Il Premio Italo Calvino annuncia le opere finaliste dell’edizione 2021. Martedì 15 giugno la cerimonia di premiazione
Il Premio Italo Calvino annuncia le opere finaliste della XXXIV edizione, scelte dal Comitato di lettura del Premio tra i 999 manoscritti partecipanti al bando e in seguito sottoposte al giudizio della Giuria composta, quest’anno, da Mario Baudino, Isabella Camera d’Afflitto, Valeria Della Valle, Giorgio Falco, Alessio Torino.
I dieci testi inediti di autori esordienti, fra cui i Giurati sceglieranno il vincitore e le menzioni speciali, sono: Non nella Enne non nella A ma nella Esse di Mariana Branca (Avellino, 1982), L’uomo che ha venduto il mondo di Claudio Conti (San Lorenzo in Campo – Pesaro Urbino, 1972), Noi non siamo la risposta di Stefano Mussari (Prato, 1983), Le piacevoli favole di Giulio Nardo (Padova, 1992), Le tracce del fuoco di Gianmarco Parodi (Sanremo, 1986), La gioia avvenire di Stella Poli (Piacenza, 1990), L’età delle madri di Vittorio Punzo (Vairano Scalo – Caserta, 1998), L’educazione sentimentale di Guglielmo Sputacchiera di Alberto Ravasio (Bergamo, 1990), Rattatata di Alfredo Speranza (Roma, 1950), Altro nulla da segnalare. Storie di uccelli di Francesca Valente (Torino, 1974).
Come si spiega nel comunicato, considerata la difficile situazione sanitaria ancora in corso, la Cerimonia di Premiazione si svolgerà – martedì 15 giugno a partire dalle ore 17 – in diretta streaming dagli spazi del teatro Cap 10100 di Torino e verrà trasmessa sul profilo Facebook e sul canale YouTube del Premio. Interverranno i finalisti, i Giurati e il Direttivo del Premio, composto da Franca Cavagnoli, Anna Chiarloni, Mario Marchetti, Laura Mollea, Carla Sacchi Ferrero. Durante la cerimonia, oltre al vincitore e alle menzioni speciali della Giuria, verrà annunciata una menzione speciale del Direttivo, scelta tra tutti i manoscritti partecipanti.
Per far conoscere nel modo migliore al pubblico e alle case editrici i finalisti di questa edizione e i loro testi, a partire da lunedì 7 fino a venerdì 11 giugno, sul sito e sulla pagina Facebook del Premio verrà pubblicato, in ordine alfabetico e senza alcuna gerarchia di merito, un video di presentazione per ciascun finalista, con la voce dell’autore, la lettura di un estratto del testo e un commento critico a cura del Premio.
I testi finalisti
Individuare la rosa dei finalisti è stato un compito laborioso – quest’anno è stato raggiunto un numero record di iscritti e i testi meritevoli o interessanti erano parecchi – e si è puntato su una scelta che, nella misura del possibile, fosse insieme rigorosa e rappresentativa di tendenze, temi e stili diversi. Tutti i libri finalisti, caratterizzati da stili e scritture di buon livello per coerenza e capacità di evocazione, affrontano, magari in chiave indiretta, nodi esistenziali o tematici di rilievo.
In Non nella Enne non nella A ma nella Esse di Mariana Branca la musica come materia sonora con la quale vivono in fusione le nuove generazioni è al centro di una straordinaria scrittura pop, ma anche erudita, che ricostruisce su base documentaria e d’invenzione la biografia del giovane Nicolás, star della musica elettronica contemporanea. A narrarla con lingua fiammeggiante è l’amico del cuore Andrés, quasi un amore. Un testo trascinante ma in cui non è facile penetrare.
L’uomo che ha venduto il mondo di Claudio Conti è un’audace narrazione fantascientifica, ricca di eventi e personaggi, con un tocco alla Lewis Carroll. L’esperimento assurdamente romantico e disperato di un fisico geniale per tornare indietro nel tempo, in modo da fornire alla donna amata una possibilità diversa dalla precoce morte incontrata in un incidente avvenuto nel 1967, porta a inevitabili e inattesi contraccolpi in un mondo arbitrariamente retto da un umorale Dio-bambina.
In Noi non siamo la risposta di Stefano Mussari, sul motore di fondo di un’umbratile love story tra il catafratto protagonista ‒ il medico curante, reduce da una famiglia disfunzionale ‒ e un suo paziente, va in scena, in una misteriosa e tufacea Posillipo, una bizzarra clinica dove si curano i disturbi fittizi, ovvero le false malattie del corpo, ma autentiche patologie della psiche ‒ disturbi che sono un grido contro la solitudine e il disamore. Un romanzo denso e stratificato.
Le piacevoli favole di Giulio Nardo sono esercizi di stile nel senso alto dell’espressione. Accanto a quattro pezzi fantastici, tra il liberty e il calviniano, tre pezzi di ispirazione realistica che delineano con precisione, profondità e insieme leggerezza il mondo veneto tra guerra di trincea, fine dell’epoca dei padroncini e l’oggi delle generazioni acculturate. La parola intesa come pietra d’inciampo per catturare e insieme far riflettere il lettore è l’obiettivo dell’autore.
Le tracce del fuoco di Gianmarco Parodi è un’accattivante narrazione che sfiora la fiaba, protagonista la bambina Alice nel suo avventuroso viaggio da San Remo in Francia attraverso le Alpi Marittime alla ricerca dell’amato padre scomparso ‒ per lei un mito, diversamente dalla madre. Il punto vista è persuasivamente infantile e il tema è quello dei ruoli e dei delicati rapporti educativi nell’ambito della famiglia, oggi profondamente modificati. Fa da quinta un profondo senso della natura.
La gioia avvenire di Stella Poli è un testo di grande intensità costituito di episodi frammentari, reso particolarmente efficace da una prosa spigolosa. Una terapeuta trentenne si reca da un avvocato per esporre il caso di una sua giovane paziente, Nadia, abusata da un quarantenne all’età di quattordici anni. C’è ancora tempo per ottenere riparazione? Da questa messinscena iniziale attraverso il traboccare dell’esperienza nella lingua finirà con l’apparire un’altra verità.
Protagonista de L’età delle madri di Vittorio Punzo è un sedicenne, Domenico, che volendo dimostrare di non essere più un ragazzino si introduce nella vita di due donne adulte, madre e figlia, ma sostanzialmente adolescenti, in un gioco di reciproca attrazione che non conosce età. Affascinante è il dipanarsi della vicenda sulla soglia dell’onirico su uno sfondo un po’ fuori del tempo. Il lettore deve stare alle parole della voce narrante: ma sono attendibili?
In L’educazione sentimentale di Guglielmo Sputacchiera di Alberto Ravasio, un suicidato sociale dei nostri tempi ‒ quasi laureato in discipline umanistiche e senza lavoro, inchiodato alle chat erotiche nel contesto di un asfittico hinterland ambrosiano ‒ si sveglia una mattina transessualizzato, cioè convertito in donna. Impaurito dalla trasformazione, pur di non affrontare il Padre, fugge dalla finestra e si butta nel mondo. Un finale inaspettato e struggente chiuderà il racconto, votato alla trasgressione.
Rattatata di Alfredo Speranza è un romanzo di racconti ispirati al narratore dai suoi incontri casuali. Inedita e variegata è l’immagine che così nasce di una Roma marginale insediata nelle anse del Tevere, cui fa da controcanto una potente epica dei ratti che vivono sulle sue rive immersi in un’impietosa lotta per l’esistenza. Porto Giordano con le sue tre palazzine liberty, proprietà di due vecchie zitelle, è l’hub da cui transitano tutte le umanissime storie.
Altro nulla da segnalare. Storie di uccelli di Francesca Valente è una docufiction che fissa icasticamente i ritratti di chi ha avuto a che fare ‒ matti e non solo ‒ nei primi anni Ottanta col repartino aperto dell’Ospedale Mauriziano di Torino di ispirazione basagliana. Si apre così uno squarcio bello e terribile sulla storia sociale dell’epoca. “Altro nulla da segnalare” è la clausola di rito dei rapportini quotidiani degli infermieri, dai quali l’autrice parte per le sue biografie di uomini non illustri.
La storia del Premio Italo Calvino
Il Premio Italo Calvino è stato fondato a Torino nel 1985, poco dopo la morte di Italo Calvino, per iniziativa di un gruppo di estimatori e di amici dello scrittore, tra cui Norberto Bobbio, Cesare Cases, Anna Chiarloni, Natalia Ginzburg, Massimo Mila, Lalla Romano, Cesare Segre. Ideatrice del Premio e sua animatrice e presidente fino al 2010 è stata Delia Frigessi, studiosa della cultura italiana tra Ottocento e Novecento. Calvino, com’è noto, ha svolto un intenso e significativo lavoro editoriale per l’Einaudi; l’intenzione è stata, quindi, quella di riprenderne e raccoglierne il ruolo di talent scout di nuovi autori.
I vincitori e le Giurie delle passate edizioni
Le Giurie del Premio, ogni anno diverse, sono sempre state costituite da critici letterari, storici della letteratura, scrittori e operatori culturali tra i più rappresentativi della scena culturale italiana dagli anni Settanta a oggi: Natalia Ginzburg, Cesare Segre, Ginevra Bompiani, Vincenzo Consolo, Edoardo Sanguineti, Ernesto Ferrero, Gianluigi Beccaria, Dacia Maraini, Angelo Guglielmi, Marino Sinibaldi, Michele Mari, Tiziano Scarpa, Nicola Lagioia, Carlo Lucarelli, Antonio Scurati, Valeria Parrella, Michela Murgia, Mario Desiati, Marco Missiroli, Luca Doninelli, Teresa Ciabatti, Vanni Santoni, Davide Orecchio, Giuseppe Lupo, Sandra Petrignani, Omar Di Monopoli, Gino Ruozzi, Helena Janeczek, Nadia Terranova, solo per citarne alcuni.
Il Premio Calvino può ormai contare un notevole numero di autori affermati, che hanno iniziato il loro percorso editoriale proprio partendo dalla partecipazione al concorso. Tra gli altri: Marcello Fois (Picta, Marcos y Marcos), Francesco Piccolo (Diario di uno scrittore senza talento), Paola Mastrocola (La gallina volante, Guanda), Fulvio Ervas (La lotteria, Marcos y Marcos, con Luisa Carnielli), Flavio Soriga (Diavoli di Nuraiò, Il Maestrale), Peppe Fiore (L’attesa di un figlio nella vita di un giovane padre, oggi, Coniglio), Errico Buonanno (Piccola serenata notturna, Marsilio), Paolo Di Paolo (Nuovi cieli, nuove carte, Empirìa), Rossella Milone (Prendetevi cura delle bambine, Avagliano), Giusi Marchetta (Dai un bacio a chi vuoi tu, Terre di Mezzo), Mariapia Veladiano (La vita accanto, Einaudi Stile Libero) Letizia Pezzali (L’età lirica, Baldini Castoldi Dalai), Simona Baldelli (Evelina e le fate, Giunti), Francesco Maino (Cartongesso, Einaudi), Domenico Dara (Breve trattato sulle coincidenze, Nutrimenti).
Tra gli ultimi vincitori pubblicati: Elisabetta Pierini (La casa capovolta, Hacca), Cesare Sinatti (La Splendente, Feltrinelli), Emanuela Canepa (L’animale femmina, Einaudi Stile Libero), Filippo Tapparelli (L’inverno di Giona, Mondadori), Gennaro Serio (Notturno di Gibilterra, L’orma), Maddalena Fingerle (Lingua madre, Italo Svevo).