Un fotografo di denuncia si sveglia e… scopre di essere morto! Non sa cosa gli sia successo, ma sente di essere stato assassinato e ha solo sette lune di tempo (sette giorni) per giungere alla verità e portare chi è ancora in vita a scoprire delle pellicole scottanti che ha nascosto in casa sua. “Le sette lune” di Shehan Karunatilka, vincitore del Booker Prize 2022, racconta lo Sri Lanka degli anni Ottanta da una prospettiva decisamente insolita…

Nel 2022 a vincere il Booker Prize non è stato Oh William! di Elizabeth Strout, come molti si aspettavano. Ma il prestigioso premio è invece stato assegnato al romanzo di un autore srilankese, Shehan Karunatilaka, pubblicato ora in Italia da Fazi con il titolo Le sette lune di Maali Almeida (traduzione di Silvia Castoldi).

Le sette lune di Maali Almeida di Shehan Karunatilaka, uno dei libri da leggere per l'estate 2023

Karunatilaka, nato nel 1975, si era già fatto notare nel panorama letterario con Chinaman, edito nel 2010 e vincitore nel 2012 del Commonwealth Book Prize. Nonostante questo successo, la storia editoriale delle Sette lune è complessa e ci racconta un percorso accidentato per un libro a cui l’autore ha creduto fortemente.

Se il volume era già pronto col titolo Devil Dance nel 2015 e nel 2020 è stato pubblicato da Penguin India (dopo una nuova revisione e col titolo Chats With the Dead), l’arrivo in Occidente è stato posticipato. La pubblicazione dell’opera col titolo che leggiamo attualmente, ovvero The Seven Moons of Maali Almeida, ha infatti richiesto un’ulteriore riscrittura, al fine di rendere la storia godibile e comprensibile anche per chi conosce poco della storia e della politica dello Sri Lanka.

Quello che stringiamo oggi tra le mani è un romanzo a tratti surreale e grottesco, altrove fortemente realistico, che racconta un percorso iniziatico… post mortem! Sì, perché Le sette lune si apre con la scoperta, da parte del protagonista, di essere morto. Infatti, il fotografo Maali Almeida si “sveglia” per le vie di Colombo, la città più popolosa dello Sri Lanka, e non sa cosa gli sia accaduto, perché la sua memoria è bloccata e lui non riesce a ricostruire gli eventi precedenti alla morte.

Eppure è convinto di essere stato assassinato. E questo potrebbe dipendere dal suo vizio per il tavolo da gioco, per l’alcol che spesso gli cancella la razionalità, o per i suoi rapporti occasionali e segreti con uomini di cui a stento conosce il nome, in un paese in cui, negli anni Ottanta, erano discriminati gli omosessuali. Soprattutto, però, la causa della sua morte potrebbe collegarsi al suo lavoro di fotografo di denuncia, dal momento che da anni si occupa di fermare su pellicola le lotte che, negli anni Ottanta, segnano fortemente lo Sri Lanka. Lui sa che, sotto il suo letto, sono conservate scatole piene di negativi e scatti che, se scoperti e diffusi, potrebbero davvero cambiare le cose. O almeno lo spera.

Ora che si trova “in Mezzo”, ovvero tra la vita e la morte, Maali ha sette lune (ovvero sette giorni) a disposizione per fare chiarezza, per cercare di raggiungere i suoi cari e indicare loro in qualche modo le scatole e la via da percorrere per rendere pubblico il suo lavoro.

Di certo non è facile, ma Maali non è solo nel compiere questo percorso, dentro e fuori di sé. Nel mondo ultraterreno ci sono parecchi spiriti che lo sostengono e lo consigliano (non sempre per il meglio). Nel mondo terreno ci sono ancora la sua Amma e i suoi coinquilini, Jaki (una ragazza conosciuta una sera, attorno al tavolo da gioco) e il cugino di lei, DD, con cui il protagonista intrattiene una relazione, pur concedendosi spesso incontri occasionali. Intanto, questi tre personaggi si rivolgono alle forze dell’ordine per scoprire dove sia finito Maali, di cui non hanno più avuto notizie.

Ecco dunque che la ricerca della verità avviene su più piani, ma il punto di vista offerto da Karunatilaka è sempre quello di Maali. Con ironia dissacrante e un narratore in seconda persona, percorriamo insieme al protagonista le vie della sua città, Colombo, che adesso, però, è ancora più popolata di quanto sapesse: quasi tutte le persone hanno accanto almeno uno tra “fantasmi, ghoul, preta, diavoli, yaka, demoni (p. 337). Ovvero? Un giro in rete può chiarire la differenza tra queste entità extracorporee che troviamo nell’immaginario srilankese.

E in effetti le ricerche serviranno spesso, o almeno così accadrà a chi non conosce da vicino la storia dello Sri Lanka, a cominciare dalle diverse fazioni politiche di cui si narrano gli scontri e le stragi. Un consiglio: tenete sempre a mente quanto si legge a pagina 284, ovvero “non c’è niente di apolitico in questo paese”.

La denuncia di discriminazioni razziali e della corruzione politica è proprio uno dei caratteri fondanti di questo romanzo, che possiamo anche leggere come un cammino iniziatico. Nell’attraversare – spesso in modo caotico, perché il protagonista non ha una guida – questo aldilà, descritto con pagine decisamente fantasiose, vagamente gotiche talvolta, altrove legate ai miti locali, Maali non solo scopre gerarchie degli spiriti e il destino che li aspetta, ma mette anche alla prova sé stesso, si lascia divorare dal dubbio (il più forte: sono davvero innocente?) e dalla ricerca di risposte.

Sarebbe errato vedere nelle Sette lune solo un romanzo d’evasione, perché questa è un’opera complessa, a cominciare dal diverso background culturale, storico, politico e letterario che mette in campo, ma l’ironia che spesso si fa satira e la vivacità espressiva (palese già nella spontaneità dei dialoghi) rendono la lettura meno impervia e certamente stimolante.

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