Addio a 89 anni a uno dei maestri dei romanzi di spionaggio, il britannico John le Carré, autore de “La spia che venne dal freddo” e “La talpa”

Addio a 89 anni a uno dei maestri dei romanzi di spionaggio, il britannico John le Carré. Lo scrittore, come ha annunciato il suo agente, è morto in Cornovaglia dopo una breve malattia, non legata al Covid-19. “I nostri pensieri vanno ai suoi quattro figli, alle loro famiglie e alla sua cara moglie Jane”, ha dichiarato il suo agente Jonny Geller, come riporta l’Ansa.

John le Carré era lo pseudonimo di David John Moore Cornwell. Nato a Poole, nel 1931, ha insegnato all’università di Eton, prima di diventare un funzionario del ministero degli Esteri britannico ed essere reclutato dai servizi segreti (MI6).

Nel 1961 ha immaginato il personaggio dell’agente segreto George Smiley, protagonista di molti dei suoi libri. Il suo primo romanzo, Chiamata per il morto, è stato scritto nel 1961, quando ancora era un membro del servizio.

Tra le opere più note del prolifico John le Carré, La spia che venne dal freddo, La talpa, L’onorevole scolaro e La casa Russia.

Come ha sottolineato Misha Glenny in un articolo di The Globe and Mail del 2010 poi tradotto da Internazionale, “a differenza di Fleming, le Carré non deve ricorrere all’iperbole per rivelare i meccanismi del sottobosco. D’altronde è forse lo scrittore vivente che conosce meglio quello che succede dietro le quinte della politica della forza e dell’oligarchia globale. E anche se in Gran Bretagna è ormai considerato un maestro, probabilmente i soliti pregiudizi sprezzanti sui romanzi di spionaggio non gli faranno avere tutti i riconoscimenti che merita. Per dirla chiaramente, John le Carré è uno scrittore che merita il Nobel. Il suo successo sta nel combinare strutture narrative essenziali con un orecchio straordinario per il dialogo, avvolgendo poi il tutto in una comprensione degli eventi contemporanei che alla maggior parte dei comuni mortali appare frammentata. […] è nel pusillanime establishment britannico che le Carré identifica i veri trasgressori morali. […] come le Carré è diventato più radicale con gli anni, così è cresciuto il suo pessimismo…”.

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