Un vizio, sempre più diffuso, e che non riguarda solo le librerie, ma anche tipologie di negozi. Una cattiva abitudine, che coinvolge anche l’Italia, e che spesso non è percepita come tale…

Un vizio, purtroppo sempre più diffuso, e che non riguarda solo le librerie, ma anche tipologie di negozi. Un’abitudine, che coinvolge anche l’Italia, e che in certi casi non è percepita come tale: pur parlando di una minoranza, sono sempre di più (e lo dimostrano diversi commenti di librai, e in generale di commercianti, che sui social non nascondono l’amarezza,oltre che l’incredulità, e la rabbia) i lettori che si recano in libreria, dove magari trascorrono diverso tempo sfogliando i libri, chiedendo suggerimenti e opinioni ai commessi (che dedicano loro attenzione e competenza), fotografando i testi più interessanti, per poi andare via senza comprare nulla. O, meglio, per tornare a casa e comprarli online, sfruttando le promozioni.

Un esempio su tutti. Nelle scorse settimane ha fatto molto parlare in rete il tweet, diventato virale, lanciato da Fountain Bookstore, libreria aperta nel 1978 a Richmond (negli Stati Uniti): “C’è stato uno showroom: le persone hanno scattato delle immagini dei libri per poi comprarli su Amazon, vantandosene pure. Questo non va bene… cercalo qui e compralo qui”.

Spesso si parla del ruolo e dell’importanza delle librerie, che non vivono certo anni facili. Il lavoro (e il tempo) dei librai merita innanzitutto di essere rispettato.

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