Considerato il maestro dell’horror contemporaneo, autore di bestseller che hanno venduto 500 milioni copie in tutto il mondo, Stephen King torna in libreria con un nuovo romanzo: “Later”, una storia che affronta il tema del bene e del male, offrendoci uno sguardo ironico e affettuoso sul mondo dell’editoria

Considerato il maestro dell’horror contemporaneo, autore di libri diventati veri e propri bestseller di culto come Shining, Il miglio verde, It e Le ali della libertà, Stephen King torna in libreria in contemporanea con gli Usa con un nuovo romanzo: Later (Sperling & Kupfer, traduzione di Luca Briasco).

Si tratta di un’opera più snella rispetto alla classica produzione dello scrittore americano (parliamo comunque di 320 pagine), ma proprio per questo perfetta per essere divorata tutta d’un fiato (del resto, lo stile e le trame di King si prestano perfettamente per un’immersione totale e assoluta di lettura).

Ancora una volta l’autore – molto amato anche al cinema, visto che i suoi libri hanno ispirato registi famosi come Stanley Kubrick, Brian De Palma, Rob Reiner, Frank Darabont – ci racconta una storia che affronta il tema del bene e del male, regalandoci un romanzo ricco di emozioni e tenerezza nei confronti dell’infanzia e della perdita dell’innocenza (chi ha amato Stand by me. Ricordi di un’estate troverà inevitabilmente qualcosa di familiare).

Later Stephen King

Ma non solo: oltre a proporci una riflessione sull’età adulta e sulla possibilità di scegliere, King, che con i suoi romanzi ha venduto 500 milioni di copie in tutto il mondo, ci offre anche un ritratto affettuoso e ironico del mondo dell’editoria, dato che la madre del personaggio protagonista lavora in un’agenzia letteraria (e infatti, guarda caso, King ha dedicato il libro proprio al suo agente).

Ma veniamo alla trama di Later. Jamie Conklin ha proprio l’aria di un bambino del tutto normale, ma ci sono due cose che lo rendono invece molto speciale: è figlio di una madre single, Tia, che, come detto, di mestiere fa l’agente letterario, e soprattutto ha un dono soprannaturale. Un dono che la mamma gli impone di tenere segreto, perché gli altri non capirebbero.

Un dono che lui non ha chiesto e che il più delle volte non avrebbe voluto. Ma questo lo scoprirà solo molto tempo dopo. Perché la prima volta che decide di usarlo è ancora troppo piccolo per discernere, e lo fa per consolare un amico. E quando poi è costretto a usarlo lo fa per aiutare la mamma, lo fa per amore.

Finché arriva quella dannata volta, in cui tutto cambia, e lui è già un ragazzino, che non crede più alle favole. Jamie intuisce già, o forse ne è addirittura consapevole, che bene e male non sono due entità distinte, che alla luce si accompagnano sempre le tenebre. Eppure sceglie, sceglie la verità e la salvezza. Ma verità e salvezza, scoprirà tempo dopo, hanno un prezzo. Altissimo.

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