Uscito in uno dei momenti più infuocati del dibattito sul DDL Zan, la proposta di legge contro l’omotransfobia, “La linea rosa. Le frontiere queer del mondo” di Mark Gevisser è una raccolta di saggi e storie, e non ci metterà molto a diventare un testo di riferimento per quanto riguarda i gender studies, un must have dei diritti umani – L’approfondimento
La linea rosa. Le frontiere queer del mondo di Mark Gevisser (Rizzoli, traduzione di Serena Rossi, Rossella Monaco, Daniela Di Falco, Thais Siciliano), è uscito in uno dei momenti più infuocati del dibattito sul DDL Zan, la proposta di legge contro l’omotransfobia. Non poteva esserci un momento migliore.
Frutto di dieci anni di studio, di viaggio e di documentazione, La linea rosa è una riflessione matura e complessa su cosa significhi oggigiorno far parte del movimento LGBTQI+ in una determinata zona del mondo, piuttosto che in un’altra.
Seguendo Gevisser nei suoi viaggi, incontriamo i protagonisti delle storie che racconta: e così ci sembra quasi di conoscere personalmente Aunty, trasgender malawiana perseguitata dal suo Stato di origine; oppure Zaira e Martha, le prime spose omosessuali a Guadalajara, e la loro figlia Sabina; oppure ancora la tribù dei kothi indiani, nelle personalità variopinte e contraddittorie di Lakshaya e Mohana. Queste storie sono il precipitato di anni di interviste, e ognuna di loro mette in discussione un modo di “essere omosessuali” che è prettamente occidentale e di stampo capitalistico.
Gevisser è uno scrittore e giornalista sudafricano. Vive a Città del Capo con il marito, a cui è dedicato il volume. Quest’opera è stata resa possibile dal sostegno della Open Society Foundation di George Soros, ma anche di una serie di enti che gli hanno permesso di fare ricerca per un tempo molto lungo, in luoghi diversi, consentendogli di creare un’estesa rete di contatti che arricchiscono e problematizzano il panorama che descrive.
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Il lavoro è stato capillare: otto sono le storie che racconta (molte di più, se contiamo le storie all’interno di altre storie) e ancora più numerose sono le zone del mondo che indaga, seguendo spesso la fuga dal paese natio degli intervistati. E con lui si viaggia dal Malawi all’Uganda, dal Canada all’Egitto, dalla Turchia all’India, da Israele al Messico. Accanto alle vicende umane, essenziali per comprendere il mondo che Gevisser voleva analizzare, ci sono i suoi appunti e le sue conclusioni. Capitoli pregni di concetti, che approfondiscono i legami tra i flussi finanziari e le frontiere queer, che trattano lo sviluppo di un movimento sociale che è cresciuto in maniera imprevedibile in vent’anni, che scandiscono i movimenti delle ultra-destre, negli Stati Uniti come in Europa.
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La linea rosa è una raccolta di saggi e storie, e non ci metterà molto a diventare un testo di riferimento per quanto riguarda i gender studies, un must have dei diritti umani.
Una grande nota di merito va al team di traduttrici che ha affrontato questo testo: Serena Rossi, Rossella Monaco, Daniela Di Falco e Thais Siciliano. La terminologia di Mark Gevisser è sempre precisa, partecipe e rispettosa, e loro sono riuscite a restituire la complessità di mondi in continua evoluzione, con soluzioni ingegnose e puntuali.