Orhan Pamuk nei suoi libri racconta, con trame complesse e ricche di particolari, la storia e la cultura della Turchia, attraverso il succedersi delle generazioni, e le tensioni fra laicità e religione, modernità e tradizione. È in libreria la sua ultima fatica “La donna dai capelli rossi”

Ferit Orhan Pamuk è uno scrittore turco nato a Istanbul nel 1952; i suoi libri sono stati tradotti in tutto il mondo, e nel 2006 è stato insignito del premio Nobel per la letteratura. Nelle motivazioni si legge “nella ricerca dell’anima melanconica della sua città natale ha scoperto nuovi simboli dello scontro e dell’interrelazione delle culture”. I suoi romanzi sono ambientati in Turchia, tra passato e presente, ed esplorano la storia e l’evoluzione della società turca. I suoi personaggi sono espressione delle forze che attraversano il mondo turco, mentre si interrogano sulla propria identità, indagano e mettono in questione la storia e la cultura di cui fanno parte, e si dibattono fra tradizione e modernità, Islam e laicità.

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Nel suo primo romanzo Il signor Cevdet e i suoi figli, Orhan Pamuk ha raccontato una saga familiare che abbraccia tre generazioni e un secolo di storia turca. A cominciare dal fondatore della dinastia Cevdet, umile bottegaio della Istanbul di inizio secolo che, inconsapevole vettore di modernità, tenta di imporsi come commerciante musulmano in una città che limitava il commercio alle minoranze etniche e religiose. Prosegue con i suoi figli e ai loro amici, esempi di una generazione spaesata, ostinatamente in cerca di uno scopo per vivere in un paese sospeso tra residui della tradizione e un’occidentalizzazione allo stesso tempo agognata e imposta dall’alto. E giunge fino ad Ahmet, l’ultimo nipote, che negli anni Settanta partecipa, riluttante, ai movimenti studenteschi.

la casa del silenzio orhan pamuk

Questo tipo di narrazione costruita seguendo negli anni l’evolversi di una famiglia, esplorando il legame fra passato e presente, attraverso più generazioni che si confrontano e intrecciando le vicende di personaggi ciascuno con un atteggiamento e una mentalità diversi verso il passato e la modernità, è tipico di Orhan Pamuk. Lo si può riconoscere, declinato di volta in volta in modi diversi, in molte delle sue opere. Ne La casa del silenzio l’anziana Fatma vive insieme ai suoi tre nipoti: Faruk è uno storico ed è impegnato a ricostruire le vicende del nonno morto, Nilgün è una giovane studentessa progressista, e Metin, vuole andare a studiare negli Stati Uniti.

istanbul orhan pamuk

Con la sua città natale Orhan Pamuk ha un rapporto particolare, Istanbul è sempre stata al centro della sua opera: è in questa città o attorno ad essa che spesso si svolgono le vicende che racconta. Ne Il libro nero l’ha dipinta come una città labirintica e malinconica, contemporaneamente orientale e occidentale, dove fantasia e realtà si sovrappongono, dove è quasi impossibile distinguere fra il vero e il falso. Nel 2003 le ha dedicato un libro di memorie, Istanbul. I ricordi e la città, raccontando il complesso rapporto tra oriente e occidente che essa incarna. Istanbul, racconta lo scrittore, è un crocevia tra l’Europa e l’Asia, è un ponte fra questi due mondi, è una città che ha incontrato i grandi viaggiatori occidentali ottocenteschi, come Nerval, Gautier e Flaubert, e si è confrontata con i loro giudizi, spesso affascinati dai miraggi del suo esotismo. È una città che conserva l’identità orientale, ma allo stesso tempo invidia le qualità e i successi dell’occidente. Soprattutto Istanbul, afferma Pamuk, è dominata da una particolare tristezza, che i turchi chiamano hüzün e di cui in qualche modo vanno orgogliosi: nata dal declino dell’impero ottomano, dai sogni delusi di grandezza della Turchia moderna, dalle antiche rovine che le case hanno inglobato senza cancellare, dal legno delle vecchie costruzioni che si annerisce per l’umidità e il freddo, si nutre di innumerevoli dettagli.

il museo dell'innocenza orhan pamuk

Con Il museo dell’innocenza, Orhan Pamuk si è spinto oltre la scrittura, realizzando un progetto che ha visto accompagnare alla pubblicazione del romanzo l’apertura di una casa museo a Istanbul. Il romanzo racconta la storia d’amore di un ricco giovane, Kemal, che sacrifica tutta la sua vita, dal matrimonio con la precedente ragazza fino alla carriera imprenditoriale, dagli amici alla propria reputazione pubblica, per amore della splendida Fusun. Il museo raccoglie gli oggetti collezionati da Kemal come ricordi del tempo passato con Fusun, segno d’amore per Fusun, ma anche per la Istanbul di quegli anni ’70 e ’80, quando erano assieme, gli anni più belli della sua vita. Il museo è una finzione, Kemal e Fusun sono personaggi letterari, ma il racconto di Istanbul è vero: Pamuk ha impiegato oltre dieci anni per costruirlo, oggetto dopo oggetto.

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Uno dei pochi romanzi di Orhan Pamuk che non si svolge ad Istanbul è Neve, che narra la storia del poeta Ka, mandato a scrivere un reportage nella città di Kars, al confine tra Turchia, Armenia e Georgia. Ka deve fare i conti con la propria crisi esistenziale e spirituale, e con alcuni fatti inquietanti. In città, sono avvenuti degli strani suicidi: ragazze obbligate a togliere il velo per entrare all’università hanno preferito farla finita, i terroristi islamici minacciano attentati, i militari nazionalisti preparano la repressione. Ma Ka cerca di non farsi coinvolgere dalla imminente tragedia, vorrebbe solo convincere Ipek, la donna che ama, a fuggire con lui in Germania. E intanto la neve, indifferente ai complotti, agli omicidi, all’odio e alle altre passioni umane, continua a cadere.

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La sua ultima opera, in libreria in questi giorni, La donna dai capelli rossi (Einaudi), è un romanzo d’amore e di gelosia. Lei è bellissima, ha i capelli rossi come le fiamme e il fascino irresistibile dell’attrice che sul palco sa trasformarsi nell’eroina sensuale e perduta dei poemi. Cem è solo il figlio orfano di un dissidente comunista e l’umile apprendista di un costruttore di pozzi, quando la vede per la prima volta: non sa che da quel giorno anche la sua vita seguirà la traiettoria fatale e misteriosa delle tragedie cantate dai poeti. Quando l’ossessione erotica per questa donna più grande di lui si trasforma in un’unica, folle, indimenticabile notte di sesso, Cem non potrebbe essere più felice: ma la sua vita cambierà per sempre e il destino gli riserverà una trama imprevedibile, complicata, ed estremamente crudele. Con la storia di Cem, personale e universale allo stesso tempo, Orhan Pamuk interroga i fondamenti letterari della civiltà occidentale e orientale, e allo stesso tempo volge lo sguardo all’attualità, ad una Turchia dove tornano gli attentati (come negli anni Settanta), e la democrazia appare a rischio.

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Per l’occasione Einaudi ripubblica anche La stranezza che ho nella testa, romanzo d’amore ironico e picaresco. Un ragazzo ama una ragazza. Tutte le storie, anche quelle più complicate, nascono da questa semplice, universale premessa. Mevlut e Rayiha si sono incontrati una sola volta: i loro sguardi si sono incrociati per pochi secondi al matrimonio di un parente a Istanbul. Per tre anni Mevlut le scrive appassionate lettere d’amore finché un giorno decidono di fuggire insieme. Ma quando finalmente l’ha strappata alla casa paterna e può rivederla in faccia, Mevlut capisce in quale guaio si è cacciato… Quella non è la ragazza a cui ha creduto di scrivere per tutti quegli anni, non è la ragazza di cui si è innamorato a prima vista! Chi lo ha ingannato? E come si comporterà ora il nostro eroe?

il mio nome è rosso orhan pamuk

Orhan Pamuk si definisce uno scrittore non politicizzato, ma nel corso degli anni ha avuto modo di scontrarsi con la politica. Ha accusato la Turchia di non voler fare i conti con il genocidio armeno, ed è stato a sua volta accusato di vilipendio dai nazionalisti turchi, rischiando il carcere. Ed è stato anche il primo scrittore nel mondo musulmano a condannare la fatwa iraniana contro Salman Rushdie.

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L’opera di Pamuk mantiene un legame profondo tanto con la storia passata della Turchia, si pensi ad opere come Il mio nome è rosso o Il castello bianco, ambientate nella Turchia del XVII secolo, quanto con la società turca contemporanea, e la politica non può non entrarvi con prepotenza, dal momento che la storia della Turchia moderna, fino ai giorni nostri, è un susseguirsi di sconvolgimenti politici: il disfacimento dell’Impero ottomano e la rivoluzione kemalista di Atatürk, la nascita della Repubblica e i colpi di stato militari degli anni Settanta. Fino agli ultimi eventi contemporanei: le proteste dei giovani a Gezi Park, il fallito colpo di stato militare e i provvedimenti presi in risposta da Erdoğan (che hanno colpito anche giornali e case editrici), la guerra in Siria, lo scontro con l’Isis, gli attentati terroristici a Istanbul e il ritorno della mai risolta questione curda.

poesia in tempo di guerra

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