Su Netflix continua a essere protagonista “Summertime”, serie tv liberamente ispirata al romanzo cult “Tre metri sopra il cielo”. Nel frattempo Federico Moccia torna in libreria con un nuovo romanzo, “Semplicemente amami” – Su ilLibraio.it un estratto

Mentre su Netflix continua a essere protagonista Summertime, la serie tv liberamente ispirata al romanzo cult Tre metri sopra il cielo (Nord), Federico Moccia, scrittore (i cui libri sono tradotti in 15 Paesi) e regista di successo, torna in libreria con un nuovo romanzo, Semplicemente amami.

La protagonista, Sofia, si era illusa: pensava che trasferirsi in Russia dall’amica Olja fosse la scelta giusta, un nuovo inizio, e invece era una fuga. Una fuga dal matrimonio con Andrea, in cui paradossalmente si sentiva sola; e soprattutto da Tancredi, l’uomo che aveva messo in crisi tutte le sue certezze per poi deluderla. Con l’aiuto di Olja, Sofia capisce di non poter continuare a mettere tra parentesi la sua vita. È tempo di riprendere in mano il proprio destino. Sofia torna a Roma dal marito, per ritrovare quell’amore fatto di complicità e sogni. Ricomincia a suonare, provando di nuovo il gusto di far volare le dita sulla tastiera del pianoforte. Eppure tornare alla normalità non è semplice e molte sorprese aspettano ancora Sofia…

Non si può dimenticare l’amore, ormai Tancredi lo ha capito. Per quanto lui abbia cercato di cancellarla dalla mente, Sofia è sempre nei suoi pensieri, nei suoi desideri, nei suoi sogni. Ecco perché Tancredi non si arrende. E aspetta. Aspetta il momento giusto per convincere Sofia di non essere più l’uomo che l’ha fatta soffrire. Lui oggi desidera semplicemente amarla ed essere amato. Ed è convinto che prima o poi quel momento arriverà…

Ma cosa vuole veramente Sofia? Forse deve ancora scoprirlo. Di sicuro questa volta non si farà travolgere dagli eventi, sarà lei a scrivere il proprio futuro…

Era il 1992 quando Moccia esordì, a sue spese, con Tre metri sopra il cielo presso un piccolo editore, perché il manoscritto gli era stato rifiutato da diverse case editrici. Le poche copie distribuite vengono fotocopiate dai ragazzi e inizia così un successo del passaparola che porterà a una nuova pubblicazione nel 2004 e alla nascita di un clamoroso caso editoriale. Due anni dopo, arriva in libreria il seguito della storia d’amore tra Babi e Step, Ho voglia di te. Da questi romanzi vengono tratti due film campioni d’incasso con protagonisti Riccardo Scamarcio, Katy Louise Saunders e Laura Chiatti.

Escono poi altri bestseller e altri film, tra cui Scusa ma ti chiamo amore e Amore 14 – entrambi diretti da lui –, e L’uomo che non voleva amare. Nel 2017 è uscito Tre volte te, terzo capitolo della storia di Babi, Step e Gin.

Su ilLibraio.it, per gentile concessione della casa editrice, proponiamo un estratto da Semplicemente amami:

Sofia si ferma davanti al civico 35, poggia il trolley e apre la borsa. Cerca il mazzo di chiavi, lo prende, inizia a separarle, finché trova quella del portoncino, la riconosce subito perché è la più lunga. La infila nella toppa e prova lentamente a girare. Il portoncino fa uno scatto e si apre. Bene, pensa, fino a qui tutto bene. Non hanno cambiato la serratura. Poi si chiude il portoncino alle spalle e chiama l’ascensore. Guarda l’orologio. Sono le sei, lo ha rimesso sul fuso orario di Roma.

Lui potrebbe non essere a casa, sempre che questa sia ancora casa sua. Nostra. Sorride. L’abbiamo comprata insieme. Poi entra nell’ascensore e spinge il bottone per andare al settimo e ultimo piano. Tra poco saprò la verità. Ticchetta con la chiave di casa sul bordo dell’ascensore, ingannando il tempo, poi le porte si aprono. Esce con il trolley e si ferma davanti alla porta principale. Il piano è tutto nostro. Il tappetino è cambiato, anche queste due piante non c’erano, sono state innaffiate da poco perché non sono affatto secche.

La panchina invece è la stessa di sempre. Poi, incerta, avvicina l’indice al campanello di casa e suona. Il rumore si spande per tutto il piano, un suono secco, vuoto, con una leggera eco finale. C’è una grande solitudine. Aspetta per qualche secondo poi prova di nuovo, questa volta lo fa suonare più a lungo, non vuole avere dubbi, ma nessuno viene comunque alla porta. Non le resta che provare. Infila la chiave di casa nella serratura, la spinge fino in fondo e la gira. Si accorge che sono state date tre mandate, è stata chiusa bene.

Sofia apre piano la porta e alla fine la spalanca del tutto. «C’è nessuno?»

Azzarda anche questo tentativo. Niente. Silenzio. Nessuna risposta. Entra con il trolley e poggia la borsa sulla credenza a sinistra. L’avevano vista in un negozio in Messico, nel loro ultimo viaggio prima dell’incidente, era piaciuta tanto a tutti e due, cosı` l’avevano acquistata e se l’erano fatta spedire a casa. Poi avevano continuato il viaggio ed era arrivata insieme a loro quando erano tornati a Roma. Non avevano fatto in tempo a entrare in casa che i corrieri avevano citofonato. Li avevano fatti salire, fatto sistemare la credenza lì, e dopo avrebbero deciso con calma dove l’avrebbero messa, ma pesava così tanto che non avevano più tentato di spostarla. Era stato un bellissimo viaggio, pieno di sole, di mare e d’amore. Tutti i loro viaggi erano stati belli fino a quell’incidente, poi tutto era diventato brutto, perfino quel mobile. È il nostro stato d’animo che ci fa vedere o meno la bellezza delle cose, pensa Sofia. Poi sorride, sono contenta, non è cambiata neanche questa serratura. Girare per casa, nella tua casa, come se improvvisamente fossi un ladro. Questa è la sensazione che prova Sofia. Poi si tranquillizza. In fondo per metà è anche mia, anch’io ho contribuito all’acquisto. E così passa dall’essersi sentita uno scassinatore a detective, si trasforma in agente dei RIS. Passa al setaccio ogni angolo della casa. Inizia dalla credenza dove ha poggiato la borsa. Trova delle bollette, le legge, non c’è nessun indizio che possa metterla in allarme. Tutta posta ordinaria, qualcosa da pagare, una pubblicità, un rendiconto della carta di credito di Andrea, la busta è già aperta e così tira fuori il foglio. Il cuore comincia a batterle forte, qui sicuramente potrebbe trovare qualche indizio importante.

No, non c’è nessun ristorante, nessun viaggio, nessuna spesa particolare, nessuna per un hotel. Poi alza le spalle, già, perché avrebbe dovuto pagare un hotel quando ha una casa tutta per lui? Potrebbe portare qui qualsiasi donna. Andrea non è così, non farebbe mai una cosa del genere, ha grande rispetto per lei, per il loro matrimonio, non tradirebbe mai sua moglie in questo modo. Ma siamo ancora sposati? Per lui io sono sempre sua moglie?

Sofia infila l’estratto conto dentro la busta e la mette a posto insieme all’altra corrispondenza. Poi continua a girare per casa. Il frigo non suggerisce nessun altro indizio, ci sono arance, mele, latte parzialmente scremato, acqua naturale non gasata, tutte cose che ha sempre amato e usato lui, non c’è nessun segno di una qualche presenza estranea. Sofia attraversa il corridoio, si guarda in giro, nulla è fuori posto, non ci sono nuovi quadri, non ci sono foto nuove se non quelle di sempre, le loro. Ne prende in mano una dentro un’antica cornice d’argento.

Andrea e Sofia che si sorridono baciandosi, lei è vestita di bianco, lui di blu, ma non si nota, la foto è in bianco e nero, eppure esprime un incredibile momento di felicità. Sofia si guarda, in quella foto ha gli occhi luminosi, un sorriso pieno, veramente allegro, sincero, e poi si pone quella difficile domanda. Tornerò mai così felice? Alla quale però rinuncia a trovare una qualsiasi risposta, anche un semplice forse, o magari un’ancora più presuntuosa certezza, un assolutamente sì. Così posa la foto ed entra in un luogo che può dare mille veri indizi, il bagno. Si guarda in giro, un solo spazzolino, il pettine di Andrea, il suo dentifricio. Apre l’armadietto, tutte cose tipicamente maschili, poi piano piano leggermente intimidita apre l’altra anta. C’è un reparto femminile, ma è tutta roba sua. Una crema profumata al muschio bianco per il corpo, l’olio spray contro le doppie punte, alcune boccettine di smalti, le salviette struccanti, l’acqua micellare, un siero idratante per il viso, una crema per le mani alla mela e cannella. Ma ormai molte di quelle cose sono scadute o si sono seccate per non essere state più usate. Sposta alcune bottigliette, controlla le marche, se le ricorda perfettamente, sì, è tutta roba sua. Poi apre l’armadio grande. Ci sono alcuni asciugamani piegati e il suo accappatoio. Lo tocca, è asciutto, non è stato usato da tempo. Richiude l’armadio e va nell’ultima stanza, la più delicata, la più compromettente. La loro camera da letto.

Apre piano piano la porta, come se ci potesse essere il pericolo di trovare qualcuno, ma è vuota. Sofia si guarda intorno, è ordinata, pulita, anche qui non c’è nulla di estraneo. Per prima cosa apre il grande armadio e vede che ci sono tutti i vestiti di Andrea, non ha nulla di nuovo se non forse una giacca blu scuro e un giubbotto dello stesso colore, ma tutto comunque nella norma. Poi apre la sua parte dell’armadio e vede che ci sono ancora tutti i suoi vestiti, anche nei cassetti è tutto uguale, le camicie, i boxer, i calzettoni di Andrea, poi in un altro cassetto le sue mutandine, i suoi vari completini intimi. Si avvicina al letto e controlla le coperte, sono state messe a posto velocemente, ma è stata usata solo la parte destra del letto, quella dove dorme di solito lui. Sul comodino di Andrea c’è un libro. Un passato da spia di John le Carrè. Lo apre, è a metà, c’è un segnalibro, è un biglietto da visita di un locale, The Race Club Speakeasy. Ma non c’è scritto nulla se non le indicazioni dello stesso locale. Apre il cassetto. Ci sono una piccola torcia, delle caramelle e poi tante altre inutili cose, fino a trovare una scatoletta di plastica trasparente. Sofia la apre e si mette a ridere. Ci sono i tappi delle orecchie. È vero, a volte dopo che avevano fatto l’amore lei andava al pianoforte e suonava per lui, avevano insonorizzato tutto il salotto e la casa per non disturbare i vicini, ma ogni tanto Sofia, presa dalla passione, andava avanti per ore e a lui non rimaneva altro che l’uso di quei tappi lì. Sofia richiude la scatoletta e delicatamente la rimette al suo posto. Poi va all’altro comodino. Sopra non c’è nulla, se non una piccola lampada. La tocca, è fredda e c’è un po’ di polvere. La signora che si occupa della casa dovrebbe pulire meglio, però sembra anche che non ci sia stato nessuno da tempo.

Quella lampada non è stata accesa da un bel po’. Poi apre il cassetto del comodino. Trova una lettera con scritto Per te.

Le prende un tuffo al cuore. Comincia a battere all’impazzata, per un attimo le manca il respiro. Poi si calma, ma non sa che fare, richiudere il cassetto o prendere quella lettera e leggerla? È combattuta. Alla fine decide.

Semplicemente amami © by Federico Moccia, 2019
By Agreement with Pontas Literary and Film Agency.
© 2020 Casa Editrice Nord s.u.r.l.
Gruppo editoriale Mauri Spagnol

(continua in libreria…)

Abbiamo parlato di...