“Sentivamo il bisogno di uno spazio in più, di un vero e proprio spazio di libertà. E di scommessa, di rischio. Uno spazio per autori che pubblicano il loro primo romanzo, magari dopo aver pubblicato qualche saggio o racconto o poesia”. Dalia Oggero, editor della narrativa italiana di Einaudi, intervistata da ilLibraio.it presenta la nuova collana, “Unici”: “Il nuovo che ci interessa non è il nuovo a tutti i costi, è il nuovo di chi ha trovato una via, la sua via, per tradurre un sentimento che si è fatto formale…”

Sentivamo il bisogno di uno spazio in più, di un vero e proprio spazio di libertà. E di scommessa, di rischio. Uno spazio per autori che pubblicano il loro primo romanzo, magari dopo aver pubblicato qualche saggio o racconto o poesia. Continueremo a fare esordienti nelle altre collane, Supercoralli, Coralli e Arcipelago, ma negli Unici avremo la possibilità di pubblicare dei libri che non sempre avrebbero potuto trovare la loro collocazione naturale nelle altre collane. Si tratta di romanzi che abbiamo amato molto, prima di tutto, e che desideriamo raggiungano un pubblico vasto. Romanzi che ci hanno folgorato per la loro natura molto particolare, personalissima: unica, appunto”, spiega a ilLibraio.it Dalia Oggero, editor della narrativa italiana di Einaudi e curatrice della nuova collana di via Biancamano: “Gli Unici sono davvero, nella nostra testa, uno spazio per ciò che prima non aveva forma. E non una forma per ciò che prima non aveva spazio: perché lo spazio, quando ne valeva la pena, lo creavamo anche prima. Ma adesso che quello spazio c’è, le idee e le possibilità si moltiplicano”.

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Ma di cosa parliamo quando parliamo di libri “unici”? Per Oggero si tratta di testi “unici per ragioni diverse: strutturali, stilistiche, tematiche. Hanno come tutti dei fratelli, naturalmente, ma sono unici ognuno a modo suo, come si capirà quando vi racconterò i primi titoli. Elias Canetti, nei suoi Appunti, scriveva: ‘Poiché esiste una quantità infinita di nuovo, non esistono storie nuove’. Nel nome del nuovo, si sa, sono stati compiuti i peggiori misfatti: il nuovo che ci interessa non è il nuovo a tutti i costi, è il nuovo di chi ha trovato una via, la sua via, per tradurre un sentimento che si è fatto formale. Dietro ai testi che pubblicheremo c’è sempre, ma proprio sempre, la vita. La forma, che in questi libri è sostanza, nasce dentro l’esperienza e per questo è centralissima”.

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E veniamo allora alle uscite in programma nei prossimi mesi, per meglio inquadrare il progetto editoriale: “Faremo tre titoli all’anno. Le collane, va da sé, sono fatte di punti che disegnano una linea; la cosa migliore, quindi, è raccontare un po’ più nel dettaglio i singoli titoli del primo anno. Filippo Maria Battaglia (giornalista di Sky TG24, che ha già firmato saggi e inchieste pubblicati da Bollati Boringhieri, tra cui Stai zitta e va’ in cucina. Breve storia del maschilismo in politica da Togliatti a Grillo e Ho molti amici gay. La crociata omofoba della politica italiana, ndr) inaugura la collana con Nonostante tutte, un romanzo di cui paradossalmente non ha scritto neanche una frase. Il suo è stato un gigantesco lavoro di lettore: ha scandagliato migliaia di memorie di donne del Novecento e ha lasciato parlare le loro voci, accostandole l’una all’altra perché raccontassero tutte insieme un’unica storia: la storia di Nina. Ne vien fuori un libro sulle donne diverso da tutti gli altri: unico, appunto. Perché al posto di parlare dell’oggi resta avvinghiato alle radici, al Novecento, e fa parlare i documenti senza aggiungere un commento. Accosta delle voci vere e lascia fare a loro”.

Ad aprile, anticipa Oggero, uscirà il debutto di Francesca Valente, vincitrice del Premio Calvino 2021 con Altro nulla da segnalare, “che ha fatto un viaggio in qualche modo affine, a partire da un materiale vivo, di carta e di carne: le sue storie di pazienti, psichiatri, infermieri di un grande ospedale italiano all’indomani della Legge 180, nascono infatti dai rapportini scritti a mano a fine turno e dai ricordi di chi quell’esperienza l’ha vissuta in prima persona”.

La terza voce dell’anno, “a ottobre, è quella di Marco Annicchiarico, con I CuraCari, un romanzo sul legame tra un figlio caregiver e la madre anziana, che perde un pezzo di memoria ogni giorno, un libro in cui la dimensione del tragico riesce miracolosamente a dialogare con quella ironica, vitale, potenziando la forza di una storia in cui molti riconosceranno la loro”.

Quanto al 2023, “ci saranno Samuele Cornalba, che ha vent’anni e talento da vendere, Girolamo Grammatico e il suo lavoro tra i senza dimora di Roma, Alessandra Mureddu e il gioco d’azzardo, Marta Cai, con un romanzo che sembra fatto di niente eppure è fatto di tutto…”.

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