“Quando avete visto la fotografia di quel bambino, il mio caro nipote Alan, morto su una costa lontana, siete diventati parte della nostra famiglia. Avete condiviso il nostro orrore, il nostro strazio e la nostra indignazione. Avreste voluto salvarlo, ma sapevate che era troppo tardi”. Tima Kurdi, zia del piccolo la cui foto ha fatto il giro del mondo, in un libro racconta la sua storia e gli orrori della guerra in Siria

Il 2 settembre 2015 la foto di Alan Kurdi, morto sulla spiaggia, fa il giro del mondo. Tima, zia di questo bambino siriano, morto nel tentativo di scappare dagli orrori della guerra, racconta la storia della sua famiglia nel libro Il bambino sulla spiaggia (Piemme, traduzione di Annalisa Carena).

“Quando avete visto la fotografia di quel bambino, il mio caro nipote Alan, morto su una costa lontana, siete diventati parte della nostra famiglia. Avete condiviso il nostro orrore, il nostro strazio, il nostro shock e la nostra indignazione. Avreste voluto salvarlo, ma sapevate che era troppo tardi. Nel vostro dolore avete teso le braccia, e così facendo mi avete preso la mano attirandomi a voi. Mi avete aiutato a non affogare. Ora i nostri destini sono intrecciati. Ora siamo tutti una sola famiglia”. Tima Kurdi, che in quel naufragio ha perso, oltre Alan, anche l’altro suo nipote Ghalib e la cognata, è adesso internazionalmente riconosciuta come portavoce dei rifugiati siriani.

È la foto di Alan, che indossava una maglietta rossa perché è il colore che si nota di più in mezzo al mare, in caso di naufragio, a far concentrare l’attenzione dei media sulla guerra che è scoppiata in Siria. Ma Tima non ha bisogno di sentirne parlare in televisione e sui giornali per scoprire che cosa significhi vivere l’inferno che una guerra comporta.

Tima si è trasferita da sola in Canada poco più che ventenne, ma la guerra, quando scoppia, raggiunge anche lei: impossibile non preoccuparsi per i suoi cari, alcuni rimasti in Siria, altri divenuti profughi. Fa di tutto per aiutarli a espatriare, o perlomeno a sopravvivere. Dopo il naufragio Tima, insieme al fratello Abdullah, ha fondato la Kurdi Foundation, che si occupa di fornire cibo e assistenza ai bambini colpiti dalle guerre.

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