“Mi piacciono molto le biografie e i libri che raccontano storie forti, perché da quelle si può imparare molto”. Beatrice “Bebe” Vio, campionessa della vita, prima ancora che campionessa paralimpica, si racconta con ilLibraio.it: “Ho tantissime passioni, tra cui lo sport e il sociale, e cerco di dedicare tutto il tempo libero ad art4sport, l’associazione ONLUS che abbiamo fondato con i miei genitori dopo la mia malattia” – L’intervista
Il 4 marzo prossimo Beatrice “Bebe” Vio, campionessa della vita, prima ancora che campionessa paralimpica, compirà 20 anni. Il suo sorriso spontaneo, la sua autoironia, la sua energia contagiosa e il suo coraggio hanno conquistato i social, dove è seguitissima, e rappresentano un esempio formidabile, non solo per migliaia di portatori di handicap e per le loro famiglie.
All’età di 11 una meningite fulminante ha cambiato la sua esistenza: privata dei quattro arti, “Bebe” ha cominciato una nuova vita, e la passione per lo sport, e la scherma in particolare (che aveva cominciato a praticare all’età di 5 anni), senza dimenticare il ruolo della sua famiglia, hanno contribuito a farla diventare la persona che è oggi.
Nel 2015 Rizzoli ha pubblicato Mi hanno regalato un sogno, un’autobiografia in cui “Bebe” Vio definisce alla sua maniera la disabilità: “Una figata”.
ilLibraio.it ha intervistato la campionessa paralimpica per parlare delle sue passioni, tra cui la lettura.
“Bebe”, qual è il suo rapporto con i libri?
“Purtroppo non riesco a leggere molto, perché sono letteralmente sempre in giro per il mondo e non ho il tempo materiale per farlo. Ho tantissime passioni, tra cui lo sport e il sociale, e cerco di dedicare tutto il tempo libero ad art4sport, l’associazione ONLUS che abbiamo fondato con i miei genitori dopo la mia malattia; quindi devo dosare bene il mio tempo per gestire al meglio tutte le passioni. Comunque, parlando, di libri, mi piacciono molto le biografie, e quei libri che raccontano storie forti, perché da quelle si può imparare molto”.
Nel corso dell’adolescenza i libri l’hanno aiutata?
“Durante i 42 giorni in cui, per 2 ore al giorno, sono dovuta restare in camera iperbarica, mia mamma e mio papà quando entravano portavano con loro un sacco di libri; quindi, in quel periodo, mi hanno letto davvero di tutto: racconti, fiabe, favole…”.
Qual è il suo libro preferito?
“Mi è piaciuto molto Mille splendidi soli di Khaled Hosseini”.
Preferisce leggere in digitale o in cartaceo?
“Sono una super fan di tutti gli strumenti digitali, a scuola per studiare utilizzavo l’I-Pad, però per leggere i libri preferisco la carta”.
Dopo l’autobiografia del 2015, sta pensando di scrivere un nuovo libro?
“No, per il momento basta Mi hanno regalato un sogno! Non c’è in previsione nessun altro libro anche perché, oltre a essere una cosa impegnativa, ultimamente tra sport e lavoro non ho un attimo libero”.