Richard Charkin (International Publishers Association) sul processo in Vaticano a Nuzzi e Fittipaldi: “Un affronto alla dignità dei giornalisti e degli editori di tutto il mondo…”

Prima di Natale era intervenuta l’Associazione Italiana Editori, con il presidente Federico Motta che a proposito del processo in Vaticano a Gianluigi Nuzzi (Via Crucis, Chiarelettere) ed Emiliano Fittipaldi (Avarizia, Feltrinelli) aveva evidenziato “l’assoluta discrepanza tra quanto contestato ai due autori e i principi fondamentali di libertà di opinione, di stampa, di manifestazione del pensiero, che sono le basi del nostro lavoro di editori, riconosciute e garantite dall’articolo 21 della nostra Costituzione, dall’articolo 19 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo dell’Onu e dall’articolo 10 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali”.

Ora, con una nota, sul caso è intervenuta anche l’International Publishers Association. Secondo il presidente Richard Charkin il compito di un buon giornalista è quello di “scoprire la verità, ovunque essa possa nascondersi”, e “ogni editore che si rispetti deve pubblicare tale verità senza preoccuparsi delle eventuali conseguenze“. Charkin parla inoltre di “affronto alla dignità dei giornalisti e degli editori di tutto il mondo”, e aggiunge che “il fatto che stia accadendo nel cuore dell’Europa è particolarmente scioccante”. L’IPA critica direttamente la Santa Sede e chiede la sospensione immediata del processo: “I due autori stavano solo facendo il proprio lavoro”.

Prende posizione anche Stefano Mauri, presidente e Ad del gruppo GeMS (di cui fa parte Chiarelettere, la casa editrice di Nuzzi): “Il fatto che gli avvocati di fiducia dei due autori non siano ammessi in aula è un tradimento degli ideali basilari di giustizia, e fa pensare a un ritorno ai processi sommari durante l’Inquisizione”.

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