L’appello per l’istituzione di un fondo nazionale a sostegno dell’attività e della formazione delle traduttrici e dei traduttori editoriali – I dettagli

Una lettera aperta al presidente della Repubblica e alle istituzioni, assieme ad un pacco contenente più di 70 libri, uno per ciascun politico, consegnati in Senato e alla Camera (domani). Così Strade, sezione traduttori editoriali di Slc-Cgil, lancia l’appello per l’istituzione di un fondo nazionale a sostegno dell’attività e della formazione delle traduttrici e dei traduttori editoriali. Tra i firmatari del documento, premi Nobel, premi Pulitzer, autrici e autori di bestseller dal mondo e dall’Italia. “L’emergenza sanitaria impatta su una categoria già a rischio di sopravvivenza – commenta Strade – . Ringraziamo le istituzioni per il sostegno nell’ambito del decreto Rilancio, ma la prospettiva deve ora diventare strutturale e allineare l’esperienza italiana a quella europea”.

Numerose le adesioni da parte di grandi nomi della cultura mondiale tra cui: Emma Adbåge; Noam Chomsky; John Maxwell Coetzee; Jared Diamond; Jonathan Franzen; Rose Lagercrantz; Valeria Luiselli; Guadalupe Nettel; Eshkol Nevo; Tim Parks; Daniel Pennac; Judith Schalansky; Olga Tokarczuk. Tra gli italiani: Gianrico Carofiglio; Ernesto Ferrero; Vera Gheno; Loredana Lipperini; Vito Mancuso; Dacia Maraini; Michela Marzano; Gian Piero Piretto; Bianca Pitzorno; Roberto Piumini; Alessandra Sarchi; Igiaba Scego; Luca Serianni; Giorgio Vasta.

Pur essendo a tutti gli effetti autori per la LDA 633/41, i traduttori editoriali non hanno inquadramento professionale e non percepiscono royalties. “Non siamo solo semplici lavoratori atipici – commenta Strade – ma di fatto una categoria fino a pochi mesi fa inesistente agli occhi dello Stato e, pertanto, totalmente sprovvista di tutele sociali e previdenziali”.

“L’opera dei traduttori editoriali è un bene pubblico e un patrimonio collettivo imprescindibile per lo scambio fra le culture e la circolazione delle idee, ma non solo – prosegue Strade – . La nostra categoria rappresenta infatti una risorsa importante per i fatturati dell’industria editoriale ed è cruciale per la crescita culturale ed economica del Paese. La creazione di un fondo nazionale è una misura organica necessaria per impedire la progressiva estinzione dei professionisti che traducono verso l’italiano, in parallelo alle strategie già in campo a favore della letteratura italiana all’estero. Il modello di riferimento è il Deutscher Übersetzerfonds finanziato congiuntamente dai ministeri della Cultura e degli Esteri tedeschi con la partecipazione di fondazioni private ed erogato direttamente ai traduttori”.

Nella nota si legge ancora: “Siamo emersi come categoria per la prima volta nella storia del Paese grazie all’istituzione del fondo emergenziale destinato alle traduttrici e ai traduttori editoriali previsto dal decreto Rilancio, sussidio che rappresenta, in primo luogo, un necessario ristoro economico. Siamo grati al ministro Franceschini e alla preziosa intermediazione degli onorevoli Piccoli Nardelli e Fusacchia per il sostegno e per aver manifestato la chiara volontà politica di far emergere la categoria dei traduttori editoriali quali lavoratori a tutti gli effetti. L’augurio è di proseguire in questa direzione con l’istituzione di un fondo nazionale”.

 

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