A 120 anni dalla nascita di Maria Bellonci, la sede della Fondazione Maria e Goffredo Bellonci diventa una Casa Museo. Sede dal 1951 delle riunioni degli Amici della domenica, l’abitazione romana di via Fratelli Ruspoli ha accolto i protagonisti della letteratura italiana del secondo Novecento e di questo inizio di secolo…

Nella sede della Fondazione Maria e Goffredo Bellonci, si è svolta la conferenza stampa di inaugurazione della Casa Museo in occasione dei 120 anni dalla nascita di Maria Bellonci. Sono intervenuti Giovanni Solimine, Presidente della Fondazione, Daniela Porro, Soprintendente speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma, Miguel Gotor, Assessore alla Cultura di Roma Capitale, Flavia Mazzarella, Presidente di BPER Banca, Giuseppe D’Avino, Presidente di Strega Alberti Benevento, e Melania Mazzucco, scrittrice, presidente del Comitato direttivo del Premio Strega, coordinati da Stefano Petrocchi, direttore della Fondazione.

Sede dal 1951 delle riunioni degli Amici della domenica, la casa di via Fratelli Ruspoli ha accolto i protagonisti della letteratura italiana del secondo Novecento e di questo inizio di secolo. È stata, ed è tuttora, un luogo di incontro tra il mondo dell’editoria, del teatro, del cinema, dell’arte, da un lato, e il mondo delle istituzioni e delle imprese, dall’altro, a partire dagli anni immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale in cui la società italiana sentiva il bisogno di rinascere attraverso la costruzione di un solido tessuto culturale, risultato della collaborazione tra queste componenti fondamentali del nostro Paese. Dal concorso di queste energie e dall’amicizia tra Maria e Goffredo Bellonci e Guido Alberti, industriale con la passione per la cultura, nacque nel 1947 il Premio Strega.

amici della domenica premio strega casa bellonci

La casa custodisce il patrimonio librario, archivistico e storico-artistico dei coniugi Bellonci. Attraverso le diverse stanze è possibile entrare in contatto con i loro molteplici interessi. Si va dalle raccolte librarie contenute nello studio di Goffredo, giornalista e critico letterario, fino alle numerosissime prime edizioni di opere con dediche e autografi dei maggiori scrittori italiani dell’ultimo secolo.

Nel percorso attraverso le stanze è possibile ricostruire la storia di oltre settant’anni di produzione editoriale italiana: se i due lunghi corridoi sono interamente ricoperti da opere letterarie e teatrali del Novecento, nello studio di Maria Bellonci sono conservati libri riguardanti l’arte e la storia, e tutto il materiale documentario al quale l’autrice ricorreva per la stesura dei propri romanzi.

Lo stesso vale per lo studiolo, ambiente piccolo e intimo, creato dalla scrittrice come luogo di concentrazione e di scrittura, a imitazione di quello mantovano di Isabella d’Este, protagonista del suo romanzo più celebre, Rinascimento privato, tornato quest’anno in libreria nelle edizioni Oscar Cult Mondadori e dal prossimo mese di marzo disponibile anche in audiolibro per Emons Edizioni, letto da Anna Bonaiuto (il libro d’esordio Lucrezia Borgia è stato ripubblicato la scorsa primavera nella stessa collana e in audiolibro).

La biblioteca è formata da circa 24.000 volumi, comprese molte prime edizioni divenute ormai rarissime. Gran parte dei volumi sono corredati da dediche autografe degli autori, a dimostrazione della fitta rete di relazioni che unì i Bellonci ai principali artefici della storia culturale e letteraria del XX secolo.

Negli ambienti di Casa Bellonci sono inoltre presenti opere pittoriche e grafiche di artisti come Cagli, Campigli, Capogrossi, De Pisis, Mafai, Mazzacurati, Morandi, Sughi e altri. La collezione dialoga con i libri, le carte d’archivio, gli arredi e gli oggetti appartenuti ai padroni di casa, in un insieme armonico che costituisce una testimonianza straordinaria della cultura italiana del Novecento. Numerosi anche i ritratti di Maria Bellonci, eseguiti negli anni da Wanda Coen Biagini, Arturo Dazzi e Leonetta Cecchi Pieraccini.

Del patrimonio artistico posseduto dalla Fondazione fa parte anche la storica urna di voto realizzata da Mino Maccari per la prima edizione del Premio Strega, nel 1947, e utilizzata fino al 1980. Recentemente l’urna è stata restaurata a opera dell’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro ed è ora esposta a Firenze alla mostra Donne in equilibrio 1955-1965, presso il Museo Ferragamo. La Fondazione conserva infine i manifesti originali del Premio Strega, realizzati a partire dalla LXX edizione da alcuni dei migliori illustratori italiani: Manuele Fior, Franco Matticchio, Riccardo Guasco, Alessandro Baronciani, Emiliano Ponzi, Lorenzo Mattotti e Olimpia Zagnoli.

La trasformazione in Casa Museo, curata dall’architetta Patrizia Del Vescovo, è stata resa possibile grazie al contributo di Regione Lazio e BPER Banca. Singoli ospiti, gruppi e scuole potranno visitarla tutti i venerdì a partire dal 16 dicembre prenotando sul sito Fondazionebellonci.it alla pagina “Organizza la tua visita”.

L’inaugurazione della Casa Museo si inserisce all’interno di un ampio progetto di valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale della Fondazione Bellonci e del Premio Strega che coinvolge anche il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, sede dal 1953 della serata finale dello Strega, e che vedrà le due sedi unite attraverso un unico percorso guidato attraverso il presente e il passato del premio.

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