Un maxi emendamento alla Manovra di Bilancio chiede l’abrogazione del Bonus cultura per i neodiciottenni. L’allarme di Ricardo Franco Levi, presidente dell’Associazione Italiana Editori: “C’è fortissima preoccupazione per l’ipotesi di cancellazione di 18 App, la misura che stanzia 500 euro per i consumi culturali delle ragazze e dei ragazzi che diventano maggiorenni”

Il Bonus cultura 18 App, innovativa misura introdotta nel 2016, è ora alla sesta edizione, dedicata alle nate e ai nati nel 2003. Che, però, rischia di essere l’ultima.

Eppure parliamo di una misura che non solo è stata mantenuta dai governi che si sono succeduti, ma è stata ripresa anche all’estero, a conferma dell’importanza dell’iniziativa, dedicata a promuovere la cultura fra i giovani: parliamo infatti di un buono di 500 euro da spendere in “libri, cinema, musica e concerti, eventi culturali, musei, visite a monumenti e parchi archeologici, teatro e danza, prodotti dell’editoria audiovisiva, corsi di musica, corsi di teatro e corsi di lingua straniera, nonché abbonamenti a quotidiani anche in formato digitale”.

Un’iniziativa che, tra le altre cose, ha il merito di lasciare alle ragazze e ai ragazzi la scelta di come spendere il Bonus, a seconda delle proprie passioni e dei propri interessi culturali.

IL MAXI EMENDAMENTO ALLA MANOVRA DI BILANCIO

Come riporta AgCult, però, un maxi emendamento alla Manovra di Bilancio, presentato da Federico Mollicone (Fdi), Rossano Sasso (Lega) e Rita Dalla Chiesa (FI), chiede l’abrogazione del Bonus cultura e la redistribuzione dei 230 milioni a diverse altre misure per il settore culturale. La cifra destinata a 18 App verrebbee destinata, tra l’altro, “a incrementare il Fondo per il sostegno economico temporaneo – SET per i lavoratori dello spettacolo, all’istituzione del Fondo per il libro presso il MiC, alle celebrazioni di Guglielmo Marconi nella ricorrenza dei centocinquanta anni dalla sua nascita, a misure per assunzioni e per le indennità dei dipendenti del ministro della Cultura, alla rievocazione storica de “La Girandola” di Roma, al settore dei festival, dei cori e delle bande musicali”.

UNA “CARTA CULTURA” AL POSTO DI 18 APP?

Su Primaonline, che cita l’Ansa, si entra nel dettaglio della proposta di Mollicone, Sasso e Dalla Chiesa: sostituire 18 App con una “carta cultura”, una nuova misura “volta a tutelare dallo snaturamento delle finalità dell’applicazione, che viene largamente utilizzata per l’acquisto dei libri di testo. Per questo, riteniamo debba essere revisionata e potenziata concordando con le categorie produttive della cultura”. A questo proposito, il ministro della Cultura Sangiuliano e i sottosegretari stanno già lavorando a un incontro ai primi di gennaio con le categorie per definire le linee di questa nuova carta, “senza abusi e con il sostegno anche per l’acquisto di libri scolastici”.

Per Mollicone, Sasso e Dalla Chiesa “la volontà del Parlamento è quella di revisionare la 18 App e introdurre politiche di incentivo alla domanda di cultura più generali, che possano sostenere i consumi culturali nella crisi in corso”. Al mondo del libro andrebbe un sostegno complessivo pari a 45 milioni di euro complessivi, per la filiera del libro e le biblioteche, con ricadute per l’indotto e per le librerie di prossimità, gli autori e i traduttori.

La scelta del Governo preoccupa il settore librario.

L’ALLARME DI LEVI (AIE)

Non a caso, arrivano le allarmate dichiarazioni di Ricardo Franco Levi, presidente dell’Associazione Italiana Editori, mentre è in corso a Romai Più libri più liberi, fiera nazionale della piccola e media editoria: C’è fortissima preoccupazione per l’ipotesi di cancellazione del bonus cultura per i neodiciottenni, la misura che stanzia 500 euro per i consumi culturali delle ragazze e dei ragazzi che diventano maggiorenni; proprio nel momento in cui l’Europa ci sta copiando una misura che aiuta le famiglie e rilancia i consumi culturali facendo leva sulla domanda dei più giovani, non riusciamo a comprendere la logica e non possiamo condividere il contenuto di questo provvedimento. Confidiamo che ci possa essere un ripensamento“.

INTERVIENE ANCHE ADEI

Anche Adei, l’associazione che rappresenta 250 editori in tutta Italia, si schiera in difesa di 18 App: “Gli editori indipendenti apprendono con stupore che, nell’ambito della discussione sulla legge di stabilità, è stato presentato un emendamento volto a cancellare la App18, riducendo quindi drasticamente le risorse a beneficio della promozione del libro e della lettura. Si sperava che l’iniziativa del nuovo Parlamento andasse esattamente in direzione opposta. Siamo molto soddisfatti che venga istituito un vero e proprio Fondo per il Libro, peraltro fortemente voluto da Adei, ma riteniamo indispensabile che disponga di una copertura economica dignitosa: gli emendamenti presentati ufficialmente nelle ultime ore prevedono fondi irrisori”, dichiara il Presidente di Adei, Marco Zapparoli, per cui “l’eliminazione di App 18, o quanto meno un ridimensionamento così drastico dei fondi previsti avrebbe una ricaduta molto negativa su tutta la filiera del libro. Quello del libro è il comparto culturale economicamente più rilevante, ma ha estremo bisogno di sostegni economici e agevolazioni fiscali”.

CRITICI I LIBRAI

“L’emendamento presentato su 18 App rappresenta un cambio nella politica culturale del Paese. Verrebbe meno una misura che in tutti questi anni ha consentito ai diciottenni di scoprire o di riscoprire il piacere della cultura nelle sue varie declinazioni per ridistribuire delle risorse a delle filiere economiche altre del mondo della cultura. Sinceramente non mi sembra che dietro questa scelta ci sia un progetto culturale”: parola del presidente dell’Associazione Librai Italiani di Ali-Confcommercio, Paolo Ambrosini, che aggiunge: “Tra l’altro 18App in tutti questi anni ha svolto anche un’importante funzione di armonizzatore sociale per tutti quei giovani che non potevano permettersi l’acquisto di beni culturali. Dimenticarsi di questo è un fatto grave verso le nuove generazioni che vengono così private di uno strumento utile alla crescita culturale”. “Per quanto riguarda le librerie – conclude – devo dare atto al ministro di aver avuto una attenzione particolare al mondo che rappresento, perché ha voluto inserire nel collegato alla finanziaria della legge per il libro una proposta per sollecitare i comuni ad affittare gli spazi sfitti a canone agevolato a chi vuole fare libreria”.

CONTRARIA ANCHE CONFINDUSTRIA CULTURA ITALIA

“La preoccupazione è molto forte per l’ipotesi di cancellazione della 18 App, la misura che stanzia 500 euro per i consumi culturali delle ragazze e dei ragazzi che diventano maggiorenni”, ha dichiarato il presidente di Confindustria Cultura Italia, Innocenzo Cipolletta. “Preoccupa perché – prosegue Cipolletta – la 18 App è uno strumento fondamentale per stimolare i consumi culturali di tutte le tipologie: grazie a questo incentivo i 18enni di ogni anno comprano libri, musica, cinema, audiovisivi, giornali, ingressi a musei e mostre. I risultati, innegabili, sono stati molto positivi, tant’è vero che anche altri Paesi hanno questo dispositivo, Francia, Spagna e adesso Germania ci hanno copiato mutuando questo approccio. Il rischio quindi è di penalizzare ancor prima delle nostre industrie i giovani consumatori, sempre più avvezzi a questo incentivo, che sono altresì chiamati a una autonoma gestione delle proprie scelte culturali, come in un rito di passaggio”. “Il nostro auspicio – conclude Cipolletta – è che ci possa essere un ripensamento perché la 18App rappresenta un serio ed efficace strumento di sostegno ai consumi culturali e un valido mezzo per stimolare le giovani generazioni ad avvicinarsi alla cultura del nostro Paese”.

ONLINE UNA PETIZIONE

Intanto sui social cresce la preoccupazione di lettrici e lettori, e arriva la petizione di ItaliaViva per salvare 18app.

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