Da oltre quindici anni Officine Gutenberg accompagna nel mondo del lavoro persone fragili in settori, quello dell’editoria e della comunicazione, dove la disabilità è di rado rappresentata. Dall’esperienza di questa cooperativa sociale, nasce ora a Piacenza “[LOW]”, casa editrice indipendente le cui parole d’ordine sono “letteratura e fragilità”, “contaminare”, “unire e non dividere” e “umanità” – I particolari sul progetto e le prime uscite (tra cui “Muretti a secco – La ricchezza della semplicità” dello psichiatra Vittorino Andreoli)

Officine Gutenberg persegue da oltre quindici anni l’obiettivo di accompagnare nel mondo del lavoro persone fragili in settori, quello dell’editoria e della comunicazione, dove la disabilità è di rado rappresentata. Dall’esperienza di questa cooperativa sociale, nasce a Piacenza [LOW], casa editrice indipendente che debutta con Muretti a secco – La ricchezza della semplicità di Vittorino Andreoli (illustrato con le fotografie che il celebre psichiatra ha realizzato nel corso di una vita, appassionandosi a quello che lui considera il simbolo di una sapienza costruttiva e di una socialità sana, che oggi abbiamo disperatamente smarrito) e La nuova Spoon River di Edgar Lee Masters, a cura di Alberto Cristofori (una selezione ragionata delle liriche che compongono il sequel del più famoso libro di poesie del XX secolo).

Nata nel 2008 insieme al quotidiano online PiacenzaSera, sin dagli inizi la cooperativa si occupa di grafica e comunicazione, della gestione di biblioteche pubbliche e ha all’interno una stamperia che vede i dipendenti fragili coinvolti – oltre che nella distribuzione, nella logistica e nel book-crossing – nella realizzazione di quaderni, agende e libri di produzione artigianale.

Di recente, la cooperativa dal digitale ha aperto all’attività editoriale tradizionale con le Edizioni Officine Gutenberg: le collane si occupano di turismo lento e di valorizzazione del territorio, di tradizioni e cultura locali.

Sulla base di queste esperienze, Officine Gutenberg ha deciso di ampliare la sua attività con un marchio editoriale che si affacciasse al mercato nazionale. “Si tratta di una grande sfida”, sottolinea il presidente Paolo Menzani, “perché se è già difficile sopravvivere nel nostro paese facendo cultura, lo è ancora di più sotto forma di cooperativa sociale di inserimento lavorativo. Ma questo non ci scoraggia e ci auguriamo di invertire la tendenza, alzando la posta con il nuovo progetto di LOW.”

Muretti-a-secco_copertina

LA SCELTA DEL NOME [LOW]

“Low era un nome che ci girava in testa da quando abbiamo iniziato a pensare a questo progetto”, sottolinea Giovanni Battista Menzani, responsabile per l’editoria di Officine Gutenberg e direttore editoriale della nuova casa editrice: “Cercavamo qualcosa che avesse a che fare con una voce che arriva dal basso, una voce non urlata, ma forte e gentile. Il nome era inizialmente provvisorio, poi ci siamo affezionati: e adesso ci piace. Perché veniamo tutti da terre basse, ovvero dalla grande pianura padana”. “Abbiamo un desiderio”, continua Menzani, “tornare alle storie, anche a quelle sbilenche, asimmetriche, radicali, poco mainstream”.

PAROLE D’ORDINE E COLLANE DELLA NUOVA CASA EDITRICE

Le parole d’ordine di LOW, si spiega nella presentazione, saranno: letteratura e fragilità. Contaminare. Unire e non dividere. E poi, soprattutto: umanità.

Il nuovo marchio esordisce con due collane: “Blow up” per i reportage, alla quale farà seguito “Blowin’” per la saggistica; “Terrebasse | Lowlands” per la narrativa italiana, che idealmente si capovolge in “Lowlands | Terrebasse” per la narrativa straniera.  Quanto a [LOW] COST, la futura collana economica sarà dedicata ai classici dimenticati e non, e avrà poi una sua particolare veste grafica pensata e costruita dai ragazzi e dalle ragazze fragili della cooperativa.

“Con il nostro progetto editoriale cerchiamo di rappresentare voci potenti e coraggiose, che raccontino situazioni marginali, storie di periferia o di frontiera”, raccontano Nicoletta Livelli e Sandra Saltarelli, del comitato editoriale. “Vogliamo sondare luoghi inesplorati, luoghi di confine o di soglia. Per questo motivo abbiamo chiesto un aiuto all’amico Gabriele Dadati, scrittore ed editor di grande mestiere e sensibilità”.

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LA TERZA USCITA A GENNAIO

Dopo le prime due uscite a gennaio sarà pubblicato Ripartire da qui – Da Barbiana a Ivrea, da Matera a Cinisi: dov’è finita l’Italia migliore? (collana Terrebasse | Lowlands, a cura di G. B. Menzani e G. Dadati): dieci autori e autrici hanno realizzato altrettanti reportage, con testi e foto originali, da luoghi in cui l’Italia nel corso del Novecento ha dato il meglio di sé, sulle tracce di insegnamenti rivoluzionari in campo sociale, educativo e politico. Alcuni perduti e alcuni che ancora risuonano. Le autrici e gli autori coinvolti sono Paolo Landi, Marco Peroni, Lucia T. Ingrosso, Giuliano Pavone, Lorenzo Calza, Simone Marcuzzi, Nicolò La Rocca, Giampaolo G. Rugo, Elisabetta Paraboschi, Antonio Paolacci e Paola Ronco.

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