“Libri per conoscere meglio l’attualità e i cambiamenti del mondo, capaci di affrontare e spiegare argomenti contemporanei o senza tempo, storie esemplari o eccezionali, attingendo in particolar modo alla saggistica e al giornalismo angloamericani”. Il direttore del Post Luca Sofri parla in anteprima con ilLibraio.it di Altrecose, un nuovo marchio editoriale di non-fiction, che debutterà nelle librerie fisiche e online il 10 aprile e che si inserisce nella collaborazione tra il quotidiano online e la casa editrice Iperborea, che già pubblica la rivista COSE Spiegate bene. Nel 2024 le uscite saranno 5… – L’intervista

A circa 14 anni dal debutto online (era il 19 aprile 2010), diverse cose sono cambiate per il Post di Luca Sofri, un progetto giornalistico che cresce (una “notizia”, in un settore che, dagli Usa all’Europa, fa parlare soprattutto per i tagli al personale e i segni meno a fine anno…) e che, pur mantenendo sin dagli esordi da “aggregatore” un approccio coerente, un “tono di voce” riconoscibile, continua a evolversi, con ramificazioni non solo digitali, a partire dagli eventi fisici e dai libri. A proposito di questi ultimi, dopo la positiva esperienza con COSE Spiegate bene, rivista cartacea pubblicata con Iperborea e in vendita nelle librerie fisiche e digitali (il primo numero ha debuttato nel giugno 2021, ed è appena uscito L’importante è partecipare, in vista delle Olimpiadi parigine della prossima estate), in primavera (per la precisione dal 10 aprile) è in arrivo un nuovo progetto, di cui abbiamo parlato in anteprima con lo stesso direttore Sofri: si tratta di Altrecose, “marchio editoriale di non-fiction” che si inserisce nella collaborazione tra il Post e Iperborea, con l’obiettivo di proporre testi che “arricchiscano il lavoro di racconto e comprensione del mondo” del quotidiano online.

cose spiegate bene

Per Altrecose, che punta a selezionare il “meglio della divulgazione internazionale“, le uscite in programma nel 2024 saranno 5. La cura editoriale e la veste grafica sono affidate a Iperborea; quanto alla linea editoriale, viene sintetizzata così: pubblicare “libri per conoscere meglio l’attualità e i cambiamenti del mondo, capaci di affrontare e spiegare argomenti contemporanei o senza tempo, storie esemplari o eccezionali, attingendo in particolar modo alla saggistica e al giornalismo angloamericani, ai cui rigori e capacità divulgative si è sempre ispirato il Post nel suo lavoro di informazione”.

altrecose il post

Si parte come detto il 10 aprile con Mostri – Distinguere o non distinguere le vite dalle opere: il tormento dei fan di Claire Dederer (con la prefazione di Giulia Siviero e la traduzione di Sara Prencipe), in cui trovano inevitabilmente spazio nomi come quelli di Roman Polanski, Michael Jackson o Woody Allen, solo per citarne tre, e in cui la domanda al centro è “cosa dobbiamo pensare degli artisti che ammiriamo e che si sono comportati in modi deplorevoli o persino criminali? Possiamo distinguere le biografie dalle opere, o la risposta è la cancel culture?”; per poi proseguire, il 2 maggio, con Traffic – La corsa ai clic e la trasformazione del giornalismo contemporaneo, il saggio di Ben Smith, co-fondatore di Semafor, già editorialista dei media al New York Times ed editor di BuzzFeed News. In questo caso la prefazione è di Francesco Costa, mentre la traduzione è a cura di Andrea Greghi.

Mostri altrecose

L’uscita successiva, L’Africa non è un paese – Istruzioni per superare luoghi comuni e ignoranza sul continente più vicino di Dipo Faloyin (prefazione di Eugenio Cau e traduzione di Alberto Cristofori), è prevista per inizio giugno; a settembre sarà poi la volta di Come leggere gli alberi di Tristan Gooley; infine, in autunno è in programma la pubblicazione di The God Desire di David Baddiel.

Sofri, nella presentazione del nuovo marchio parlate di uno “strumento nuovo per approfondire e comprendere la realtà” e di “un’occasione per essere tutti più informati su quello che accade, su quello di cui di discute, su quello che cambia”. Quando avete deciso di dar vita ad Altrecose?
“La spinta è arrivata dal progetto COSE Spiegate bene, che ci ha dato soddisfazioni, sia per il prodotto in sé, sia per la risposta di lettrici e lettori, sia per il positivo rapporto che si è creato con Iperborea. Tutto questo si è saldato a una vecchia curiosità per la grande produzione di non fiction e di libri di spiegazione e divulgazione della realtà presente in particolare nell’editoria dei paesi anglo-americani; così, a un certo punto è arrivato il desiderio di provare a ‘farci dj’ di una parte di quella produzione editoriale, come da sempre, del resto, al Post cerchiamo di fare in ambito giornalistico”.

Per una realtà come la vostra, che negli anni ha saggiamente ampliato le fonti di ricavo, che peso hanno assunto i libri (e quindi COSE Spiegate bene, in attesa di registrare l’impatto dei saggi di Altrecose)?
“A dire il vero l’impatto è abbastanza limitato, ma è inevitabile sia così, perché è sproporzionato rispetto alle nostre attività primarie, e quindi alle nostre fonti di ricavo principali, che per un progetto giornalistico come il nostro continuano a essere legate alla pubblicità e agli abbonamenti; c’è poi una terza voce, minoritaria, dentro cui entrano gli altri lavori che portiamo avanti, a partire dagli eventi e da pubblicazioni come COSE Spiegate bene. In questi casi noi progettiamo puntando alla sostenibilità economica e all’interesse a investire in determinati progetti, realisticamente non li vediamo come fonti di ricavo decisive. Sono delle parti in attivo, a cui ci piace lavorare, e sicuramente la storia della rivista, che si sostiene economicamente, proseguirà. Ci auguriamo sarà così anche per Altrecose“.

Dall’editoria libraria al teatro, dalle droghe alla giustizia, dal Natale al giornalismo: tra le 9 proposte finora, qual è stata l’uscita di COSE Spiegate bene più apprezzata, e quanto ha venduto?
“La premessa da fare è che i numeri della rivista hanno una ‘coda lunga’, di conseguenza le prime uscite sono quelle più ‘avvantaggiate’, e a oggi registrano le vendite maggiori. Il primo numero, dedicato ai libri e all’editoria, resta il più venduto con circa 25mila copie ma, ad esempio, ci ha meravigliato il successo del numero intitolato La Terra è rotonda, dedicato alla geografia e alla geopolitica. Ci fa anche piacere che, ogni volta, alcune migliaia di copie arrivino dalle vendite in anteprima ai nostri abbonati”.

Sarà lei il direttore editoriale di Altrecose?
“Sì. Poi nella scelta dei libri mi consulto sempre con le persone di Iperborea che ci seguono anche per la rivista”.

Con i saggi di Altrecose, rispetto alla rivista, cambia in qualche modo la collaborazione con Iperborea?
“No, le dinamiche rimangono più o meno le stesse. Al Post capita spesso di infilarsi in progetti difficili da definire, e anche COSE Spiegate bene non è semplice da incasellare… non abbiamo ancora capito se è meglio parlare di rivista, di libro o di libro-rivista… Altrecose non può essere definita una collana, perché è un progetto, un ‘brand’ con l’ambizione di fare cose varie e diversificate; però non stiamone neppure parlando di una casa editrice, perché quella c’è già ed è Iperborea, ecco perché lo definiamo un imprint, un marchio editoriale”.

Pensa che il pubblico potenziale di Altrecose sia più o meno corrispondente a quello di COSE Spiegate bene, o spera che possa essere più ampio?
“La prendo larga. Il Post da sempre fa due cose, che tendono ad accavallarsi: produrre contenuti giornalistici originali, e fare da aggregatore, porsi come dj di cose di qualità e rilievo raccontate e pubblicate altrove. Ora passiamo da COSE Spiegate bene, i cui contenuti sono curati da noi, ad Altrecose, dove andiamo a proporre testi di non fiction scrittri da altri. Potenzialmente, rispetto alla rivista pubblicheremo opere in grado di raggiungere pubblici più ampi; al tempo stesso, vogliamo mantenere una coerenza con la linea editoriale del Post. In questa fase iniziale ci viene naturale muoverci con circospezione anche a livello di etichette, penso alla stessa categoria di saggistica…”.

Le 5 uscite del 2024 di Altrecose saranno tutte opere in traduzione: nel 2025 pensate di pubblicare anche libri italiani? Nel caso, i giornalisti del Post (a partire da lei e Francesco Costa) continueranno a pubblicare i propri libri con altre case editrici (Sofri con Rizzoli e Costa con Mondadori, ndr)?
“Con me il problema non si pone, non pubblico da un sacco di tempo… per Costa vedremo. La risposta è che al Post siamo abituati a fare un passo per volta e a vedere come va. Di certo Altrecose non vuole limitarsi a ospitare solo libri in traduzione, e non vuole neppure porsi confini sui temi da coprire. Si nota già dalle prime uscite: se Mostri è scritto in prima persona, a partire dall’esperienza personale dell’autrice, Traffic potrebbe quasi essere un romanzo, se non raccontasse una storia vera, quella del giornalismo degli ultimi anni… Non partiamo dai contenitori, ma dai contenuti, e in questa fase ci godiamo il privilegio di iniziare pubblicando testi che ci piacciono; poi, magari, più avanti faremo ragionamenti di altro tipo. Per tornare alla domanda, nel momento in cui ci verrà proposto un libro italiano bellissimo, prenderemo in seria considerazione la cosa”.

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