Per leggere “Parti femminili”, memoir di Leslie Jamison, servono coraggio e un po’ di tenacia. Tra matrimonio, maternità, divorzio, rapporto coi genitori, è un percorso simile a quello di psicoterapia la lettura di questo libro; ma, proprio come per la psicoterapia, vale profondamente la pena. E, forse, alla fine si guarisce…
Ho pensato di interrompere la lettura di Parti femminili (NN, traduzione di Isabella Zani) per un numero di volte che non saprei dire. Non perché non ne stessi amando ogni pagina. Al contrario, perché ogni pagina sembrava parlare con me, e di me. E questo era, insieme, molto rassicurante e molto doloroso. Soprattutto doloroso.
Alla fine, di Parti femminili ho letto anche l’ultima pagina, ringraziamenti compresi, evidenziando 114 passaggi del libro, come mi ricorda il mio eBook Reader. Molti di questi estratti sono diventati incipit delle mie sedute di psicoterapia.
In effetti, Parti femminili ha l’aspetto di una seduta di psicoterapia. Non solo perché la figura della terapista e della terapia (sia individuale sia di coppia) torna con insistenza in molti passaggi del libro, ma anche perché il modo di raccontarsi di Leslie Jamison è profondamente intimo e nudo.
La mia terapista, con grande acume, si è chiesta se la parola Parti del titolo fosse intesa come porzioni o come far nascere. Il titolo inglese del libro è Splinters, schegge, eppure la gravidanza è un tema centrale nella narrazione.
Scopri il nostro canale Telegram

Ogni giorno dalla redazione de ilLibraio.it notizie, interviste, storie, approfondimenti e interventi d’autore per rimanere sempre aggiornati

“Dopo il parto, agli incontri sull’allattamento, le altre donne indossavano camicette alla marinara e cullavano i loro piccoli che ciucciavano in silenzio, mentre il mio camice ospedaliero era aperto a mostrare le mie mammelle nude senza neonata. I mutandoni azzurri a rete erano tirati fin sopra le bende della ferita. Avevo detto: «Mi chiamo Leslie e mia figlia non mangia» con lei che mi piangeva tra le braccia senza attaccarsi. La sensazione era quella di aver portato una bottiglia stappata a una riunione degli Alcolisti Anonimi”.
Può interessarti anche
Parti femminili è un memoir, una confessione autobiografica che attraversa alcuni dei nodi fondanti della vita e della personalità dell’autrice: il matrimonio, la maternità, il divorzio, l’alcolismo, i disturbi alimentari, il tradimento, il rapporto con i genitori e con il loro, di divorzio, il lavoro, la rabbia.
Compare C – prima marito, poi ex marito dell’autrice e padre di sua figlia; compaiono diverse relazioni sentimentali, prima e dopo C; compare la figlia di Jamison e la cicatrice che il parto ha lasciato sul suo corpo di madre; compare la mamma, gigantesca e assente; compare il papà, assente e basta; compaiono gli allievi di Jamison e le sue amicizie più care. È in questi nodi che l’autrice ci trascina, senza aver paura di piazzarci davanti ai suoi mostri e alle paludi marcescienti del suo io.
A volte, però, ad avere paura siamo noi che leggiamo.
Scopri la nostra pagina Linkedin

Notizie, approfondimenti, retroscena e anteprime sul mondo dell’editoria e della lettura: ogni giorno con ilLibraio.it

Forse anche per questo, e anche per chi non si legga nelle parole di Jamison quanto me, ogni tanto è necessaria una pausa. Il ritmo della scrittura lo richiede. Leslie Jamison incalza se stessa per tutto il libro inanellando, uno dopo l’altro, paragrafi tra loro slegati, ma che nella vita dell’autrice non lo sono affatto.
Per esempio:
“Nel percorso di recupero si parla del buco a forma di Dio che abbiamo dentro. Ma non c’è bisogno di credere in Dio per riconoscere quella sensazione di drenaggio continuo: non importa cosa ci versi dentro, o quanto ne versi, non è mai abbastanza.
Ho tentato per decenni di far colpo su mio padre a tavola. All’inizio ci provavo alla nostra vera tavola, ogni volta che era a casa, prima che se ne andasse; poi negli yakitori dove mi portava dopo il divorzio”.
Può interessarti anche
Un seduta di psicoterapia, dicevamo, dove si inizia da un dolore presente e si arriva a un ricordo d’infanzia; dove si aprono parentesi dopo parentesi per provare a richiuderle, alla fine. Parti femminili è così, un tentativo appassionato di guarigione, di essere felice senza bisogno di giustificazioni.
Nonostante questa staffetta di viscere, la sensazione durante la lettura non è quella di fiato corto. Piuttosto, l’affanno è dato dal peso specifico delle confessione di Jamison, dal bisogno che ogni frase ha di essere metabolizzata e digerita.

Leslie Jamison nella foto di©️Grace Ann Leadbeater
Sa come si scrive Jamison, autrice della raccolta di saggiThe Empathy Exams, bestseller del New York Times, e del romanzo, The Gin Closet, finalista del Los Angeles Times Book Prize. Autrice e saggista, insegna scrittura creativa alla Columbia University e i suoi scritti sono stati pubblicati su grandi testate Usa come New York Times Magazine, New York Times Book Review, Harper’s e Oxford American.
Parti femminili è pubblicato nella collana “Le fuggitive”, che raccoglie storie di donne in fuga, alla ricerca di libertà e di una rifondazione della propria esistenza, non aderente ai canoni del femminile.
È così che Leslie Jamison sa portarci con lei nel suo percorso di guarigione, percorso faticoso anche, ma che sempre vale la pena di affrontare. Proprio come un percorso di psicoterapia, del resto.
Scopri le nostre Newsletter

Notizie, approfondimenti e curiosità su libri, autori ed editori, selezionate dalla redazione de ilLibraio.it
