David Morrell – Nord – 382 pagine – ISBN:9788842921738

È sempre più frequente nella narrativa di genere, soprattutto nei thriller storici, imbattersi in personaggi realmente esistiti – da Aristotele a Dante, da Machiavelli a Leonardo da Vinci – che si comportano da detective o sono al centro di indagini. Non di rado, però, gli scrittori zoppicano sulla strada accidentata che separa la fiction dalla realtà storica, approdando a soluzioni improbabili con momenti di umorismo involontario. La perfezione del male è un romanzo di ambientazione vittoriana senza sbavature o anacronismi, che rielabora ingredienti classici del mystery con creatività e buona tecnica narrativa. Dopo quarant’anni di onorata militanza nel campo delle lettere – risale infatti al 1972 la sua opera d’esordio “Rambo” che ha ispirato la celebre saga cinematografica – David Morrell si accosta al giallo storico e fa centro al primo colpo. Accanto a personaggi di fantasia si muove, con l’inseparabile fiaschetta di laudano, uno degli scrittori più famosi e controversi della letteratura inglese del primo Ottocento: Thomas de Quincey. La sua vita, segnata da lutti familiari e dalla lotta contro i debiti e la dipendenza dall’oppio (narrata nelle “Confessioni di un oppiomane”), è già di per se stessa romanzesca, ma David Morrell introduce una nota thrilling supplementare, presentandocelo nella veste di principale sospettato in un caso di omicidio. La perfezione del male narra di una strage compiuta in un’umile bottega londinese nel 1854 (invenzione di Morrell), che presenta inquietanti analogie con fatti di sangue del 1811 (realmente accaduti e documentati dallo stesso Thomas de Quincey in un saggio del 1827: “L’assassinio come una delle belle arti”). Sin dal primo capitolo – fulminante come in ogni thriller che si rispetti – veniamo catapultati nella mente dell’assassino. Meticoloso nella progettazione, efficace nell’esecuzione, l’artista della morte realizza in modo impeccabile la sua prima grande opera criminale gettando la città nel panico. Morrell ci guida con passo sicuro per le vie nebbiose della Londra del 1854, tra le ossessioni e le ipocrisie della società vittoriana. È con sguardo divertito che seguiamo i primi pionieristici tentativi della sezione investigativa – costola della polizia metropolitana – chiamata a operare con mezzi di fortuna; ed è autentico orrore quello che proviamo innanzi alle condizioni dei carcerati (da brivido le scene ambientate nella prigione di Coldbath Fields) e delle oltre 50.000 persone costrette a vivere per strada: straccivendoli, ombrellai, fiammiferai, imbonitori, vagabondi. Una menzione particolare meritano le pagine tratte dal diario di Emily, figlia di Thomas de Quincey, che aggiungono elementi preziosi alla trama principale secondo la consuetudine in voga nel romanzo ottocentesco. Impossibile non prendere in simpatia la piccola Emily, indipendente, anticonformista, voce critica di un’epoca tanto contraddittoria quanto affascinante.

8 ottobre 2013

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