Tutto il mondo del libro italiano unito – autori, editori, librai, cartolibrai, bibliotecari – ha chiesto al parlamento e al governo di ritirare la proposta di cancellazione della 18App – Gli aggiornamenti sulla discussione legata al Bonus cultura per i neodiciottenni

Dopo le polemiche e le proteste di editori, librai, autori e ragazzi, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, interpellato dall’Ansa, ha frenato sullo stop ad App 18: “L’emendamento è del Parlamento, ma reputo si debba fare una riflessione sul Bonus cultura, che così com’è mostra criticità. È necessario ridefinire e rinominare App 18, affinché questo strumento diventi realmente una modalità di consumi culturali per i giovani orientandoli alla lettura di libri, alla visita di mostre, ai corsi di lingua e alla musica”.

Per il ministro, inoltre, andrebbe introdotta una soglia ISEE, che escluda persone appartenenti a famiglie con redditi elevati”. E ancora: “Occorre mettere a punto un vero meccanismo anti truffe, e bisogna riperimetrare gli ambiti di utilizzo a consumi davvero culturali evitando aspetti grotteschi. Su tutto ciò intendo lavorare insieme agli operatori del mondo della cultura per migliorare il sistema. Auspico che nasca una vera carta della cultura per i giovani“.

Cos’è il Bonus cultura 18 App

Un passo indietro. Il Bonus cultura 18 App, innovativa misura introdotta nel 2016, è una misura che non solo è stata mantenuta dai governi che si sono succeduti, ma è stata ripresa anche all’estero, a conferma dell’importanza dell’iniziativa, dedicata a promuovere la cultura fra i giovani: parliamo infatti di un buono di 500 euro da spendere in “libri, cinema, musica e concerti, eventi culturali, musei, visite a monumenti e parchi archeologici, teatro e danza, prodotti dell’editoria audiovisiva, corsi di musica, corsi di teatro e corsi di lingua straniera, nonché abbonamenti a quotidiani anche in formato digitale”.

Un’iniziativa che, tra le altre cose, ha il merito di lasciare alle ragazze e ai ragazzi la scelta di come spendere il Bonus, a seconda delle proprie passioni e dei propri interessi culturali.

Il maxi emendamento che ha chiesto l’abrogazione del Bonus cultura

Le proteste sono partite dopo che un maxi emendamento alla Manovra di Bilancio, presentato da Federico Mollicone (Fdi), Rossano Sasso (Lega) e Rita Dalla Chiesa (FI), ha chiesto l’abrogazione del Bonus cultura e la redistribuzione dei 230 milioni a diverse altre misure per il settore culturale (qui i dettagli).

Il mondo del libro unito in difesa di 18 App

Tutto il mondo del libro italiano unito – autori, editori, librai, cartolibrai, bibliotecari – ha chiesto al parlamento e al governo di ritirare la proposta di cancellazione della 18App. La richiesta è arrivata da tutte le associazioni del settore: AIE – Associazione Italiana Editori, ADEI – Associazione degli Editori indipendenti, ALI – Associazione Librai Italiani, SIL – Sindacato Italiano Librai, Federcartolai Confcommercio, AIB – Associazione Italiana Biblioteche, SIAE – Società Italiana degli Autori ed Editori, SLC-Cgil Sezione Nazionale Scrittori: “Da quando è stata approvata nel 2016 la 18App ha consentito a migliaia di giovani di esplorare e avvicinarsi al mondo del libro, scegliendo in piena libertà cosa leggere. Questa misura non solo ha sostenuto il mondo del libro economicamente, ma ha consentito a un Paese che tradizionalmente legge poco di fare enormi passi in avanti. Lo certifica l’Istat: nei primi tre anni il bonus ha permesso una crescita della lettura nella fascia d’età 18-21 anni dal 46,8% al 54%. Dopo la sua approvazione in Italia, misure simili sono state adottate in molti altri Paesi europei. Sarebbe un paradosso che proprio l’Italia cancellasse adesso una misura virtuosa che in molti ci hanno copiato”.

L’appello lanciato da Giuseppe Laterza

Sono tantissimi gli editori e le autrici e gli atutori che hanno firmato l’appello a Governo e Parlamento, perché ritornino sui loro passi, lanciato dall’editore Giuseppe Laterza: “La 18App con il bonus cultura è stata anche un atto di fiducia verso i giovani che ha fatto scegliere ai diretti interessati quali attività culturali rinforzare e che ha dato in particolare un sostegno importante alla diffusione dei libri. Abolire questa misura darebbe un colpo alla lettura nel nostro Paese la cui crescita, come sappiamo, è strettamente collegata allo sviluppo civile, sociale ed economico”.

Mauri (GeMS): “Stiamo parlando dello 0,03% della spesa dello Stato: lasciarlo in mano ai giovani non è un grande sforzo”

Intervistato dal Corriere della Sera, Stefano Mauri, presidente e Ad del Gruppo GeMS, ha sottolineato come App 18 sia “l’unico provvedimento relativo alla cultura che in 30 anni è stato copiato in Europa, e questo perché ha avuto un esito brillante nella vita di alcuni comparti culturali, e lo ha avuto seguendo le scelte dei giovani. Questa la novità. Stiamo parlando dello 0,03% della spesa dello Stato: lasciarlo in mano ai giovani non è un grande sforzo”. Per Mauri, la novità di questi anni è stata il ritorno dei giovani nelle librerie, dunque di App 18 “hanno beneficiato anche i librai“.

L’editore sottolinea la “straordinarietà della App 18“, che “lascia scegliere ai cittadini quali comparti sostenere: non solo l’editoria, ma anche musei, teatri, musica… Quindi, che una piccola parte del bilancio dello Stato consenta ai giovani di indicare quali sono i beni culturali a loro più cari, è cosa diversa. Anche più meritocratica, verso chi sa interpretare i loro linguaggi e i loro bisogni”.

Lagioia: “Promuovere l’accesso ai libri non è di destra e non è di sinistra”

Interviene su La Stampa anche lo scrittore Nicola Lagioia, direttore del Salone del libro di Torino: “La battaglia per la lettura è una battaglia di civiltà, ed è in questo spirito che 18 App è stata pensata, per essere un mezzo di quella lotta, comune e universale. Naturalmente, non è un provvedimento perfetto, può e deve essere migliorato, reso più virtuoso, ma non va abolito e nemmeno impastoiato in iter parlamentari lunghi e complessi che finirebbero col farlo slittare in coda alle priorità del governo, di fatto archiviandolo”.

Lagioia amplia il discorso e si rivolge al ministro Sangiuliano: “Sarebbe necessaria e urgente una legge quadro per la promozione della lettura, che colleghi in maniera robusta e intelligente i protagonisti del settore: le case editrici, le librerie, le scuole, le biblioteche”. E aggiunge: “Promuovere l’accesso ai libri non è di destra e non è di sinistra: è qualcosa che prescinde (o almeno dovrebbe prescindere) da prese di parte, ideologie, polemiche. Anziché smantellare 18App, il governo dovrebbe pertanto rafforzarla, aumentando per esempio i fondi…”.

Nel frattempo, ha superato le 30mila firme la petizione di ItaliaViva per salvare 18app.

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