Dal 24 al 27 settembre a Salsomaggiore Terme è in programma la prima edizione di “Spiegamelo! – Festival della Divulgazione”, con incontri, laboratori e workshop all’insegna della conoscenza e della diffusione culturale. Tanti gli ospiti, tra cui Francesca “Tegamini” Crescentini, la sociolinguista Vera Gheno e Jacopo Veneziani (divulgatore in ambito artistico). ilLibraio.it ha chiesto loro in anteprima una riflessione legata ai rischi e alle opportunità legate al proprio impegno quotidiano sui social
La realtà è un puzzle e metterne insieme i pezzi può essere un gioco appassionante. Fare divulgazione scientifica e culturale significa proprio questo: approcciarsi al mondo con curiosità e spirito di condivisione per decifrare il disegno delle cose, illuminandone un frammento dopo l’altro.
Dal 24 al 27 settembre, a questo proposito, si tiene a Salsomaggiore Terme la prima edizione di Spiegamelo! – Festival della Divulgazione, con incontri, laboratori e workshop all’insegna della conoscenza e della diffusione culturale. L’evento è sostenuto dal Comune di Salsomaggiore Terme che, con il festival diffuso @cqueChePassione di cui Spiegamelo! fa parte, partecipa a Parma Capitale Italiana della Cultura 2020+21.
Tra i protagonisti della rassegna (in fondo il programma e tutti i dettagli, ndr), Francesca “Tegamini” Crescentini, Vera Gheno e Jacopo Veneziani. A cui ilLibraio.it ha chiesto, in anteprima, una breve riflessione sulle possibilità e i pericoli legati al loro impegno sui social.
Sì perché quando si parla di divulgazione culturale e scientifica online da una parte si sottolinea la grande opportunità di raggiungere un pubblico potenzialmente amplissimo attraverso i social, avvicinandolo a tematiche più o meno complesse e di nicchia, e dall’altra si sottolineano i rischi, su più livelli. Nel loro lavoro quotidiano di divulgazione online, come convive la necessità di trovare un linguaggio comprensibile, inclusivo e adatto alla modalità di fruizione dei social (spesso veloce), e dall’altra quella dell’accuratezza “scientifica” che, a volte, necessità di tempi più lunghi e dell’uso di termini specifici? Ecco le loro risposte (in attesa di ascoltarli a Salsomaggiore Terme):
Francesca Crescentini (content creator conosciuta in rete come “Tegamini”): “Ci si muove per stratificazioni, credo, tenendo in considerazione che non esiste un’unica possibilità per far passare un messaggio, ma i discorsi si possono costruire nel tempo e, soprattutto, si può misurare in maniera molto immediata il grado di sedimentazione e di ‘digestione’ di un determinato argomento da parte del pubblico. La fruizione è spesso veloce, vero, ma gli utenti sono anche abituati a gestire molti stimoli e a muoversi in ambienti informativi complessi. Quello che possiamo fare è fornire una bussola e indirizzarli, ad esempio, a un post (o a un video) più lungo e approfondito dopo aver lanciato un sassolino nello stagno e valutato l’entità delle increspature che ha prodotto. Sono anche convintissima che non ci siano cose difficili o cose facili. Così come non esiste un unico modo di porsi. C’è un certo pregiudizio che resiste, quando ci si avventura online nel grande territorio sacro del sapere: se ti fai capire è perché stai distruggendo la complessità del tema. Forse è arrivato il momento di ipotizzare che se ti fai capire è perché hai trovato la collocazione giusta, le parole giuste e la struttura giusta per affrontare quel tema lì”.
Vera Gheno (sociolinguista e autrice): “Personalmente, penso che la divulgazione, per quanto social, non possa essere comunque “tirata via”. Intanto, deve partire da basi teoriche il più possibile solide; dopodiché, tale solidità andrebbe declinata in maniera coerente rispetto al contesto in cui avviene la divulgazione. A essere sincera, temo più la prima fase che non la seconda: spesso i social, oltre ad amplificare il messaggio, contribuiscono anche ad amplificare… l’ego, facendo perdere di vista la necessità di attenzione e circospezione. Per quanto riguarda la seconda questione, Tullio De Mauro, che considero uno dei miei maestri più importanti, diceva sempre che praticamente tutto si può dire in maniera chiara e comprensibile: lo mise in pratica personalmente, questo precetto, con la collana dei “Libri di base” che curò per molti anni per la ERI. Divulgare non è un gioco, non è una quisquilia, anche se – secondo me a torto – molti lo considerano come una specie di ‘ruotino di scorta’ della scienza ‘dura e pura’. Io invece vivo la divulgazione come un dovere civico: la società mi ha permesso di studiare, e il mio modo di renderle qualcosa è questo. Non facciamoci distrarre dalla velocità dei social: il fatto che il messaggio passi velocemente da chi lo manda a chi lo riceve non deve per forza condizionare il momento della sua compilazione; come dico sempre, riprendiamoci il lusso di aspettare un secondo prima di premere ‘invio’. Nessuno ci sta puntando la pistola alla testa, e se veniamo presi dalla fretta di pubblicare, fermiamoci un secondo a riflettere sul motivo di tale urgenza. Spesso, è qualcosa che imponiamo a noi stessi, per esempio per paura di ‘far tardi’; ma non è una necessità imposta a tutti i costi dal mezzo. Forse, l’aspetto più difficile della divulgazione social è proprio trovare il giusto compromesso tra il polo della comprensione e quello della scientificità. Secondo me è una bella sfida, ma con le dovute attenzioni si può fare”.
Jacopo Veneziani (divulgatore in ambito artistico): “Il grande Beniamino Placido ripeteva spesso: ‘La divulgazione è un modo non per saziare, ma per affamare’. Quando parlo di un’opera d’arte sui social network cerco di non dimenticare queste parole. Provo sempre a trasformare l’opera e ciò che dico di essa in trampolini da cui chi mi legge o ascolta possa tuffarsi in modo autonomo per effettuare ulteriori approfondimenti. Sono rigoroso, sì, ma non pretendo di essere esaustivo. Non perdo mai di vista l’accuratezza scientifica – i miei tweet, ad esempio, non sono mai scritti di getto – ma mi limito a comunicare pochi concetti essenziali. Insomma, cerco di semplificare senza banalizzare e spero così facendo di stimolare la curiosità altrui”.
IL NUOVO FESTIVAL SPIEGAMELO!
E veniamo ai dettagli su Spiegamelo! – Festival della Divulgazione: per questo primo anno il tema portante dell’evento sarà l’acqua – elemento caratterizzante per la città di Salsomaggiore Terme – e tutto ciò di cui è metafora. Base della vita, questa risorsa fondamentale da sempre affascina gli esseri umani, diventando veicolo metaforico di significati ulteriori. Partendo dal ruolo reale e simbolico dell’elemento nella coltivazione della conoscenza, in occasione di Spiegamelo!, l’acqua sarà al centro della riflessione dei partecipanti.
42 è l’età media degli ospiti che parteciperanno alla manifestazione. Un’età inferiore rispetto al consueto, sottolineano gli ideatori, Daniela Ravanetti e Federico Vergari. “Sono lieto che un nuovo festival si aggiunga al novero degli appuntamenti e delle rassegne che la Città di Salsomaggiore propone”, sottolinea Filippo Fritelli, sindaco della città.
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Si parlerà di fluidità della lingua italiana con Vera Gheno e Francesca Crescentini, conosciuta come Tegamini; di sport con con Filippo Cauz e Gabriele Gargantini, i giornalisti di Bidon Magazine racconteranno il ciclismo attraverso le storie di una borraccia; con Edoardo Borromeo e Ferdinando Cotugno si discuterà di cambiamento climatico a partire dal libro Oro blu; con Marco Frittella si parlerà di economia circolare. Si indagherà il rapporto tra turismo e mafia al tempo del Covid-19 con Gaetano Savatteri – direttore di Trame, il festival dei libri sulle mafie – e Stefania Pellegrini; Jacopo Veneziani, come un “cicerone”, porterà i presenti tra le storie della storia dell’arte; Marian Donner con la psicologa Valeria Locati indagheranno il tema del self-help e il falso mito del “se vuoi puoi”. Grazia Gotti mostrerà come gli albi illustrati possano essere tra i mezzi migliori per affrontare tematiche complesse insieme ai bambini. Luana Rigolli, Fabio Toninelli, Lorenzo Davighi e Nullo Moseriti, insieme all’Associazione Salso Coworking, condurranno in un viaggio nel tempo alla scoperta di Salsomaggiore Terme dalle origini a oggi, con loro cercheremo di predire il futuro della città dell’acqua. La serata conclusiva di domenica 27 settembre vedrà protagonista Elio (all’anagrafe Stefano Belisari) in compagnia dell’orchestra de I Musici di Parma. Il musicista si farà voce narrante per raccontare la favola musicale di Prokof’ev e interpreterà a modo suo tutti i personaggi di Pierino e il Lupo.
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Il programma sarà articolato in momenti diversi coinvolgendo così un pubblico variegato per interesse ed età. Una buona parte degli eventi sarà dedicata anche agli incontri per bambini e scuole.
Per i quattro giorni del festival, il buongiorno – rigorosamente alle ore 9 – sarà affidato a Margherita Schirmacher che, in diretta dal Festival su Radio Kaos Italy, farà colazione col pubblico e porterà alla scoperta del dietro le quinte con interviste agli ospiti.
Tutte le informazioni e il programma degli eventi (fruibili gratuitamente previa prenotazione) si possono trovare sito web Spiegamelo.it.