“Purtroppo il patrocinio (non oneroso, ndr) dell’ambasciata israeliana su Lucca Comics per me rappresenta un problema”. Nei giorni dei bombardamenti su Gaza, fa discutere la scelta di Zerocalcare, che non sarà a Lucca quest’anno. I responsabili della manifestazione replicano che la rassegna è “da sempre un luogo sicuro per le differenze” – I particolari sul caso, che da giorni fa parlare il mondo del fumetto, e le diverse reazioni (a partire dalle rinunce di Fumettibrutti, Megi Bulla e Amnesty Italia, con Matteo Salvini che attacca l’organizzazione)

A pochi giorni dal via di Lucca Comics & Games 2023, manifestazione frequentatata da decine di migliaia di appassionate a assassionati di fumetti, graphic novel, manga e videogiochi, fa inevitabilmente discutere la presa di posizione del più importante fumettista italiano, Zerocalcare, che arriva nei giorni dell’attacco e dei bombardamenti di Israele su Gaza.

Sui suoi social Zerocalcare si è espresso così: “Senza troppi giri di parole: purtroppo il patrocinio dell’ambasciata israeliana su Lucca Comics per me rappresenta un problema. In questo momento in cui a Gaza sono incastrate due milioni di persone che non sanno nemmeno se saranno vive il giorno dopo, dopo oltre 6000 morti civili, uomini donne e bambini affamati e ridotti allo stremo in attesa del prossimo bombardamento o di un’invasione di terra, mentre politici sbraitano in TV che a Gaza non esistono civili e che Gaza dev’essere distrutta, mentre anche le Nazioni Unite chiedono un cessate il fuoco -il minimo davvero- che viene sprezzantemente rifiutato, per me venire a festeggiare lì dentro rappresenta un corto circuito che non riesco a gestire. Mi dispiace nei confronti della casa editrice, dei lettori e delle lettrici che hanno speso denaro per treni e alloggi magari per venire apposta, e anche per me stesso, perché Lucca per me è sempre stato un gigantesco accollo ma anche un momento di calore e di incontro. Lo so che quello sul manifesto è solo un simbolo, ma quel simbolo per molte persone a me care rappresenta in questo momento la paura di non vedere il sole sorgere domattina, le macerie sotto cui sono sepolti i propri cari, la minaccia di morire intrappolati in quel carcere a cielo aperto dove tanti ragazzi e ragazze sono nati e cresciuti senza essere mai potuti uscire. Sono stato a Gaza diversi anni fa, conosco persone che ancora ci vivono e persone che ci sono andate per costruire progetti di solidarietà, di sport, di hip hop e di writing. Quando queste persone mi chiedono com’è possibile che una manifestazione culturale di questa importanza non si interroghi sull’opportunità di collaborare con la rappresentanza di un governo che sta perpetrando crimini di guerra in spregio del diritto internazionale, io onestamente non riesco a fornire una spiegazione. Non riesco nemmeno a dire loro del mio dispiacere di non esserci e di quanto questa cosa mi laceri, se lo paragono all’angoscia che sento nelle loro voci. Non è una gara di radicalità, e da parte mia non c’è nessuna lezione o giudizio morale verso chi andrà a Lucca e lo farà nel modo che ritiene più opportuno, soprattutto non è una contestazione alla presenza dei due autori del poster Asaf e Tomer Hanuka, che spero riusciranno ad esserci e che si sentiranno a casa, perché non ho mai pensato che i popoli e gli individui coincidessero coi loro governi. Spero che un giorno ci possano essere anche i fumettisti palestinesi che al momento non possono lasciare il loro paese”.

Solidale con il proprio autore la casa editrice Bao Publishing: “(…) Tutta BAO gli è solidale, comprende perfettamente le sue ragioni, le accetta e se ne sobbarca serenamente le conseguenze, confidando nella comprensione anche dei lettori e dei visitatori della fiera. Spiace che, se qualche giorno fa l’organizzazione si fosse espressa pubblicamente per chiarire i dubbi e le perplessità che hanno portato parte dell’opinione pubblica addirittura a invocare il boicottaggio di Lucca, forse i toni della polemica sarebbero stati più gestibili, e non si sarebbe dovuti arrivare a tanto. Da un grande evento popolare derivano grandi responsabilità, e quella di comunicare con il proprio pubblico, soprattutto in un momento drammatico e di grandissima incertezza, non è tra quelle che si possono ignorare”.

Da giorni, infatti, anche prima del “caso-Zerocalcare”, nel mondo del fumetto si parla del patrocinio (come ricostruisce Il Post).

LA REPLICA DI LUCCA COMICS A ZEROCALCARE

Questa la replica alle polemiche di Lucca Comics, affidata a una nota: “Lucca Comics & Games è da sempre un luogo sicuro per le differenze. Fin dall’inizio stiamo seguendo il dibattito in atto sul patrocinio ricevuto in primavera dall’Ufficio Culturale dell’Ambasciata Israeliana in Italia. Questo patrocinio – non oneroso – è stato ricevuto, come molti dei patrocini che in questi anni hanno affiancato il festival, per riconoscere il valore del nostro programma culturale. Questa attribuzione istituzionale deriva da un lavoro durato quasi un anno, un progetto che ha coinvolto due artisti noti e apprezzati in Italia e nel mondo, come Asaf e Tomer Hanuka, ai quali Lucca ha dedicato una mostra e ha affidato l’immagine di un’edizione imperniata sul tema Together, all’insegna della condivisione di quei valori che da sempre ci guidano: rispetto, comunità, inclusione e partecipazione. Rispettiamo le scelte personali, rispettiamo le opinioni di tutti e da sempre abbiamo l’ambizione di essere il luogo dove è possibile stare insieme nelle differenze. Crediamo nelle persone e nella capacità di dimostrare che la cittadinanza attiva della comunità di Lucca Comics & Games può essere migliore di quello che le sta attorno. Ci adoperiamo sempre per garantire questa libertà, per dare spazio al dialogo su tanti temi diversi tra cui anche quelli di questa cogente attualità, come già previsto nel nostro programma. Un lavoro per dare a tutti gli appassionati, che rendono unica una manifestazione nata dal basso come la nostra, la certezza che questa manifestazione non dimentica le sue radici e la sua missione. Abbiamo riflettuto molto sulla possibilità di rinunciare al patrocinio, ma abbiamo ritenuto che sarebbe un atto poco responsabile nei confronti non solo delle istituzioni e delle realtà appartenenti al nostro ecosistema, ma anche per tutti i partecipanti. Lucca Comics & Games mette da sempre al centro solo ed esclusivamente l’opera intellettuale e creativa, le persone: il nostro lavoro, il nostro percorso valoriale, e la nostra storia parlano per noi. Il claim di quest’anno – Together – nasce nel solco del Becoming Human del 2019, di Hope nel 2022, e di quelle stelle che siamo tornati a vedere nel 2021 dopo un altro momento drammatico che abbiamo affrontato e superato insieme”.

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TANTE LE PRESE DI POSIZIONE

Tanti gli interventi, da parte di esponenti del mondo della cultura e della politica.

La scrittrice Chiara Valerio, direttrice di Più libri più liberi ed editor della narrativa italiana Marsilio, sottolinea su X: “La posizione di Zerocalcare è più complessa di titoli e frasi estrapolate. Il suo intervento è su Facebook, può e deve essere letto integralmente, sono parole di un uomo che ammette la difficoltà, emotive e politiche, come tutti dovremmo, di vivere tra verità contraddittorie”.

POLEMICA POLITICA CON IL BOTTA E RISPOSTA TRA AMNESTY ITALIA E SALVINI

Nel frattempo, Amnesty Italia via Twitter annuncia che non sarà a Lucca: “Comprendiamo sia prassi consolidata il patrocinio di ambasciate dei Paesi di provenienza degli artisti che realizzano l’immagine del festival, ma non possiamo ignorare che le forze israeliane stanno incessantemente assediando e bombardando la Striscia di Gaza, con immani perdite di vite civili”. “Questo si chiama razzismo”, attacca Matteo Salvini commentando la scelta di Amnesty Italia. E Riccardo Noury, portavoce dell’organizzazione internazionale, parlando con Today.it, risponde così al leader della Lega: “Col suo commento, Salvini in questa occasione ha dimostrato di non sapere cosa sia il razzismo. Strano, perché come dimostrano i vari ‘barometri dell’odio’ di Amnesty International Italia, in quella materia risulta essere decisamente un esperto”.

I NO A LUCCA DI MEGI BULLA E FUMETTIBRUTTI

Megi Bulla, booktoker (nota come la La Biblioteca di Daphne) e autrice, rinuncia dal canto suo a essere alla manifestazione, e su Instagram commenta: “(…) Le storie di Zerocalcare di questa mattina hanno dato il colpo di grazia ai giorni e notti di incertezza. Che mi capiate o meno, non me la sento di venire“. E ancora: “Al momento l’unica cosa a cui riesco a pensare che in una parte di mondo, che potrebbe essere la nostra, le persone stanno morendo e non hanno modo di poter chiamare aiuto, mandare un ultimo saluto, capire come muoversi. Associare la mia immagine a un evento che ha il patrocinio dell’ambasciata israeliana, in questo momento, non mi riesce proprio… (…) Questa è una decisione personale. Vi prego di non giudicare chi ha deciso diversamente”.

Tra chi rinuncia a Lucca anche Fumettibrutti, che via Instagram annuncia: “Mi dispiace scrivervi che non sarò presente durante i giorni di fiera a Lucca, e il motivo è proprio il patrocinio dell’ambasciata di Israele. Dopo averlo scoperto mi sono presa del tempo prima di decidere cosa fare, e credo che se nella vita si fanno dei compromessi (io stessa ne ho fatti tanti) su questo non riuscirei a dormirci la notte. Perdonatemi in anticipo se non potrò leggere tutti i messaggi (…)”. Per Josephine Yole Signorelli questa scelta “significa preoccuparsi per tutte le lotte contro l’oppressione, dei corpi e dei popoli, non solo di quelle che ci fanno comodo. Il femminismo è la chiave di lettura del mondo che mi rende libera ogni giorno, e non si tratta di un dovere per me, è l’essenza stessa della vita. Quindi stelle, mi scuso perché non riusciremo in quest’occasione a tenerci per mano e ad abbracciarci, ma sono sicura che lo faremo sempre e per sempre anche in altri luoghi”.

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