ricostruzione ha il valore della nuova solidità, della consapevolezza che liberarsi per una donna vuol dire esprimere il senso della propria esistenza.

Rossana Campo viaggia coraggiosamente contro le mistificazioni culturali, sociali, letterarie della vita femminile. È un inganno il romanticismo, le letture che hanno fatto crescere l’idea di un abbandono di responsabilità, la passività di cedere le redini della propria vita a un uomo eroe o padrone, l’idea che una donna debba essere salvata e protetta. E gli uomini salvatori sono frutto dell’immaginazione, del desiderio e, molto spesso, della disperazione delle donne.

È una trappola pericolosa il concetto di età, in cui il corpo cambia, e la donna non si sente più necessaria: non può più procreare, non serve più. La donna nell’età della menopausa viene considerata come a un capolinea, simulacro di una femminilità ormai spenta. È l’età che generazioni di medici e di pensatori uomini hanno marchiato di isteria. Un’età che è un’occasione straordinaria per occuparsi finalmente di sé, sprigionando le energie più potenti del proprio essere donna, senza dover più elemosinare attenzione e conferme dagli altri.

Fragile, opulenta donna, matrice del paradiso (Alda Merini)

Mangiando roquefort, le protagoniste di Rossana Campo leggono, ad alta voce, recitano parole che hanno un senso perché appartengono a tutte le donne, e fanno affiorare storie di vita, dolori, ma anche tanti riscatti.

Nulla è banale in queste letture, che danno voce a Colette e a Karin Michaëlis, ad Alda Merini e a Carla Lonzi, a Frances Brook e a Jeanette Winterson. Le letture hanno senso nella misura in cui si connettono alle loro vite, e attivano la parola.

Si scende nei sotterranei, là dove si è nascosta la vera voce, sotto vestiti, ruoli, lauree. E da quei sotterranei si impara a capire e a dare luce alle zone oscure, a tutto l’inespresso che è ciò che possediamo di più vero.

Nei sotterranei è racchiuso tutto quello che non ci piace di noi stesse, quello che ci hanno insegnato a rifiutare di noi.

Nelle zone oscure si è trovata Patti, un’infanzia non facile senza la madre, un’amicizia totalizzante con Linda, una sorella, che poi è scomparsa senza una parola, l’amore per donne sempre uguali, tutte sbagliate, che l’hanno usata, lasciandola come una bambola rotta. E il giudizio della gente per quei capelli troppo corti, per gli anfibi, per i tatuaggi. Anche questa è la libertà e l’orgoglio di essere donna.

L’incontro con la giovanissima Sophie, Lady Sadness, mette in moto un processo nuovo che la riconnette al suo passato: le donne che amano troppo a volte perdono le battaglie, ma imparano e nella loro fragilità scoprono una forza che non conoscevano.

In Così allegre senza nessun motivo si ride e si litiga tra amiche, nei caldi salotti dove il cibo ha un ruolo importante, perché ha finito di essere una minaccia, ed è un piacere da godere pienamente mentre ci si racconta di matrimoni andati male, storie d’amore e di sesso. Storie tenute nascoste, e poi rivelate con ironia e lacrime, una fetta di tarte Tatin accompagnata da un po’ di Sauternes.

Lo conosci il mio nuovo mantra?
Ti prego!
Io parlo, io lotto, io sono.