Zygmunt Bauman, tra i più importanti intellettuali contemporanei, autore di numerosi saggi e teorico della società “Modernità liquida”, è morto a 91 anni

È morto oggi all’età di 91 anni il filosofo e sociologo polacco Zygmunt Bauman. Nato nel 1925 a Poznan, si era da tempo trasferito in Inghilterra dove viveva e insegnava.

Zygmunt Bauman

Ha pubblicato (quasi tutti per Laterza) diversi saggi sulla società contemporanea, indagandone le problematiche attuali.

Tra le sue pubblicazioni Modernità liquida (2000), Dentro la globalizzazione. Le conseguenze sulle personeStranieri alle porte, Consumo dunque sono (2008), L’arte della vita (2009)

Bauman è stato uno degli intellettuali più attivi e prolifici fino all’ultimo istante, ed è divenuto famoso, tra le altre cose, per aver teorizzato la cosiddetta “società liquida“. Secondo Bauman, infatti, negli ultimi decenni l’avanzare della globalizzazione, del consumismo, la nascita della postmodernità e il crollo delle ideologie hanno causato un enorme spaesamento nell’individuo. Le conseguenze di ciò si riscontrano oggi nella violenza che caratterizza la società contemporanea e nelle sempre più frequenti omologazioni di gruppo.

Zygmunt Bauman

L’uniformità nutre il conformismo, e l’altra faccia del conformismo è l’intolleranza (Bauman, Dentro la globalizzazione)

Da qui il termine “società liquida” per indicare il tessuto della società contemporanea, sociale e politico: una società sfuggente a ogni categorizzazione del secolo scorso e quindi tanto inafferrabile quanto incomprensibile – alla deriva.

Possiamo profetizzare che, a meno di essere imbrigliata e addomesticata, la nostra globalizzazione negativa, che oscilla tra il togliere la sicurezza a chi è libero e offrire sicurezza sotto forma di illibertà, renderà la catastrofe ineluttabile. Se non si formula questa profezia, e se non la si prende sul serio, l’umanità ha poche speranza di renderla evitabile. L’unico modo davvero promettente di iniziare una terapia contro la crescente paura che finisce per renderci invalidi è reciderne le radici: poiché l’unico modo davvero promettente di continuarla richiede che si affronti il compito di recidere quelle radici. Il secolo che viene può essere un’epoca di catastrofe definitiva. O può essere un’epoca in cui si stringerà e si darà vita a un nuovo patto tra intellettuali e popolo, inteso ormai come umanità. Speriamo di poter ancora scegliere tra questi due futuri. (Bauman, Paura liquida)

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